Note “distorte” di casa nostra
Vivere la musica con Bruno Baudo
Ormai tanti capelli e tanti anni fa ho avuto il piacere di suonare in una band, gli SOS, fondata dall’ormai scomparso chitarrista Fernando Regaldo. Con loro suonavo il basso in quella che era una delle band più conosciute del panorama romano e anche nazionale. Lo stile era un hard rock cantato in italiano.
Oltre a me il bravissimo chitarrista Riccardo Foti, alla batteria Luca Mariani e alla voce uno di quelli che ho sempre ritenuto tra i più grandi cantanti del panorama romano ed italiano, ovvero Bruno Baudo. Dopo numerosi cambi di formazione avvenuti negli anni, avevamo raggiunto una certa stabilità ed eravamo giunti alle porte di Sanremo… Ma questa è un’altra storia.
Mentre io ho smesso di suonare, Bruno Baudo ha continuato e oggi presta la sua voce a ben tre gruppi differenti: i Pizzy Griggi, i Pantheon Band e i Dayligth Silence. Tutti i gruppi in cui il vocalist ha un ruolo determinante. Ancora oggi Bruno conserva un’estensione vocale notevole ed un approccio molto personale. Ricordo ancora quando oramai quasi 30 anni fa eseguivamo dal vivo “Child in Time” dei Deep Purple o “Rock n’ roll” dei Led Zeppelin, e come la sua esibizione lasciasse basito ed incredulo il pubblico.
Oggi dopo tanti anni lo rincontro piacevolmente e dopo aver ascoltato due dei suoi progetti voglio fare quattro chiacchiere con lui.
Allora Bruno ho ascoltato il CD dei Pizzy Grigy e quello dei Daylight Silence, in attesa di quello dei Pantheon mi spieghi la differenza di stile e le singolarità delle tre proposte?
PIZZY GRIGGY – In Proximity of Sound è un concept album di hard rock progressive molto particolare in cui sono entrato alla fine del 2019 dove i brani erano tutti già composti; a loro mancava un cantante ed io volevo cimentarmi in un genere nuovo e diverso e piano piano ho rielaborato tutte le loro canzoni dove dovevo essere io il lead singer (anche il chitarrista solista ha dei brani in cui canta da solo o con me in coppia) rendendole diverse dalle proposte iniziali.
Poi c’è stato il blocco della pandemia e quindi i tempi si sono tutti allungati di molto e si è potuto portare a termine il disco e stamparlo solo pochi mesi fa. Siamo in procinto di presentarlo dal vivo in una prossima serata insieme a molti nuovi brani che nel frattempo abbiamo composto e che faranno parte del secondo lavoro che stiamo già programmando di registrare.
I DAYLIGHT SILENCE nascono da quelli che erano i Mindcrime, band nata prima come Tribute dei Queensryche e poi diventato gruppo di brani originali di hard rock con lo stesso nome e con un disco “Checkmate The King” uscito nel 2014 per la Red Cat di Firenze, con quelli che poi saranno i musicisti degli attuali D.S. con cui siamo usciti nel 2018 con un nuovo lavoro sempre per la Red Cat intitolato “Threshold of Time” lavoro di fine hard metal. Attualmente il gruppo ridimensionato, non più con due chitarre ma ora con una chitarra ed una tastiera sta lavorando alla realizzazione del secondo lavoro con moltissimi nuovi brani sviluppati nel corso di questi ultimi anni.
I PANTHEON Band sono l’ultimo gioiello di questo trittico, dove sono entrato praticamente in corsa, nel senso che lo scorso anno il loro cantante per problemi personali ha lasciato il gruppo e loro si sono trovati, con delle serate già fissate a ricorrere ai ripari ed a trovare un sostituto, me medesimo in questo caso; Marco Quagliozzi tastierista professionista e membro fondatore del gruppo con cui avevo già collaborato nel disco degli SOS “In Volo” del 2008 mi ha contattato e da collaboratore momentaneo ne sono diventato adesso il cantante fisso.
Anche qui abbiamo composto molti nuovi brani con cui ci apprestiamo ad andare dal vivo e registrare il prossimo disco. Con loro ho avuto il piacere di calcare diversi bei palchi tra cui l’ultimo concerto al Crossroads il 3 febbraio di quest’anno ed al prossimo che sarà il 27 aprile a Stazione Birra, altra grande location, dove invito tutti a venire ad assistere allo spettacolo perché la band merita veramente di essere vista ed ascoltata dal vivo.
Come fai a seguire ben tre progetti?
É un po’ arduo far coincidere gli impegni di tutti con quelle che sono le esigenze dei vari gruppi ed il lavoro che c’è dietro ad ognuno. Io sono stato anche per attitudine lavorativa una persona che ha sempre gestito gran parte delle attività studio e live dei vari gruppi che ho avuto, anche perché sono e sono stato memoria storica di ognuno con i quali ho collaborato, visto che registravo quasi costantemente le prove e le esibizioni live effettuate. Poi ci vuole certo anche spirito di iniziativa e tanta, tanta voglia di fare.
Mi dici qualcosa anche sugli SOS e sullo scomparso Fernando Regaldo?
Gli SOS sono stati sicuramente uno dei più importanti gruppi nei quali ho cantato, tra l’altro l’unico insieme ad un altra band che si chiamava Onda d’Urto in cui ho cantato in italiano. Con gli SOS ho fatto moltissimi concerti live ed esperienze in tutta italia con qualche puntata anche estera e il caro Fernando Regaldo, che ci ha lasciato purtroppo troppo presto nel 2017, era diventato un amico fraterno oltre che un compagno di musica. In sua memoria ho organizzato un evento nel 2018 con moltissimi artisti, molti anche ex-SOS, dove oltre ad eseguire i più noti brani del gruppo è stato presentato anche l’ultimo lavoro edito e scritto in parte da Fernando “La Morsa del Ragno” dove le chitarre sono state completate da Maurizio Taccioli altro ex-SOS dei tempi d’oro ed attuale chitarrista nei Daylight Silence con cui collaboro tutt’ora.
Ci perdemmo di vista dopo la delusione della mancata partecipazione a Sanremo. Fu un duro colpo per tutta la band… Cosa hai fatto dopo?
Dopo quell’esperienza non felice il gruppo si sciolse momentaneamente ed io provai varie altre esperienze,
gli Onda D’Urto come già detto che facevano un hard rock in italiano ma diverso come stile da quello che facevo negli SOS anche perché qui c’era una sola chitarra e una tastiera ed il sound cambiava molto, poi un provino con il Rovescio della Medaglia su diversi brani, poi non andato a buon fine, una cover band dei Toto, una Tribute Band di Yngwie Malmsteen, i Black Star, molto tosta e con all’attivo due demo, gli Steel Seal band heavy metal con cui ho registrato il loro primo demo cd e poi la Tribute band dei Queensryche, già citata prima.
Come vive la tua famiglia questa tua passione?
Ormai si è abituata, sono molti anni che canto e sa che quello per la musica è il mio unico vero amore oltre a quello per la famiglia, che non ho mai messo in secondo piano.
Quali sono i migliori strumentisti con cui hai suonato?
Molti si sono succeduti nei vari gruppi che ho avuto e nel percorso musicale che ho fatto, ma credo che le ultime tre esperienze attuali racchiudano alcuni dei più bravi strumentisti del panorama italiano e internazionale, ascoltare per credere!
Da quale cantante sei stato influenzato od ispirato? E chi apprezzi?
In primis sicuramente Ronnie James Dio, Ian Gillan e Robert Plant tanto per dirne tre fondamentali, ma anche Freddy Mercury, Steve Walsh dei Kansas e Steve Perry dei Journey. Apprezzo anche James LaBrie dei Dream Theater e Roy Khan sia nei Conception che nei Kamelot.
Gruppi preferiti?
Come penso avrai capito Rainbow e Deep Purple fondamentali ma anche Kansas e Journey, oltre a Dream Theater, Kamelot e Opeth, ma sono tanti quelli che meritano il giusto apprezzamento.
Che ne pensi delle nuove leve che oggi spopolano?
Ma se intendi le nuove leve italiane, non fanno per me, nel senso che sono molto distanti da quello che intendo io per musica e cantanti rock, se intendi quelle straniere mi piacciono molto i Voyager gruppo australiano, veramente tutti bravi.
Progetti futuri?
Be come detto prima concerti dal vivo sia con i Pantheon che con i Pizzy Griggi e nuove registrazioni in studio per i prossimi dischi delle rispettive tre bands.
Bruno vi aspetta giovedì 27 aprile a Stazione Birra a Roma in via Placanica 172 con i Pantheon band!
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