Andrà tutto bene…sembra un soffocato grido di speranza e di timore, cosa pensano i bambini?
Da principio contenti per la chiusura delle scuole, ma ora come si spiegano questa strana e artificiosa quotidianità nel loro intimo?
Tutto fermo in una dimensione surreale, con strade vuote, negozi chiusi, che espongono cartelli di scuse e che mal celano una profonda incertezza per il futuro.
Un tonfo per l’economia e contemporaneamente un rischio per la salute di ognuno di noi, che trascina ineluttabilmente tutti in una profonda precarietà.
Cosa spiegare ai nostri figli se abbiamo una palese maschera di ambiguità sotto quella mascherina bianca?
L’ombra funesta del morbo, viene rammentata ad ogni passo da gente sfuggevole e solitaria che munita della ormai inseparabile mascherina ci riporta alla mente i medici con il becco, quello per proteggersi dalla peste del XVII secolo, buffi si ma non più di noi.
Si parla a distanza nella strada anche tra conoscenti e chi è costretto a passare sul marciapiede tra quel metro che ora sono diventati due, si scusa per aver interrotto la chiacchierata antistress, forse reconditamente contento per aver momentaneamente interagito con qualcuno.
Siamo tutti potenziali untori e come nei giorni della peste le autorità controllano anche chi va a piedi, intimidito il fermato mostra tremante un’autocertificazione e aspetta il responso del severo gendarme.
Insolita lentezza del trascorrere del tempo.
Sono più stanco ora di quando la mia giornata era piena.
Tutto è fermo insolitamente rallentato.
Palestre, cinema, negozi, questo morbo oltre della salute ci ha privato della nostra sfrenata quotidianità, monotona anche essa, ma talmente turbinosa da non concederci il tempo per soffermarci a capirlo.
Abbiamo paura, perché ora intuiamo quello che prima ignoravamo.
Ci fa paura ascoltare, provare, aver tempo di riflettere, sentire il nostro respiro lento che prima era solo un affanno.
Paura per l’impossibilità di riavere al momento e chissà per quanto la nostra amara consuetudine, che però è una dannata sicurezza.
Intanto i bambini guardono, assorbono e disegnano la speranza.
Andrà tutto bene…