Nonostante l’identificazione del veicolo tramite il numero di targa, il GIP dispone l’archiviazione.
La battaglia legale di LNDC non ottiene il risultato sperato ma si cercano ancora possibili testimoni oculari. Rosati: pericolosità sociale sottovalutata, lasciato a piede libero un potenziale assassino.
Il fatto risale a circa un anno e mezzo fa. Un cane, poco più che un cucciolo, fu legato a un’auto e trascinato fino a ucciderlo in maniera atroce. Un testimone aveva preso nota del numero di targa parziale e del modello dell’automobile, fornendo questi dati ai carabinieri. LNDC, i cui volontari locali erano stati coinvolti dalle forze dell’ordine per recuperare il corpo senza vita del povero animale, sporse denuncia con la fondata speranza di riuscire a ottenere giustizia grazie agli elementi in possesso degli inquirenti.
Tuttavia, ad aprile dello scorso anno, il magistrato della Procura di Potenza dispose l’archiviazione del caso in quanto, in base alle indagini effettuate, non era stato possibile risalire a chi effettivamente era alla guida dell’auto e quindi era direttamente responsabile di quel crudele gesto. LNDC si oppose alla richiesta di archiviazione, richiedendo un maggiore sforzo investigativo e fornendo alcune indicazioni sulle possibili indagini da effettuare.
La notizia di oggi è che il GIP, pur avendo ascoltato le motivazioni presentate dal legale LNDC, ha definitivamente archiviato il caso ritenendo che l’eventuale supplemento di indagini suggerito dall’associazione non avrebbe portato a risultati concreti. “Sono sbalordita e molto amareggiata per questa decisione”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC. “In uno dei rari casi in cui si era riusciti a circoscrivere il numero degli indiziati, identificando con certezza l’automobile, non si è comunque arrivati a individuare il colpevole. Mi chiedo se sarebbe stata applicata la stessa logica nel caso in cui fosse stato ucciso un essere umano anziché un cane, cosa che può ancora succedere. Purtroppo, infatti, tante persone sottovalutano ancora troppo la pericolosità sociale di questi gesti di violenza contro gli animali che invece la letteratura scientifica considera come precursori di violenza sugli umani. Non approfondendo le indagini si è di fatto lasciato a piede libero un potenziale assassino.”
“Abbiamo fatto tutto il possibile per arrivare ad avere giustizia per questo povero cane”, commenta Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali LNDC, “ma le nostre istanze sono state respinte. L’unica speranza per riaprire le indagini è riuscire a identificare con certezza la persona che era alla guida dell’auto in quel maledetto giorno. Se qualcuno ha assistito alla scena e finora non si è fatto avanti, può ancora farlo e contattarci. A fronte di una testimonianza oculare diretta o di nuove prove, siamo pronti a chiedere la riapertura delle indagini e andare fino in fondo”.
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