“Caro Mecenate”

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Tempio di Venere (Parco Archeologico de Colosseo)
Rassegna Venere in musica
Iniziativa promossa dalla Direttrice Alfonsina Russo
con Sergio Rubini e Pino Quartullo

Scritto da Margherita Romaniello e Pino Quartullo, regia di Pino Quartullo, musiche dal vivo di Oscar Bonelli.

Margherita Romaniello, dopo un attento e appassionato studio storico, ci racconta efficacemente in un reading la storia di una grande amicizia. Un’ amicizia di altri tempi, talmente forte e vera da resistere ai secoli. Con un tocco di modernità, il testo viene attualizzato senza far perdere il fascino e il sapore dell’epoca passata e ci racconta una storia che, nonostante coinvolga due figure importanti dell’antica Roma, in pochi conoscono. Si tratta della profonda amicizia che legava Orazio e Mecenate.

Nel 38 a.C. Quinto Orazio Flacco conosce Gaio Clinico Mecenate. Lo scrittore aveva allora solo ventisette anni, e il suo fu un incontro decisivo che segnò non solo la sua vita, ma anche quella dell’altro. Quel legame li accompagnerà fino alla loro scomparsa, avvenuta incredibilmente a poca distanza di tempo l’una dall’altra.

Mecenate fu un uomo politico, dalla grande cultura, che visse sempre a stretto contatto con l’imperatore Augusto di cui era un fidato consigliere, particolarmente amante dell’arte, tanto da arrivare a formare un circolo di intellettuali e poeti di cui divenne poi il protettore. Tra i suoi poeti c’erano Virgilio, Properzio ed Orazio, ma anche figure minori come Lucio Vario Rufo, Cornelio, Gallo, Aristio Fusco, Plozio Tucca, Valgio Rufo, Domizio Marso, Quintilio Varo, Caio Melisso e Emilio Macro.

Fu proprio Virgilio a presentare Orazio a Mecenate, che lo apprezzò subito sia come artista che come persona. La profonda amicizia che nacque tra i due viene raccontata, anzi sublimata nella proposta di Margherita Romaniello attraverso un linguaggio fruibile e a tratti moderno, ma che non gli fa perdere il fascino e il sapore dell’antico.

L’autrice inserisce brevi ma incisivi richiami all’epoca attuale, ma anche i versi delle opere di Orazio e quelli un po’ meno riusciti di Mecenate, questi ultimi richiamati in maniera deliziosamente ironica.

Pino Quartullo nei panni di Mecenate, e Sergio Rubini in quelli di Orazio, con grazia e delicatezza ci riportano indietro nel tempo, guidati da un’ottima regia e da una splendida scenografia che si mescola perfettamente con quella naturale da cui è corniciata: gli imponenti resti del tempio di Venere.

Nonostante la staticità tipica del reading, con l’aiuto di una tecnica scenografica che sfrutta gli strumenti digitali, le immagini degli attori in scena vengono proiettate sull’enorme volta del tempio, espediente che oltre a creare un’inaspettata e gradita dinamicità per il sovrapporsi delle immagini, permette di cogliere le sfumature espressive e recitative degli attori. Il risultato è un’aura di magia e onirismo che incanta e seduce lo spettatore. I passaggi della storia e i dialoghi sono accompagnati dall’esecuzione musicale di Oscar Bonelli, che utilizza la voce e una pluralità di strumenti etnici con cui conferisce alla pièce ulteriore fascino.

Protagonisti sono aneddoti, pensieri, ricordi, accadimenti, desideri e problemi di Mecenate e Orazio. Sergio Rubini e Pino Quartullo indossano abiti moderni come a voler colmare la distanza tra l’epoca romana e quella odierna, dove in fondo le dinamiche relazionali, le emozioni e l’amicizia restano immutate nel tempo.

I due attori interagiscono e si raccontano in un dialogo vivo, coinvolgente, a tratti ironico e simpatico, evocando una Roma imperiale che sotto alcuni aspetti ricorda quella di oggi con le persone di ogni tipo, dalla gente del popolo agli approfittatori, dagli amanti delusi ai cittadini corrotti.

Dal testo emergerà lo stile sopraffine ed inconfondibile di Orazio, di cui ascolteremo diversi passi. Risalterà anche la diversità tra i due, le loro diverse personalità; di loro assaporeremo l’umanità e la grandezza, conosceremo desideri e frustrazioni così come le ambizioni.

Pino e Sergio hanno delle voci inconfondibili, si può restare ad occhi chiusi e immaginare i loro volti mentre danno vita ai loro personaggi. Sono voci che abbiamo imparato ad amare grazie ad innumerevoli apparizioni televisive e cinematografiche e a tantissimi personaggi che ci hanno divertito e toccato, anche commosso come stasera. Ma vederli dal vivo, in questa stupenda cornice, è davvero emozionante.

Uno spettacolo davvero unico con un testo accurato ricco di storia e di sentimenti e con due talentuosi attori del panorama italiano.

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