“Aldo Fabrizi”

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Teatro Marconi
Di Fabrizio Gaetani
Regia Fabrizio Giannini

Fabrizio è un tumultuoso e talentuoso attore, comico e cabarettista, che si rivela anche un piacevole simpaticone per chi ha l’opportunità di conoscerlo di persona. Un’artista che porta sempre con sé, sul e fuori dal palco, la romanità schietta e verace di cui è impregnato. Le sue proposte, anche quelle in cui collabora con i colleghi, rendono sempre la serata piacevole e divertente per lo spettatore. Tra le tante di Fabrizio, una particolarmente riuscita e che ama proporre lo vede incarnare il mitico Aldo Fabrizi.

Eccolo allora stasera ospitato dal Teatro Marconi, esibirsi in ricordo del grande e storico attore, inserendo una serie di aneddoti, alcuni più o meno conosciuti e altri inediti su Fabrizi, che nonostante le indiscutibili capacità non ha mai raggiunto i vertici della notorietà e il dovuto riconoscimento di altri suoi colleghi.

Pensate alla parte drammatica che interpretò in “Roma città aperta” di Rossellini e Fellini. Come ci racconta Fabrizio, si trattò di un film premiato da un oscar, un nastro d’argento, una palma d’oro, un riconoscimento come miglior attrice ad Anna Magnani; e il fantastico prete interpretato da Aldo Fabrizi? Niente.

Ricordate lo spettacolo teatrale “Rugantino”? Ancora oggi proposto da nomi noti, allora addirittura espatriato in un lungo tour in America, Argentina e Canada.

Al fianco di Nino Manfredi nei panni di Rugantino, Aldo era nei panni di un Mastro Titta divenuto storico, tanto da arrivare a rivaleggiare con il personaggio principale surclassandolo. Aldo volle portarlo in scena fino all’ultimo, personalizzandolo a tal punto da entrare in conflitto con i registi che cercavano di smorzare la sua esuberanza, nonostante l’enorme successo e il plauso del pubblico.

aldo fabriziFinché visse, non volle mai lasciare questo ruolo a nessuno, neanche durante la sua malattia che lo avrebbe portato via. Orgoglioso e fiero sempre più provato, arrivò ad interpretarlo apparendo in scena addirittura seduto su una sedia… eppure anche in quella occasione, non arrivò alcun riconoscimento ufficiale.

A chi volesse conoscere più approfonditamente il grande artista, suggerisco di vedere, semmai verrà riproposto, lo spettacolo “L’acqua e la farina”, andato in scena un paio di anni fa, in cui Aldo Fabrizio è impersonato da un capace Luigi Nicholas Martini (che peraltro ha lavorato insieme a Gaetani nella “Setta dei romani estinti” spettacolo incentrato sulla romanità, ideato da Fabrizio Giannini, che stasera si occupa della regia) e un’ egregia Mary Ferrara nei panni della Sora Lella. Uno spettacolo biografico su queste due figure, tratto dai ricordi dei parenti, che rivela la personalità dell’ artista attraverso una lunga serie di aneddoti divertenti come quelli che troverete raccontati nella pièce di stasera.

Fabrizio ama Fabrizi, lo si intuisce da come garbatamente ed educatamente lo fa rivivere, proponendolo con lo stesso modo di parlare e il suo inconfondibile vocione, ricercando la stessa gestualità e mimica, come quando strizzando gli occhi spinge con una smorfia il mento verso il petto con la sua personale espressione sorniona…

Il protagonista è stato attentamente studiato ed emulato in modo impeccabile. Cominciando ad imitarlo per gioco e riscontrando successo, Fabrizio ha capito che anche lui era nato per fare spettacolo. Attraverso questa interpretazione, infatti, stasera ci dimostra la sua bravura e le sue capacità facendoci ridere ma anche toccandoci nel profondo e, perché no, commuovendoci con la comicità di un tempo, ormai svanita e dimenticata dalle nuove generazioni.

aldo fabriziChissà se attraverso questo spettacolo giovani generazioni non riscoprano la figura di Aldo Fabrizi, per apprezzarlo e divertirsi con lui, recuperando e restituendogli quell’attenzione che merita insieme al giusto riconoscimento per quanto dato al mondo dello spettacolo.

Cosa troviamo in questa proposta? Un Fabrizio lanciato, carico e potente che entra ed esce dal personaggio ora vestendone i panni e ora facendosi attento cronista o storico; e lo fa con tanta classe, perizia, eleganza e comicità.

Fabrizio ci racconta dei supplì e della pastella fritta che tanto amava cucinare, così come dell’ “amatriciana a modo mio” che preparava con una personale ricetta, o di come regalasse a tutti pacchi di pasta, di come lavorasse scrivendo i suoi testi in cucina, luogo per lui non diverso da uno studio, o di quando interrompeva le scene di un film perché era ora di mangiare, ovviamente in compagnia di tutto il cast, i tecnici e gli operatori; per lui che veniva dalla guerra e aveva patito la fame, offrire da mangiare a qualcuno era un gesto d’affetto.

Un bello spettacolo intenso e divertente in cui si apprezza l’interpretazione di Fabrizio che non vuole essere una semplice imitazione, ma la restituzione del talento e dell’umanità di Aldo Fabrizi.

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