TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona ( senza mascherine!)
Teatro Marconi
di Woody Allen
regia di Antonello Avallone
Con: Antonello Avallone (Howard), Elettra Zeppi (Phyllis), Claudio Morici (Sam), Flaminia Fegarotti (Carol) Angelica Duccilli (Juliet)
Quattro cinquantenni ricchi e affermati si trovano invischiati in un turbinio di tradimenti sentimentali. Forse in questo modo cercano di trovare il segreto della felicità o qualcosa per cui valga la pena vivere.
Una commedia, a mio avviso, in pieno stile Woody Allen, che non si allontana molto dai suoi cliché, forse più caustica del solito e sicuramente meno conosciuta delle altre.
Allen utilizza i suoi personaggi per far uscire il peggio della vita, ovviamente in maniera sempre ironica, a tratti assurda e paradossale, permettendoci di ridere su questo assurdo spaccato di vita se vogliamo, tutto sommato, anche realistico.
Avallone prende in mano le redini della commedia per farne una versione fedele in italiano, acquisendo i diritti per rappresentarla per due stagioni.
Appaiono sulla scena Elettra (Phillys) e Flaminia (Carol). La prima interpreta una donna “maschia”, schietta e sicura di sé, al contempo ferita per lo scoperto tradimento del marito.
La seconda è una sua amica, dal carattere mutevole, sottomessa ed impacciata con lei, rude con il marito, versatile e instabile caratterialmente è sempre in cerca di una sua personalità da “adottare”, e che ruba dunque agli altri. Vive con le sue frustrazioni e ora con i sensi di colpa per aver tradito la fiducia della sua amica. Flaminia è molto brava nel suo altalenante e mutevole gioco fatto di cambi di carattere, rendendo molto interessante e vario il suo personaggio che ben si sposa con quello di Elettra, più sobrio e solido e dalla solida tempra. Insieme discutono e si confrontano creando situazioni divertentemente contraddittorie ed irrazionali. Entrambe riempiono la scena con i loro caratteri; seriamente impegnate ad affrontare la loro tragica vicenda, paradossalmente riescono a strappare sempre amare risate, inghiottendoci nel loro assurdo mondo.
Claudio è il marito insofferente, uno sciupafemmine congenito, sempre alla ricerca di nuove avventure per saziare il suo inappagamento esistenziale. Credo sia più insoddisfatto di se stesso e della sua vita che della moglie, così crea una gran confusione sia nella vita matrimoniale propria che in quella dei suoi amici. Ci appare come un grande donnaiolo che stavolta seduce l’amica della moglie; lei si innamora di lui, che invece rivelerà la sua ennesima passione: quella per una giovanissima, deliziosa ma ancora acerba ventenne, ben interpretata da Angelica, brava a svelare tutto l’ imbarazzo, l’ incertezza, le fragilità e le difficoltà. Una graziosa vittima di questo gioco d’azzardo sentimentale continuo dell’ uomo che la vuole trascinare nel girone dantesco di insoddisfatti cronici.
Antonello? Neanche a dirlo, veste i panni di un Woody Allen (Howard il marito tradito da Carol), in maniera impeccabile e grandiosa, con spassosa paradossale disinvoltura. Gesti, voce, approcci, tentennamenti, posture, atteggiamenti, pause, gesti… Tutto riporta inevitabilmente al grande Allen, che Antonello arricchisce con il suo tocco personale e sempre magistrale.
Tutto orbita intorno alle due donne, interpretate da Elettra e Flaminia, mentre Claudio (Sam) entra ed esce di scena e Angelica (Juliet) appare in un finale inatteso. Antonello, invece, a metà spettacolo recupera con la sua esuberanza il “tempo perduto” e diviene quasi un deus ex machina istrionico.
Quando tutti sono in scena, diventano ancora più chiari i risvolti caratteriali di ognuno, ma soprattutto le fragilità e le incongruenze, grazie alle sfumature che ciascun artista manifesta relazionandosi egregiamente con gli altri. Ognuno dà un colore alla parte di scena che occupa, completando il quadro con la sua accesa tonalità. Una commedia ricca di sviluppi continui, dai ritmi incalzanti e serrati, priva di cali di tensione; le battute, così come il modo di raccontare le vicende, ricalca l’inconfondibile marchio D.O.C. del grande Woody Allen, in cui ravviso anche un certo gusto pirandelliano. Il cast, di indiscutibile valore stasera sul palco, fa il resto.
La sala è piuttosto affollata e, coinvolta, ride ed applaude di gusto. Volti noti sulle poltrone, come Athina Cenci, Giuseppe Lorin, Marina Vitolo, Pierre Bresolin, Gaia De Laurentis, Flavia Di Domenico, Giovanna Cappuccio, Francesca La Scala, Gianluca Delle Fontane… confermano quanto Avallone e i suoi siano stimati.
Uno spettacolo che è rimasto congelato due anni a causa dell’epidemia, e ora viene portato in scena nel confortevole Teatro Marconi che non si fa sfuggire l’occasione di proporlo. Un dono, una chicca che Avallone ed i suoi hanno voluto farci, ma che hanno in programma di riproporre a breve. Un lavoro che merita e che sarebbe un delitto lasciare ancora “parcheggiato”!
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