A Roma i prezzi al pubblico degli alimentari corrono più dei servizi di largo consumo, segnando un +2,77% tra il 2019 e il 2020.
Lo afferma il Codacons, che ha realizzato una indagine mettendo a confronto prezzi e tariffe al dettaglio in vigore a Roma ad ottobre 2019 con i listini “post-Covid” praticati oggi in città.
E le sorprese contenute nel report dell’associazione sono davvero molte.
Per acquistare i prodotti alimentari oggetto di indagine le famiglie residenti a Roma spendono oggi quasi il 3% in più rispetto allo scorso anno – spiega il Codacons – Costa di più il pane (+7,4%), il prosciutto (+8%) e la carne di pollo o di maiale, mentre per l’ortofrutta i rincari più pesanti si registrano per le zucchine (+46%), le cipolle (+30%), i cetrioli (+14%).
Per acquistare a Roma l’intero paniere alimentare composto da 25 voci si spendono oggi in totale 184,23 euro, contro i 179,26 euro dell’ottobre 2019.
La situazione cambia completamente se si analizza il comparto dei servizi: qui i listini subiscono una riduzione media del -1,87% rispetto al 2019.
Costa in media il -10% portare un abito in tintoria, e scende il costo di una otturazione dal dentista (-6,2%). Leggermente più cara la tazzina di caffè al bar (+2,2%) ma si risparmio sul parrucchiere (fino al -2,7% il taglio uomo).
“L’andamento dei prezzi è determinato dal crollo del turismo a Roma e dalla contrazione dei consumi delle famiglie residenti causati dal Covid – spiega il presidente Carlo Rienzi – A subire rincari sono infatti quei prodotti, come alimentari e ortofrutta, di cui i consumatori non possono fare a meno, mentre i listini scendono in quei comparti che, a causa dell’assenza di turisti e della stretta agli acquisti delle famiglie, hanno visto una contrazione del giro d’affari”
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