Teatro 7 Off
di Gianni Clementi
Con Andrea Perrozzi, Alessandro Salvatori, Elisabetta Tulli.
Regia di Vanessa Gasbarri aiuto regia di Claudia Ferri.
Ho assistito con molto piacere alla gestazione di questo spettacolo seguendo le prove, perciò ho avuto modo di vedere le varie fasi della sua costruzione. È stato un po’ come essere nella cucina di un famoso ristorante a seguire passo dopo passo la lavorazione di un piatto prelibato da gustare, poi, seduto a tavola. Stasera sono qui, alla prima, per assaporare quel piatto. Sono consapevole che sarà un successo. Queste le mie impressioni e l’intervista al cast già pubblicata:
Interpretato in passato da Nicola Pistoia, Paolo Triestino ed Elisabetta De Vito, ecco una nuova versione.
Siamo a Roma, dove troviamo Sergio, Maria e Milan, disgraziati che si arrangiano per arrivare a fine mese.
Sergio, (Andrea Perrozzi), separato con figli, ormai è disoccupato a causa di un incidente che lo ha reso semi invalido mentre compiva acrobazie sul set di un noto film nel ruolo di stuntman; aspetta e spera (sembra il detto) in un congruo risarcimento che probabilmente non avrà mai.
Così, attira i turisti davanti al Colosseo offrendo scatti insieme a lui, vestito da centurione romano. La realtà è che è pigro e svogliato, e che sfugge a qualsiasi impegno lavorativo, dimostrando di essere in realtà un lestofante approfittatore che si appoggia alla buona volontà della sorella Maria (Elisabetta Tulli).
Divorziata, per guadagnare qualcosa e aiutare il fratello perdigiorno e finto malato, la donna lavora in una chat erotica, creando situazioni assai divertenti per noi in sala, mentre si aggira triste e melanconica in una catapecchia che ha come casa, gemendo poco credibilmente e intrattenendo i clienti al telefono. Poi arriva Milan, un ingegnere bielorusso (Alessandro Salvatori), che per mantenere la famiglia lontana si arrangia a fare di tutto grazie alle sue capacità. Ovviamente viene sfruttato da Sergio per svolgere i lavori al posto suo, compreso quello di centurione al Colosseo.
La commedia che si ispira a quella all’italiana, racchiude una forte dose comicità assieme a note drammatiche che creano un forte retrogusto amaro.
Due reietti sfortunati della periferia romana che uniscono le forze ad un povero emigrato per sopravvivere, appoggiandosi vergognosamente sulle spalle di questo extracomunitario in serie difficoltà. Alla fine, i nostri formeranno una sorta di maldestra società che, grazie alle idee di Milan, migliorerà la loro situazione economica e gli permetterà di scoprire un’ apparente profondità d’animo. La commedia si rivela interessante, perché vi giocano intelligentemente temi importanti come l’immigrazione, il razzismo, la solitudine, la prevaricazione e l’infinita ed inutile guerra tra poveri, tutto ammorbidito da una sana ed efficace comicità.
Alessandro e Andrea lavorano spesso insieme sul palco, sempre con ottimi risultati, sanno dunque come divertire e toccare il cuore dello spettatore. Si unisce un’altra artista di indubbio valore come Elisabetta, che ha per altro già collaborato con loro in altri spettacoli.
La sceneggiatura funziona, non a caso sono anni che questa commedia viene proposta con successo, tanto che ne è anche stato tratto un film. La sinergia di questi attori fa il resto. Elisabetta è fantastica nella sua parte di povera disgraziata che arranca per la casa in abiti svilenti e sciatti, con la sua andatura trascinata che sottolinea il suo pietoso stato emotivo.
La deliziosa attrice si trasforma e si cala in un personaggio scialbo e avvilente; esteticamente si rende inguardabile e questo aggiunge punti al suo aspetto perfettamente realistico. Fa tenerezza al solo guardarla, mentre naviga in una profonda autocommiserazione.
Andrea si trasforma in un antipatico e cinico calcolatore, sfruttatore, disgraziato e scansafatiche; ma è il risultato della società emarginata in cui vive, in cerca di riscatto per sfuggire all’amara realtà della periferia; è soggiogato dai luoghi comuni che gli fanno adottare ogni espediente per emergere, approfittandosi degli altri ne più e né meno di come la vita ha fatto con lui.
È solo grazie ad Andrea che questo personaggio riesce a staccarsi da questa immagine degradata e spiacevevole e a farci sorridere.
Alessandro, mite e sottomesso, è un grande lavoratore, anche lui sfugge da una realtà di povertà e insegue il miraggio dell’emigrazione. Strappa amari sorrisi, diverte perché buffo, impacciato, timido, introverso e molto dolce.
Attraverso le sue capacità intellettive e pratiche mette continuamente in soggezione il suo sfruttatore, quasi come il destino attraverso la sceneggiatura, gli permetta di attuare una sorta di rivalsa contro lo sfruttatore, ridicolizzandolo ed inscenando così gag divertentissime ma al contempo amare.
I nostri tre sanno come far crescere lo spettacolo. Suddiviso in due atti, ogni scena è ben pensata e si conclude ogni volta con un finale che regolarmente strappa applausi. Bello il crescendo della storia, che evidenzia il mutare del rapporto tra i tre.
I costumi efficacemente caratterizzano ogni passaggio ed evoluzione del racconto e la raggiunta stabilità economica. Insomma, un’ ottima sceneggiatura data in mano a tre cavalli vincenti che sanno farla funzionare in maniera indiscutibile.
Nonostante abbia visto le prove, lo spettacolo si rivela ancora di più pieno di sfumature che i nostri hanno saputo aggiungere man mano sotto la mano di Vanessa, che ha plasmato lo spettacolo sfruttando tutte le capacità attoriali di questi ragazzi, e lasciando spazio al loro estro e classe.
Così, ogni piccolo movimento, espressione battuta, accigliamento, sorriso sotto i baffi, hanno spiccato in maniera efficace sottolineando ogni sfumatura della storia e arrivando diretti al pubblico, come gli inevitabili pugni allo stomaco dei momenti più toccanti.
Lo spettacolo di stasera ha confermato ogni mia aspettativa e divertito il pubblico del Teatro 7 Off. In sala anche numerosi colleghi degli artisti, che hanno atteso il cast a fine serata insieme agli altri spettatori per salutare e congratularsi con questi tre grandiosi attori.
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