La vicenda dell’attacco hacker alla Regione Lazio è sparita dalle cronache, forse perché segnala la preoccupante incapacità delle pubbliche amministrazioni di tutelare dati e informazioni degli utenti, ma ha continuato per giorni e produrre le sue conseguenze sui cittadini del Lazio
Solo in questi giorni sono riprese normalmente visite e analisi in molti centri regionali, ragion per cui è legittimo parlare di un avvenimento gravissimo, che ha comportato settimane perse per ripristinare il sistema, un grave rallentamento delle procedure vaccinali e un gravissimo danno per i cittadini.
Basti pensare al lungo blocco dei servizi del Cup, il Centro unico di prenotazione, e quelli del Cad, Centro assistenza domiciliare rivolto a disabili gravi e gravissimi. O alle famiglie che hanno a che fare con vere e proprie urgenze, bisognose di respiratori, strumenti cardioprotettive, cannule per l’alimentazione forzata. O ancora ai tanti, tantissimi che avevano visite e analisi prenotate e hanno visto sparire le prenotazioni, o sono finiti nel caos dei servizi informatici regionali: per loro, ora, scende in campo il Codacons, che chiede di recuperare le analisi/visite perse attraverso un piano di intervento dedicato, oppure di provvedere al risarcimento automatico e diretto per i cittadini costretti nel corso delle ultime settimane a rivolgersi al privato causa l’impossibilità di ricorrere alle strutture pubbliche.
I cittadini non devono e non possono pagare anche il conto delle falle di sicurezza della Regione e dei suoi uffici: è necessario anzi che si trovi una soluzione per alleviare il carico che, in questa difficile e caldissima estate, ha continuato a gravare su di loro.
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