Un salto nel vuoto da quattro piani di altezza, probabilmente per cercare di sfuggire all’afa dopo essere stato chiuso fuori sul balcone di casa dai proprietari.
Rosati: isolare un cane su un balcone o in giardino, senza interazione, è un maltrattamento silenzioso che troppo spesso passa sotto silenzio; in questo caso, col caldo di questi giorni, una vera e propria tortura. Ci vuole maggiore senso di responsabilità quando si prende con sé un animale.
Come tutti sappiamo, l’Italia in questi giorni è assediata da un’ondata di caldo inusuale che sta facendo registrare temperature record soprattutto nel nord. Ed è forse proprio per tentare di sfuggire alla sofferenza dell’afa che un labrador nero si è buttato dal quarto piano di un palazzo a Torino, dopo che i suoi proprietari lo avevano lasciato chiuso fuori sul balcone. Il povero cane è atterrato su una automobile parcheggiata e si è ferito gravemente alle zampe, ma fortunatamente è ancora vivo dopo essere stato soccorso da un passante.
“Premesso che è inconcepibile lasciare un cane da solo su un balcone, con le temperature di questi giorni è completamente da folli”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “In generale, comunque, c’è da chiedersi per quale motivo una persona decida di prendere un cane se poi deve tenerlo segregato in un balcone, isolato dal resto del nucleo familiare ed esposto a rischi di ogni genere. Anche se avesse avuto una copertura, cosa ancora da verificare, con questo caldo non sarebbe stata sufficiente a proteggerlo dall’afa”.
“Ovviamente sporgeremo denuncia contro i proprietari del labrador, tanto più che il regolamento per il benessere e la tutela degli animali del Comune di Torino vieta espressamente, all’articolo 9, la detenzione permanente di animali su terrazze e balconi. Non posso immaginare la disperazione di questo povero cane che ha preferito lanciarsi nel vuoto piuttosto che continuare a sopportare quel disagio intollerabile”, continua Rosati.
“Resta il fatto che ancora troppe persone prendono con sé un animale senza avere la minima idea della responsabilità che questo comporta e senza tenere affatto in considerazione le sue esigenze, fisiologiche ed etologiche. Cani e gatti segregati in balconi, giardini, cantine, legati a catene, privati di ogni interazione con l’essere umano o loro simili, oppure lasciati vagare senza controllo, animali chiusi in auto sotto il sole. Tante forme di maltrattamento silenzioso che spesso passano inosservate finché non succede qualcosa di eclatante come questo caso o come nel caso dei decessi dovuti al caldo in auto”, prosegue Rosati.
“È necessario che chiunque affidi un animale a qualcuno si assicuri che quest’ultimo sia in grado di tenerlo nella maniera appropriata, spiegando accuratamente cosa fare e cosa non fare e vigilando che la gestione avvenga in maniera corretta“, conclude Rosati.
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