Questi disastri accadono quando le competenze umane sono solo quelle tecnico-scientifiche senza prendere in considerazione quelle competenze complementari alla capacità delle macchine.
Ecco la strategia italiana disegnata dagli esperti di Sensoworks che partendo da Roma si propongono di conquistare anche l’America.
Si può evitare la «Sindrome Cinese» che ha portato al crollo del colossale ponte di Harbin Yangmingtan, considerato un capolavoro ingegneristico, lungo oltre 15 chilometri e costato 268 milioni di dollari, venuto giù dopo appena 9 mesi. Ed anche la «Sindrome Americana» che ha portato al crollo del ponte pedonale da 14,2 milioni di dollari a Miami, progettato per durare 100 anni e per resistere ad uragani forza 5. A pochi giorni dalla costruzione, invece, le 950 tonnellate di cemento del ponte pedonale che collegava il campus della Florida International University con la città si sono schiantate su un’autostrada ad 8 corsie.
Come? «Questi disastri accadono quando le competenze umane sono solo quelle tecnico-scientifiche senza prendere in considerazione quelle competenze complementari alla capacità delle macchine. Anche perché in molte attività l’uomo è ancora superiore, soprattutto in quelle che consistono nel sapere utilizzare la macchina al meglio: il calcolo non può funzionare meglio delle nostre intuizioni, perché l’algoritmo —senza l’uomo— è un qualcosa di neutro, è solo un programma» rispondono gli esperti di Sensoworks (www.sensoworks.com), la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme multilivello.
Per evitare disastri basta partire dalla valorizzazione di una cultura interna delle aziende dove l’uomo è sempre in primo piano e dove si guarda all’ambiente come una risorsa di tutti, al di là di ogni confine nazionale. Questo l’assioma di partenza di Sensoworks, perché —secondo i fondatori dell’azienda— il progresso tecnologico dipende soprattutto dalla componente umana e dalla «capacità umana» dei soggetti che sviluppano, implementano e utilizzano la tecnologia.
«Si tratta di un nuovo umanesimo che passa anche dall’Intelligenza Artificiale ma che vede l’uomo sempre al centro, cominciando dalla nostra cultura aziendale» spiega Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks (www.sensoworks.com).
I fondatori dell’azienda hanno sempre insistito sullo sviluppo di una forte cultura di base, orientata all’innovazione, alla qualità, al servizio ed alla competitività, ponendo il profitto in secondo piano e privilegiando non solo la ricerca ma anche la promozione di quei valori umani che caratterizzano il «roman way of working». Valori che più in generale sono diffusi in tutto il Sud Italia, tanto da portare dopo Covid-19 alla nascita ed alla rapida espansione del fenomeno del «south working», il lavoro smart dal Sud.
E Sensoworks —tra gli attori principali di questa rivoluzione— ha infatti la sua sede principale nella Capitale italiana ed uffici anche a Napoli. «Per un settore di per sé freddo come il nostro, legato soprattutto all’Intelligenza Artificiale, un approccio freddo non avrebbe potuto certo giovare, soprattutto in un momento in cui l’Italia fa fatica a reggere il ritmo delle altre grandi economie europee tanto dal punto di vista della produzione industriale quanto da quello della competitività delle imprese» sostiene il ceo Sensoworks.
«Di fronte a noi —prosegue De Carlo— vi è la possibilità di vivere un vero e proprio rinascimento tecnologico attraverso uno sviluppo “più umano” di algoritmi predittivi. E noi ci siamo riusciti».
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