Ho notato che incrociando una ragazza o una donna sola su un marciapiede, magari su una strada poco frequentata, spesso questa abbassa lo sguardo, tanto da indurmi a guardare da un’altra parte, se non addirittura attraversare la strada per evitarle il disagio. Questa è una delle paure di cui parla Annalisa nel suo monologo? Scopriamolo.
Non sono riuscito la scorsa stagione a vedere la proposta “Paura, viaggio ironico nella paura umana” di Annalisa Aglioti, ma quest’anno, incuriosito dai suoi video che girano sui social, ho deciso che sarò presente il 27 novembre al Teatro Golden.
Ho riconosciuto Annalisa in teatro, era tra il pubblico di uno spettacolo a cui ero stato invitato, così dopo una breve e piacevole chiacchierata ho potuto scoprire in lei una persona delicata, aggraziata, disponibile e sorridente. Da lì, l’idea di intervistarla in vista del suo imminente monologo.
Annalisa, di cosa parla il tuo spettacolo?
E’ un viaggio ironico in alcune delle principali paure umane, non delle piccole fobie quotidiane, ma delle paure senza spazio e senza tempo che riguardano l’animo umano come la paura di fallire, della solitudine, di essere giudicati, la paura di una relazione, della morte, della maternità… Mi rendo conto che c’è chi purtroppo in Italia e nel mondo deve affrontare delle paure molto più gravi, come la paura di non saper cosa dare da mangiare ai propri figli, la paura di morire sotto una bomba o di essere lapidata pubblicamente per un comportamento ritenuto sbagliato, o di essere uccisa dentro casa… ma le paure di cui parlo nello spettacolo riguardano comunque tutti gli esseri umani, sono assolutamente democratiche! Le hanno avvistate anche su Marte!
Nella mia introduzione ho parlato di quella che credo sia una paura, o almeno un aspetto di essa, cosa ne pensi?
Hai colto nel segno perché delle paure che possono avere le donne a causa degli stereotipi che ancora governano il mondo parla uno dei passaggi più seri dello spettacolo…
Cos’è per te la paura?
Per me la paura non è un’emozione negativa ma una grande maestra. E’ stimolo e una forma preziosa di protezione. Se ho paura di qualcosa, forse non sono pronta per affrontarla e allora devo prepararmi meglio per poterla vivere oppure probabilmente non è la cosa giusta per me in quel momento.
Dovremmo forse guardare ai rimpianti in un altro modo. Se non abbiamo avuto il coraggio di fare qualcosa, può darsi che quella cosa non era adatta a noi.
Come affronti questa emozione nella vita quotidiana e cosa ti fa davvero paura?
Da quando sono diventata mamma, ho paura soltanto per mia figlia. Come tutte le mamme, sono diventata una nuova specie umana a metà strada tra Wonder woman, Mascha e Orso.
Come fai a far ridere parlando di paura? E come ti è venuto in mente di presentare uno spettacolo che parli di questo?
Provo a far ridere rappresentando dei personaggi che sono il risultato di blocco esistenziale causato da una paura.
Ad esempio, il mio personaggio della moglie modello, una donna zerbino disposta a fare qualsiasi cosa pur di sposarsi, nasce dalla paura della solitudine… oppure attraverso monologhi da stand up comedian cerco di ribaltare comicamente alcune paure più comuni dando modo al pubblico di rivedersi e di ridere quindi di se stesso. Lo spettacolo nasce da una frase di Jhon Lennon che citava sempre la mia straordinaria insegnante di recitazione Beatrice Bracco che purtroppo non c’è più: “esistono due forze motivanti fondamentali nell’uomo: la paura e l’amore”
E io aggiungo: figuriamoci per la donna in un pianeta a misura di maschi.
Ho provato allora ad ospitare un po’ la paura, non di nascosto e al buio come si fa solito, ma alla luce dell’ironia e dell’iperbole, per provare a dirne così qualcosa in più visto che dell’amore ne hanno parlato già tantissimi inarrivabili scrittori, tra cui naturalmente l’illustrissimo Anonimo, celeberrimo poeta dei baci Perugina.
Ho visto sulla locandina che alla regia del tuo spettacolo c’è Michela Andreozzi. Come è nata questa collaborazione? Com’è lavorare con Michela?
Michela è una persona e un’artista incredibile e magnifica! Io la chiamo la mia regista spaziale! Perché davvero sembra venuta da un altro pianeta! Non solo è un genio perché sa recitare, cantare, imitare ballare, scrivere e dirigere ma è anche una persona rara, generosa, saggia, coltissima, luminosa, gentile che sa essere anche diretta e schietta nei consigli e nelle correzioni senza diventare mai offensiva e giudicante.
Come ha reagito il pubblico a questa tua proposta?
Benissimo! Ogni volta che abbiamo fatto lo spettacolo il pubblico è sempre stato entusiasta, tutti si sono sempre divertiti molto e hanno apprezzato tantissimo lo spettacolo. Devo ancora capire perché, ma va bene così.
Vorrei lasciarti uno spazio per il tuo potenziale pubblico. Perché uno spettatore dovrebbe venire a vedere il tuo spettacolo? E che cosa si perderebbe se non venisse?
Forse dovrebbe venire perché di solito siamo abituati a condividere solo le cose belle o le cose tristi ma di ciò che ci fa paura di solito ne parliamo segretamente soltanto con il nostro psicologo dietro lauto pagamento. Invece scoprire che siamo troppo umani per non aver paura di niente, che abbiamo tutti paura delle stesse cose, che possiamo riderne insieme agli altri e soprattutto che le paure non sono così inutili e negative e questo può essere magari un ottimo motivo per uscire di casa e venire a teatro. Cosa si perderebbe se non venisse?
Di incontrare delle persone fisicamente, perché il teatro è rimasto uno dei pochi posti dove ci si incontra, si scambia qualche parola prima o dopo lo spettacolo, si condividono delle emozioni, sempre se non si sta contemporaneamente su WhatsApp a chattare ovviamente.
Si perderebbe quindi la possibilità di passare una serata fuori di casa che secondo me merita sempre, perché alla fine poi a casa che si fa oltre a caricare la lavastoviglie con la tv in sottofondo discutendo su dove sono i rotoli della carta igienica?
Bene dopo questa deliziosa chiacchierata con Annalisa, ho inserito in calce i link di alcuni video presi dal web di Annalisa Aglioti con cui potrete conoscerla meglio.
E ricordatevi che Annalisa vi aspetta al Teatro Golden il 27 novembre!
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