8 agosto 1991: nel porto di Bari, attracca la nave Vlora carica di ventimila albanesi: ventimila persone che arrivano, in un sol colpo, sono un paese intero.
E un paese intero non lo si può rispedire a casa come fosse un pacco mal recapitato. Da un lato le autorità governative che vogliono quei ventimila, rinchiusi, tutti insieme, nello stadio cittadino. Dall’altro i cittadini di Bari, che accolgono con generosità quella folla di persone, anche a suon di paste al forno e focacce raccolte tra le famiglie. Una vicenda ancora viva nella memoria collettiva, evento precursore della tragica crisi migratoria che oggi stiamo vivendo.
8 agosto 2021: trent’anni dopo quello sbarco, nello stesso luogo dove arrivò la Vlora, sul lungomare di Bari, andrà in scena site-specific lo spettacolo La Nave Dolce scritto e diretto da Daniela Nicosia, con Massimiliano Di Corato. Lo spettacolo, ad ingresso libero, è il cuore degli eventi culturali organizzati dal Comune di Bari unitamente a quello di Durazzo, per non dimenticare una vicenda che ha segnato la storia dell’immigrazione mondiale.
Lo spettacolo( oltre all’ 8 agosto a Bari) andrà in scena il 5 agosto a Durazzo e l’11 settembre al Festival CombinAzioni a Montebelluna (TV)..
La Nave Dolce – che si ispira all’omonimo film di Daniele Vicari – racconta del più grande sbarco di migranti mai giunto in Italia con un un’unica nave.
Lo spettacolo ripercorre in modo evocativo la drammatica vicenda della Vlora, con un testo crudo e immaginifico al contempo in cui lo sviluppo drammaturgico procede attraverso tre voci: quella di chi si mette in viaggio, quella di chi accoglie, quella di chi guarda; per ogni voce una lingua: un idioma italo-albanese, il dialetto pugliese e l’italiano; per ogni lingua: tre punti di vista: un giovane albanese, un barese e un bambino. Una triangolazione dello sguardo che intreccia le tre prospettive alla ricerca di un impatto emotivo che, senza retorica, solleciti la coscienza collettiva.
Il testo è nato da una lunga ricerca su documenti, giornali e filmati di quell’8 Agosto 1991 e dalle testimonianze raccolte nel corso di due anni da Daniela Nicosia.
“Viaggiavamo, viaggiavamo soltanto ma dove e per quanto”: questa una delle testimonianze raccolte. Questo andare avvicina chi allora andava e chi oggi si mette in mare, nella estrema diversità tra quelle navi prese d’assalto quasi per gioco, quasi per scommessa, e i barconi attuali- afferma l’autrice del testo e regista dello spettacolo Daniela Nicosia – Eppure non mi bastava. Nella ricerca di una verità del dire che da sempre appartiene alla mia ricerca artistica e si traduce nella cura del lavoro sull’attore, affinché non reciti ma sia, in quel qui e ora, che il teatro richiede, in quella adesione e sincerità che la vita richiede, ho cercato un link tra quella prima immigrazione e quella presente, e un giorno l’ho trovato: stava nelle parole. Nelle parole della politica, nelle parole del potere. Dolorosamente identiche, nel tempo. È così che una storia di trent’anni fa sa parlare al presente.”
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