Emenél
Emenél è il progetto solista di Moreno Turi, cantante, producer, autore e compositore che si divide tra Torino e il Salento. Frontman degli Steela fino al 2012, ha collaborato con gli Africa Unite, con Raiz degli Almamegretta e suonato in apertura ad artisti del calibro di Black Eyed Peas, Anthony B, Subsonica e Caparezza. E’ attualmente sul palco a fianco di Roy Paci e gli Aretuskacon il progetto “Valelapena” ed è membro della band torinese The Sweet Life Society.
Puoi presentarti ai lettori di ViviRoma?
Ciao a tutti, sono Moreno, salentino di nascita e torinese d’adozione. Sono un cantante, producer, songwriter, mc e selecta all’occorrenza. Faccio musica da quando ho 13 anni e ne ho compiuti 34 da poco…quindi direi che la musica è abbastanza la mia vita ed Emenél è il mio primo progetto solista. Un progetto in cui ci ho messo l’anima e in cui credo molto.
“Border Diary” è il tuo disco d’esordio, un progetto che definisci “ELETTRONICA NERA”. Puoi spiegarci cosa intendi?
Significa che la matrice del tutto è black. C’è il dub, il soul, il blues e tutte le influenze che danno anima alla mia musica e alla musica in generale. Sicuramente parliamo di musica elettronica, ma organica, fatta di voci campionate e suoni che vengono da qualsiasi cosa mi circonda nel vero senso della parola… parquet, scrivania, la mia ingua, rubinetti.
Credo che la musica sia intorno a noi e basta cercarla, saperla riconoscere. Se ci si mette l’anima ogni cosa può suonare come un vero e proprio strumento musicale.
La copertina del tuo disco è molto particolare. Di chi è stata l’idea?
La copertina del disco è stata lavorata insieme a Matteo Marini (The Sweet Life Faktory), la foto è di Paolo Properzi e i disegni sono stati tutti fatti a mano dalla mia compagna ed esperta di stile Paola Errico. Volevo degli elementi che rappresentassero un pò i miei mondi, le mie cose, il mio caos. Direi che Paola è stata bravissima a rappresentare il tutto…e credo anche che sia una delle persone più adatte a questa descrizione di me attraverso le immagini. Insieme a Matteo poi volevamo rendere il tutto più “frizzante”, poco banale, allora dopo una serie di prove è venuta fuori l’idea del 3D. ci sembrava un modo molto bello per dare il giusto risalto alla grafica. Per regalare una dimensione profonda ad un lavoro che generalmente viene sottovalutato e che invece accompagna di pari passo la musica contenuta all’interno del disco. E anche qui, lui è stato bravissimo. L’effetto 3D è visibile grazie agli occhiali che ho fatto mettere in ogni singola copia del disco. Ci è voluto del tempo e un bel pò di bicchieri di vino, ma il risultato mi rende felicissimo. Credo che l’intuizione sia venuta ad entrambi visto che abbiamo lavorato a braccetto… ma nel dubbio voglio comunque riconoscere a lui l’idea, se lo è meritato. Non lo ringrazierò mai abbastanza per la pazienza.
Border Diary è stato definito un concept disc. Una sorta di diario elaborato al confine tra due mondi spesso in contrasto tra di loro oppure riesci a stabilire un perfetto equilibrio nelle cose che fai? Come è fatto il mondo di Emenél?
È un bel casino, fidati! Scherzi a parte, riesco abbastanza a far convivere i miei mondi e credo di essere riuscito anche a spiegarli con un certo criterio nel disco. La mia musica punta ad unire l’organico e il sintetico senza che nessuno prenda il sopravvento; equilibrio difficile ma essenziale, per guardare al futuro ma non perdere mai di vista le proprie radici. Il mio è un mondo concreto ma fatto di sogni, di mare e di neve, di viaggi e di casa. Credo che la mia musica sia ispirata proprio da tutto questo; l’incontro tra questi mondi così diversi crea un limbo meraviglioso di sperimentazione e opportunità.
Anche l’ascolto del disco rivela questo contrasto tra i vari stili e suoni che lo compongono. Gli stati d’animo e le emozioni sono i più disparati. Usi molto l’elettronica ma allo stesso tempo anche strumenti e suoni veri? Come nascono i pezzi?
I brani nascono da soli credo. Forse è un pò strano vederla così, ma per me è la verità.
Io chiaramente trasformo in musica delle emozioni, le “cose” che vedo e dalle quali vengo rapito nel tempo, ma poi è il brano che si palesa nel momento in cui ha ragione di esistere.
Tanti provini poi alla fine vengono “parcheggiati” perché non ha senso insistere se non si trova una soluzione per tempo. E non significa abbandonare ciò che non è semplice da fare, ma non intestardirsi a voler tirar fuori delle emozioni che forse non sono ancora pronte per essere raccontate.
Nel cd troviamo anche una cover di James Brown (Man’s World). Quali sono i tuoi ascolti? Se tu dovessi portare dei dischi sottobraccio quali sceglieresti?
Come faccio a raccontare di tutta la musica che ascolto?
A 5 anni mi facevo regalare i dischi di Michael Jackson dai miei genitori per Natale. Nel frattempo ascoltavo Jovanotti e Freddie Mercury. A 6 o 7 anni ho visto il mio primo concerto degli Africa Unite (Africa United all’epoca) e da li mi sono appassionato al reggae e a tutta la musica indipendente italiana degli anni 90. Mau Mau (prima ancora i Loschi Dezi), Persiana Jones, Fratelli di Soledad, Sud Sound System, Almamegretta, i Casino Royale. Questi ultimi li amo in particolar modo, credo che siano stati il top dei top in Italia, prima ancora dei Subsonica, che anche stimo moltissimo (anche perché con Max Casacci ho lavorato sui dischi degli Steela e mi ha insegnato tanto… poi ho un ottimo rapporto anche con Samuel che è una persona squisita oltre che un bravissimo cantante).. ma i Casino Royale erano più black ed io ho un debole per quel mood li.
Hai collaborato con artisti del calibro di Africa Unite, Raiz e Roy Paci e suonato in molti festival europei come il Glastonbury Festival, il Fusion e Sziget…Quanto è importante per te l’aspetto live? Come ti prepari per i concerti?
Il live è fondamentale! È il momento della verità. E lì che si vede di che pasta sei fatto e cosa riesci a trasmettere; lo vedi con i tuoi occhi e senti l’energia della gente.
Per me è imprescindibile questo aspetto e cerco di dare il massimo in qualsiasi situazione.
Non esiste pubblico di serie A e serie B… esiste IL PUBBLICO e va rispettato sempre. Quindi mi preparo con concentrazione, un gin tonic e un pò di risate in camerino. Ma nei 5 minuti prima di salire sul palco sono concentratissimo, sento ancora il solletico nello stomaco e sono felicissimo che non mi sia passato. Mi aiuta a ricordare sempre il perché faccio quello che faccio e perché, nonostante i momenti in cui non tutto gira come dovrebbe, la passione resta li e non molla il colpo. È un credo fortissimo, a volte inspiegabile appunto, ma è il centro di tutto il mio mondo.
I tuoi contatti social? Dove possono acquistare il disco?
Gli indirizzi delle mie pagine web (facebook, soundcloud, instagram, youtube ) li potrete trovare sul sito www.emenelmusic.com. Per quanto riguarda il booking invece potrete rivolgervi a TUDEMUN CONCERTI e
MOLLY ARTS LIVE. Il disco invece lo potrete trovare su tutti i digital store, su Amazon, nei negozi che ancora resistono, nelle Feltrinelli e ai miei concerti (anche a quelli degli Aretuska in realtà e a quelli degli Sweet Life)
“Km” è il NUOVO VIDEO di Emenél, estratto dall’album d’esordio “Border Diary”, uscito venerdì 12 gennaio su Spotify, iTunes e tutte le principali piattaforme digitali per Black Seed Records e distribuito da Egea Music. Il video è stato girato tra Torino e il Salento da Guglielmo Bianchi.
“Emenél – KM”
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