Giuseppe Gulotta, Pietro Ioia e la comunità Sikh di Latina che porta avanti la battaglia per i diritti dei lavoratori nell’Agro Pontino. Sono questi i vincitori del Premio Diritti Umani 2019 dell’Associazione Stefano Cucchi Onlus che sono stati conferiti all’Angelo Mai a Roma, nel corso della prima della due giorni del Quinto Memorial Stefano Cucchi a Roma. I premi sono stati realizzati come ogni anno da Mauro Biani.
I premi
C’è un numero che accomuna Gulotta e Ioia: 22. Sono gli anni che entrambi hanno passato in carcere. Il primo da innocente: si tratta di uno degli errori giudiziari più gravi della storia della Repubblica. A 18 anni si è autoaccusato di aver ucciso due giovani carabinieri: la sua confessione era stata estorta con botte, violenze e torture. Il secondo da colpevole: entrato per piccoli reati, in breve tempo è diventato un narcotrafficante internazionale di hashish e cocaina. Ha scontato la sua pena in 20 diversi istituti penitenziari e ha pagato i suoi errori: «Ho regalato gli anni migliori della mia vita alla carceri, non ho visto i miei figli crescere e per questo ho deciso di cambiare vita», dice sempre. Ma è riuscito a conquistarsi una seconda possibilità nella vita e ha avuto il coraggio di denunciare l’abuso e la sospensione dello stato di diritto, portando allo scoperto quello che accadeva nella cosiddetta Cella Zero del carcere di Poggioreale, dove Ioia ha trascorso sette anni di reclusione. «La Cella zero è un luogo di tortura e violenza, situata al piano terra della struttura: di giorno era utilizzata come smistamento, per le visite mediche e per i colloqui per poi divenire di sera luogo di tortura dove i detenuti erano pestati», spiega.
«Dimenticati e abbandonati dalle istituzioni: quelle di Ioia e di Gulotta sono storie esemplari di quegli “organi” malati ancora presenti nel “corpo” della giustizia italiana», spiegano dall’Associazione Stefano Cucchi Onlus. «Dimenticati dalla società» come lo sono i Sikh di Latina: sfruttati e ricattati nell’Agro Pontino, «hanno trovato la forza di sollevarsi e di far sentire la propria voce per una giustizia che dovrebbe semplicemente essere la normalità», dice ancora la Cucchi Onlus.
«Sono storie di giustizia negata. Hanno fatto sentire la loro voce e vogliamo contribuire alle battaglie che portano coraggiosamente avanti», dice Ilaria Cucchi, presidente dell’associazione. «La mia famiglia, da dieci lunghi anni, sa bene cosa vuol dire trovarsi davanti a muri da abbattere. Camminiamo insieme nella lotta per una giustizia che sia tale anche per gli ultimi: il velo può essere squarciato».
5° Memorial Stefano Cucchi
«Dieci anni senza Stefano. Umanità in marcia»: è questo il titolo del 5° Memorial Stefano Cucchi, celebrato a dieci anni dalla morte, mentre era nelle mani dello Stato, di questo ragazzo di 31 anni che ormai tutta Italia conosce.
«La morte di Stefano Cucchi è entrata nella Storia del Paese. Quanto accaduto dieci anni fa ha oltrepassato le mura delle carceri e le aule processuali, è diventato oggetto di dibattito pubblico, fatto politico, giornalistico e, insieme, motivo di risveglio della coscienza civile di un Paese intero», spiegano le realtà promotrici del Memorial: l’Associazione Stefano Cucchi Onlus, Il Comitato Promotore Memorial Stefano Cucchi e l’Associazione Comunitaria.
L’appuntamento con dibattito e concerto presso l’Angelo Mai – viale delle Terme di Caracalla 55. Al dibattito hanno partecipato Ilaria Cucchi, Fabio Anselmo, il direttore de L’Espresso Marco Damilano e Luigi Manconi, con un contributo del fotoreporter Francesco Zizola.
Al concerto parteciperanno Nada, Riccardo Sinigallia, Piotta, Il Muro del Canto, La rappresentante di lista, Lucio Leoni, MaTeMù, Michelangelo Giordano.
Il Memorial si è concluso con la tradizionale Maratona e Sport sociale presso il Parco di Torre del Fiscale – Via di Torre Branca.
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