Il documentario che indaga la giovinezza di Giacomo Matteotti nel Polesine, esplorando le radici intime e locali del grande politico italiano.
Il documentario Diventare Matteotti ci conduce alla scoperta della giovinezza di Giacomo Matteotti in Polesine, tra le strade, le case e i volti che hanno formato il suo carattere.
Diretto dai registi Camilla Ferrari – autrice anche delle musiche – e Alberto Gambato, con la sceneggiatura di Laura Fasolin, questo lavoro offre uno sguardo inedito e intimo su una figura le cui origini rurali e familiari hanno alimentato una profonda avversione all’ingiustizia e un forte senso di responsabilità sociale, svelando le radici profonde di una figura destinata a diventare un simbolo dell’antifascismo.
Il racconto rivisita luoghi e persone che segnarono gli anni formativi del giovane Matteotti, evidenziando le influenze familiari – in primis i fratelli, il prematuramente scomparso Matteo che per primo lo condusse verso gli ideali socialisti, e Silvio, punto di riferimento per contadini e operai che stavano compiendo una riscossa verso i padroni -, il contesto storico-sociale e le prime esperienze amministrative che contribuirono a forgiare la sua indole e il suo spirito combattivo.
In questo modo il documentario riesce e raccontare le tensioni e le aspirazioni della comunità polesana dell’epoca, restituendo un’immagine fedele del giovane Matteotti e del Polesine di inizio Novecento.
A dare vita a Matteotti e al caleidoscopio di figure a lui vicine vi sono gli attori Matteo Alí (Matteotti adulto), Elisabetta Mazzullo (Velia Matteotti), il giovanissimo Teo Zaia (Matteotti bambino) e Beatrice Schiros (voce narrante), oltre alle amichevoli partecipazioni di Alessandro Alfonsi, Gilberto Cavallaro, Antonio Gambato, Andrea Pavarin e Gianni Sparapan.
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