Intervista a Claudio Sciara

Cosa dire di Claudio Sciara? Un personaggio a tutti gli effetti; si presenta simpatico ed introverso ma sempre pronto alla battuta originale

Romano fino al midollo, sembra il ragazzo della porta accanto, quello che incontri per strada, o l’amico di lunga data spiritoso e cordiale dalla forza comica irresistibile. Lo vidi su “Italia’s got talent” quando presentò un divertentissimo monologo che fece impazzire la giuria, e poi l’ho seguito nei suoi piccoli sketch sul web.

Quando l’ho incontrato insieme a Pietro Romano, altro grande artista, poco prima di entrare in un teatro, ne ho approfittato per conoscerlo. Beh, devo dire che è una persona coerente con quanto si vede nei video: simpatico, schietto, un po’ schivo ma molto naturale. Dopo pochi minuti passati insieme, ti sembra di conoscerlo da sempre. Giorni fa per caso ho trovato un suo video sul web, ospite allo spettacolo di Maurizio Battista; non c’è bisogno di raccontare delle risate che mi sono fatto insieme al pubblico presente in teatro!

Sono rimasto in contatto con lui e gli ho proposto questa intervista prima del suo debutto al Teatro Testaccio, che peraltro frequento piuttosto assiduamente e luogo a cui sono legato affettivamente. Valter, Laura e il resto dello staff sono sempre deliziosi ed accoglienti e il loro piccolo tempio dello spettacolo offre sempre proposte interessanti. Stavolta, dal 28 al 30 aprile, sarà in scena proprio Claudio Sciarpa con “Cinquanta e giù“

Ciao Claudio, presentati a chi non ti conosce. Raccontaci chi sei, come ti sei formato artisticamente, cosa hai fatto nella vita prima di scoprirti comico.

La mia formazione viene in primis dalle scuole di musica, visto che vengo da vent’anni di attività di pianobar e intrattenimento. Poi avevo un sogno nel cassetto che era quello di far ridere le persone, così mi iscrissi dieci anni fa alla scuola “Makkekomiko” di Roma, diretta da Alessandro Mancini. Da lì è partito tutto.

Quando ti sei accorto che potevi divertire le persone e fare degli spettacoli?

Quando facevo pianobar mi accorsi che durante le mie serate, mentre intrattenevo i più, la gente rideva e si divertiva con le mie battute e le mie storie di vita vissuta, così provai frequentando questa scuola a capire come potevo migliorare questo tipo di approccio, arrivando a scrivere dei veri e propri monologhi che riscontravano successo.

Chi sono i comici che ti piacciono, oppure quelli che ti hanno influenzato o ti hanno spinto ad intraprendere questa carriera?

Sono cresciuto con la comicità romana di Giuliani, Brignano e Battista, ma anche con tanti altri cabarettisti romani, senza parlare dei mostri sacri, uno su tutti Gigi Proietti. Dopo ho cercato di trovare una mia strada personale e ho creato questo personaggio esageratamente goffo e flemmatico, ma che funzionava e quindi ho continuato su questa strada. Non ho particolari preferenze, ognuno di questi comici ha delle sue caratteristiche. Per il resto, rido molto con la gente per strada, osservo tutto e tutti e mi fanno ridere le assurdità della vita, da cui traggo ispirazione.

Italia’s got talent credo sia stato un bel trampolino di lancio per farti conoscere, mi ricordo il tuo monologo divertentissimo ma anche la reazione più che positiva sia del pubblico che della giuria. Cosa mi racconti di quella esperienza? Quanto ti ha aiutato a farti conoscere?

“Italia’ s got talent” è stato il più bel trampolino di lancio che mi sia stato concesso. Poi, dopo tante esperienze in piccole reti televisive, sono riuscito ad emergere, grazie anche a tutti i professionisti che hanno lavorato a quella trasmissione, dalla giuria ai tecnici. Grazie a loro il risultato è stata una bomba atomica di risate! È un’esperienza che mi rimarrà sicuramente nel cuore, così come in quello della gente per diversi anni, ne sono assolutamente sicuro. Lo vedo ogni giorno per la strada, dall’ affetto delle persone che incontro, che mi riconoscono e si complimentano con me.

A questo punto raccontami della tua esperienza con Maurizio Battista.

Ho collaborato con Maurizio Battista, ma ancora di più con Antonio Giuliani, due grandi comici, molto differenti tra loro. L’unica cosa che hanno in comune è la grande professionalità e il cuore che mettono in tutto quello che fanno. Ho cercato di imparare il più possibile da loro. Ancora oggi li studio, sono attento ad ogni loro movimento, anche quando non sono sul palco, per capire la loro profondità e apprendere dalla loro arte . Ovviamente, li ringrazierò per tutta la vita per le possibilità che ancora oggi mi danno.

Dove trovi l’ispirazione per la tua comicità?

L’ispirazione la prendo da tutto quello che mi circonda: dalla strada, ma anche e soprattutto da tutto ciò che avviene in casa.

C’è quel verso che fai ogni volta e che accompagna il personaggio che sei; è un tuo marchio di riconoscimento? Quando e come è nato?

La mia risatina? È ormai diventata un tormentone per me, quasi nauseante. Sentirla in certi casi mi fa provare una profonda antipatia per me stesso! Per non pronunciare quella famosa frase vernacolare romana molto più chiara… in realtà quella risatina nasce da una battuta comica non propriamente riuscita, e quindi è un modo per uscire da un momento di imbarazzo totale. Mi scappò in quel frangente, come per dire che a me la battuta invece faceva ridere; c’ero rimasto male che non avevano riso, ma quando è scattata quella buffa risata nervosa, ho realizzato quanto facesse divertire, a volte più delle mie battute!

Vedi che spesso fai video o foto con persone che ti fermano per strada, cominci ad avere una certa notorietà. Che effetto ti fa essere riconosciuto e fermato, ma soprattutto apprezzato?

Essere riconosciuto è una bella cosa e ovviamente fa tanto piacere. Anche se, diciamo, alla soglia dei cinquant’anni destabilizza un po’. Non sai perché la gente ti sta guardando, non sei abituato; poi, se non sono dei matti, ti fanno un accenno di sorriso e tu glielo rifai. Ormai per me è tutto un gioco, cerco e spero soltanto di rimanere con il sorriso e di riuscire ad affrontare tutti i drammi della vita con la mia ironia, di non perdere mai questa mia attitudine.

Che pensano la tua famiglia e gli amici, ma anche la tua ragazza della tua professione?

La mia famiglia mi ha sempre sostenuto e ora è più serena che mai. La mia ragazza? Quale ragazza ? Aaaah! sono un anima libera, dopo l’ ultima relazione alquanto dolorosa faccio fatica a ricominciare… ma sai, è la vita che decide per noi, quindi aspetto serenamente.

So che hai un passato da musicista di piano bar, intrattenitore, animatore… me ne parli?

Ho studiato in diverse scuole di musica, ma con scarso successo. Scherzi a parte, ho dedicato vent’anni della mia vita all’ intrattenimento musicale, ovvero il pianobar, dove prendevo più risate che applausi. Al ché mi sono fatto una domanda: “Ma voi vedé che devo fa er comico invece de sona’ ?” Ho avuto il coraggio di cambiare a quarant’anni, andando avanti convinto di quello che stavo facendo. Mi sono dedicato anima e corpo alla comicità ed ho iniziato a vivere da comico guardandomi intorno, guardando tutto e tutti come fonte di ispirazione.

Quali sono le tue passioni principali?

La mia passione ora è il mio lavoro. Vivo per far ridere la gente. Poi ho la musica, le passeggiate, la bici, qualche volta la pesca…

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Sogno di fare spettacoli in teatri grandi e qualche film ovviamente. Il mio personaggio portato sul grande schermo sarebbe meraviglioso, ma bisognerebbe trovare qualcuno che sappia cogliere il meglio di me. Sarà un sogno, ma sognare non costa nulla, quindi continuo a farlo!

Ci parli del tuo spettacolo al Teatro Testaccio? Di cosa parla? Com’è nato?

Il mio spettacolo sarà un insieme di freddure, monologhi comici ispirati sempre alla vita vissuta e un po’ di musica. Il resto verrà da sé, improvvisazione!

Progetti futuri?

Per ora serate estive, poi lavorerò per realizzare quei sogni di cui parlavamo prima

E allora, ci vediamo al Teatro Testaccio ad aprile!