Una vicenda giudiziaria costellata di errori e assurdità di cui LNDC viene a conoscenza solo ora.
L’epilogo è che i cani rischiano di dover essere restituiti alla persona a cui furono sequestrati dieci anni fa da cuccioli. Rosati: gli animali non sono oggetti ed è inaccettabile che debbano pagare per gli errori commessi da altri, dopo aver stretto un legame indissolubile con le persone che li hanno cresciuti. LNDC pronta ad offrire assistenza legale alle famiglie coinvolte per valutare ogni possibile azione.
Una storia durata 10 anni e ora può finire nel peggiore dei modi. Tutto era iniziato nel 2009, quando 42 cuccioli provenienti dalla Romania vennero sequestrati durante il trasporto perché erano disidratati, in condizioni igieniche precarie e in stato di stress, oltre a essere troppo giovani. Gli animali erano stati dati in affido a privati in attesa che si concludesse il procedimento penale. Oggi, dopo due sentenze di condanna in primo e secondo grado e l’intervento della prescrizione, la Cassazione ha dovuto annullare per motivi procedurali il provvedimento della Corte d’Appello di Lecce che aveva disposto, in sede esecutiva, l’affidamento definitivo dei cani ai custodi.
“Si tratta di una vicenda giudiziaria molto complessa di cui veniamo a conoscenza solo oggi”, afferma Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali di LNDC. “Da quello che abbiamo potuto capire finora, il giudice di primo grado dispose il dissequestro dei cani e la loro restituzione, nonostante la condanna dell’imputato che avrebbe dovuto comportare la confisca degli animali. Questa decisione non è stata impugnata in Appello né in Cassazione e quindi, purtroppo, rimane vincolante. Ora bisognerà valutare come farla annullare e sostituire con un provvedimento che risponda a criteri di giustizia sostanziale, affidando i cani definitivamente alle persone che li hanno accuditi finora.”
“Ancora una volta gli animali si trovano a pagare per gli errori umani”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Questi cani hanno passato 10 anni, che per un animale sono praticamente tutta la vita, in famiglia e ora rischiano di essere strappati dai loro affetti per colpa di un giudice che con leggerezza non ha disposto la confisca quando avrebbe dovuto. Purtroppo questo è possibile perché gli animali, per il nostro ordinamento, sono paragonati a degli oggetti e non esiste una normativa specifica che regoli il loro sequestro. Quindi, una volta dissequestrati, secondo la legge possono essere rimandati indietro come se fossero un televisore o un’automobile, anche se magari sono passati anni in cui hanno creato un legame profondo e indissolubile con i propri compagni umani. È assolutamente inaccettabile!”
“Bisogna assolutamente che il legislatore riconosca gli animali come esseri senzienti, distinguendoli adeguatamente dagli oggetti inanimati di cui si può disporre a proprio piacimento. Purtroppo non abbiamo elementi per risalire agli affidatari di questi cani, ma se loro si riconoscono in questa storia ci possono scrivere a presidenza@legadelcane.org. Saremo felici di fornire loro l’assistenza legale per valutare ogni possibile azione necessaria per non separarsi dai propri cani”, conclude Rosati.
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