“Il calcio non era il mio mestiere. Spero di rendere orgogliosa la mia famiglia”
E’ un periodo ricco di impegni cinematografici. Dopo il successo ottenuto con Medium, Emilio Franchini ha proseguito la collaborazione con il regista Massimo Paolucci. Di recente, Emilio ha partecipato al film Una preghiera per Giuda che verrà presentato al Festival del Cinema di Venezia. Una bella occasione per lui che dopo un passato da calciatore ha scelto di abbracciare il mestiere della recitazione. In questa intervista, oltre a parlarci di questo progetto, Emilio ci ha parlato delle difficoltà che ha incontrato nel mondo del calcio svelandoci qual è il suo sogno più grande.
Emilio, per te è un periodo ricco di impegni cinematografici. Dopo Soldato sotto la luna sei impegnato nella post produzione di Una preghiera per Giuda. Che ruolo hai interpretato e cosa ti ha colpito di questo progetto?
Nel film Una preghiera per Giuda ho lavorato ancora una volta con Tony Sperandeo e ho vestito i panni del figlio, Pietro. Un ragazzo con un lavoro e una vita normale che scoprirà di avere un padre che sta per uscire dal carcere. Lui all’inizio non voleva avere rapporti con il padre visto che non ci era cresciuto. I boss rivali mandano degli avvertimenti al figlio che sarà costretto ad avere un colloquio telefonico con il padre che gli intimerà di lasciare il posto in cui vive. Pietro deciderà poi di affrontare le paure del passato.
Sei candidato come miglior attore al Festival Internazionale che si svolgerà a Civitavecchia. Un bel traguardo. A chi senti di dire grazie?
Vorrei ringraziare la mia famiglia, in particolare a mio padre che ha creduto in me e che mi ha aiutato dopo che avevo fatto piccole parti. E poi tutto lo staff e le persone che hanno visto qualcosa in me.
Quando hai capito che la recitazione sarebbe stata il tuo mestiere?
Mi sono accorto che la recitazione sarebbe diventata il mio mestiere mentre giravo il film Medium. Recitare mi rendeva felice e soddisfatto e in quel momento ho capito di aver trovato la mia strada.
Hai abbandonato la carriera nel calcio. Ti sei pentito di questa scelta?
Da piccolo il mio sogno era di diventare calciatore. Avevo giocato anche in Svizzera ma poi le cose non andavano. Nella vita ti accorgi subito quando riesci a fare una cosa tua. Nel calcio ho incontrato sempre difficoltà che all’inizio riuscivo a risolvere ma che poi si ripresentavano. Ho deciso di mollare e di prendere un’altra strada.
Oggi i giovani approdano al mondo del cinema ma anche della tv attraverso i reality. Tu parteciperesti mai a questo tipo di programmi? Pensi che il reality possa essere un valido trampolino di lancio?
Ora come ora non mi sentirei di partecipare ad un reality. Vorrei prediligere la recitazione per farmi conoscere come attore. Nella vita non si sa mai e tra qualche anno poi vedremo. Il mio obiettivo è fare cinema e televisione. Non chiudo le porte ai reality ma al momento ho altri obiettivi.
C’è un ruolo che in futuro vorresti interpretare?
Il bravo ragazzo. Finora mi hanno fatto fare sempre il cattivo.
Con quale regista ti piacerebbe lavorare in futuro?
Ho fatto dei provini importanti con registi molto importanti. L’importante è che un progetto sia buono e che mi permetta di tirar fuori quello che sento.
Un sogno nel cassetto?
Sono un ex sportivo e abituato alla competizione. Vorrei vincere qualcosa di importante per rendere orgogliosa la mia famiglia, la mia compagna e i miei amici più cari.