Pronto il portale dei vaccini al servizio di MMG e cittadini
“Queste tre strade rappresentano un’unica strategia di sanità pubblica e potranno piegare la curva di diffusione del Covid. Il ruolo dei MMG si conferma determinante anche per gli anticorpi monoclonali, che necessitano di una rapida somministrazione per evitare l’ospedalizzazione” sottolinea il Prof. Cricelli, Presidente SIMG
LE STRATEGIE ANTICOVID E L’IMPORTANZA DELLE CURE DOMICILIARI – La straordinaria situazione pandemica in Italia come in gran parte del resto del mondo presenta ogni giorno un bollettino quotidiano con contagi, ricoveri e decessi. Per questo la SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie ha avviato molteplici iniziative di formazione e conoscenza volte a valorizzare lo stretto legame esistente tra paziente e Medico di famiglia, la prima sentinella che entra in contatto con i cittadini maturando l’immediata consapevolezza della situazione dei propri assistiti. In quest’ottica rientra anche il webinar di venerdì 19 febbraio. “Salute pubblica e cure domiciliari. Il ruolo dei medici di famiglia per vincere il SARS-CoV-2. Vaccinazioni e anticorpi monoclonali”
“Abbiamo messo insieme i tre strumenti strategici che abbiamo a disposizione in questo momento contro il Covid-19 – spiega il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Al momento, solo puntando su queste tre strade, da intendersi come componenti di un’unica strategia sanitaria, è possibile piegare la curva di diffusione del Covid. Anzitutto, il riferimento è alle note misure di sanità pubblica, come il contenimento dei contagi tramite i DPI, le chiusure, le varie forme di distanziamento. In secondo luogo, da inizio anno abbiamo implementato lo strumento primario che dovrebbe estinguere la circolazione virale: i vaccini contro il Covid-19. Infine, da qualche settimana, si aggiunge uno strumento molto delicato, da usarsi nella fase precoce della malattia nelle persone ad alto rischio: gli anticorpi monoclonali. Questi ultimi svolgono una funzione di attacco specifico nei confronti degli antigeni del Sars-CoV-2. Sono l’unica arma effettivamente efficace nella fase precoce della malattia. Si tratta già di una realtà, in quanto sono prodotti e utilizzati; ce ne sono 4 o 5 disponibili e altri in fase di studio nel mondo. Hanno mostrato una sostanziale efficacia, ma ad alcune condizioni, a partire dalla rapida somministrazione, nel momento in cui si conferma un caso iniziale di Covid. La centralità di una diagnosi precoce sottolinea ulteriormente l’importanza del ruolo dei Medici di famiglia, che colgono i primi segnali di malessere del paziente attraverso telefonate, triage, visite, analisi delle cartelle. In merito alle modalità di impiego, noi sosteniamo che sia più opportuna una somministrazione domiciliare, al fine di accelerare le operazioni e per non intasare gli ospedali, senza dimenticare i rischi di estensione del contagio e il pericolo di contrarre altre infezioni nosocomiali”.
LE VARIANTI DEL VIRUS E L’IMPORTANZA DELLE STRATEGIE ANTICOVID – Il problema delle varianti è la questione più rilevante in questa fase, visto che il virus muta spontaneamente per facilitare la propria riproduzione.
“Al momento abbiamo riscontrato quattro diverse varianti – spiega Marcello Tavio, Presidente della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – Anzitutto, la variante inglese, preponderante in Irlanda e Regno Unito, diffusa anche in Italia a macchia di leopardo, si caratterizza per un più elevato livelli di contagiosità, con aumento proporzionale di casi gravi e decessi; i vaccini sono però egualmente efficaci. Diverso il discorso per quelle sudafricana, brasiliana e per una variante della variante inglese, caratterizzata da una mutazione nella posizione E484K che le dà forti rassomiglianze con le due precedenti: in queste ultime tre varianti l’efficacia del vaccino risulta diminuita. È dunque indispensabile compiere ogni sforzo per limitare al massimo ogni diffusione del virus: se si riduce la circolazione, diminuiscono automaticamente le varianti. Nel prossimo futuro, le nuove generazioni di vaccini terranno conto di queste varianti. In merito all’efficacia degli anticorpi monoclonali, alcuni dati non ancora pubblicati suggeriscono l’ipotesi di una minore efficacia verso le varianti. L’industria farmaceutica dovrà dunque attivarsi affinché anche questi preziosi strumenti si adeguino alle nuove esigenze”.
UN NUOVO PORTALE INFORMATIVO PER IL CITTADINO – Tra gli strumenti recenti di lotta al Covid-19 figurano i vaccini. Mai come in questo periodo ci siamo resi conto di come la prevenzione vaccinale abbia un’importanza strategica. Per questo la SIMG ha deciso di intervenire in supporto di Medici di famiglia e cittadini con un portale accessibile all’indirizzo https://vaccinazionicovid19.it/ o tramite il sito www.simg.it dove si possono trovare materiali utili a comprendere diversi aspetti della campagna vaccinale in atto contro il Covid.
“Il Covid ha posto sotto gli occhi di tutti l’importanza della vaccinazione – evidenzia Alessandro Rossi, Responsabile ufficio di Presidenza SIMG – La strategia vaccinale non riguarda però solo il Covid, ma anche altri ambiti, grazie all’efficacia degli altri vaccini ad oggi disponibili. Per offrire un servizio efficiente, stiamo allestendo questo portale che fornirà notizie e strumenti utili per pazienti e Medici di Medicina Generale su tutte le vaccinazioni dell’adulto, a partire da quelle influenzale, pneumococcica, difterite, pertosse, herpes zoster, solo per citare le più importanti. Dentro il portale ci saranno vari strumenti: corsi FAD, Linee Guida, slide, pillole informative, documenti. Tutti i materiali saranno facilmente fruibili affinché si possa navigare in maniera semplice. All’interno ci saranno pure attività che potranno essere riprese nelle cartelle mediche”.
NUOVI INGRESSI TRA GLI ANTICORPI MONOCLONALI – Gli anticorpi monoclonali sono anticorpi diretti contro un unico antigene. Sono da somministrare entro 72 ore dall’inizio dell’infezione e non oltre 10 giorni dalla rilevazione del virus. Servono ad evitare che la patologia innescata dal Covid degeneri nelle sue forme più gravi, e per questo risultano poco efficaci se somministrati quando questi sintomi siano già stati sviluppati. Il farmaco non è alternativo al vaccino, in quanto va utilizzato una volta contratta l’infezione, mentre l’immunità è valida solo per un limitato lasso di tempo e per le forme più acute. I primi due anticorpi monoclonali sono stati approvati dalla Commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia Italiana del Farmaco lo scorso 4 febbraio. A questi potrebbe presto aggiungersi anche Regdanvimab (CT-P59), l’anticorpo monoclonale diretto contro la proteina spike di SARS-CoV-2, sviluppato da Celltrion Healthcare. CT-P59 ha completato con successo le fasi I e II di sperimentazione clinica e, attualmente, si trova in fase avanzata di sperimentazione (fase III) attraverso uno studio clinico (denominato“3.2”) internazionale, di fase II/III, randomizzato, in double blind e controllato con placebo. Lo studio verrà condotto anche in diversi centri in Italia, dove è già stato autorizzato dall’AIFA e dal Comitato Etico nazionale.
“Gli anticorpi monoclonali costituiscono l’ultima innovazione in tema di lotta al Covid-19 – conclude Marcello Tavio – Presidente Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – Si tratta di uno strumento che deve essere impiegato nelle prime fasi dell’infezione, quando il paziente è ancora fuori dall’ospedale e si deve far di tutto affinché la situazione non si complichi. Gli anticorpi monoclonali non possono riportare indietro la malattia superata una certa fase, allorquando l’infiammazione è in una fase avanzata. Se si è ancora nella fase virale della malattia l’uso di questi farmaci può rallentare o bloccare l’evoluzione della malattia. Stiamo pianificando l’uso dei monoclonali su due canali paralleli: tramite le indicazioni della Gazzetta Ufficiale stiamo percorrendo la via istituzionale, con le regioni che si stanno organizzando per renderli disponibili. Il canale parallelo è quello della sperimentazione indetta e supervisionata dall’AIFA che riguarda i pazienti che non possono entrare nel trattamento ordinario”.
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