TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (attraversando la quarta fase)
Teatro De’ Servi
Con Annabella Calabrese, Giovanna Cappuccio, Anna Lisa Amodio e Andrea Standardi.
Chi non vorrebbe avere la possibilità di cancellare e rivivere in maniera differente un momento negativo della propria vita? Spingere un tasto, cancellare la situazione che non ci è piaciuta, o che non è andata come avremmo voluto, e avere l’opportunità di riviverla nel modo giusto?
“Pinuccio” è il PC portatile di Clara (Annabella Calabrese), a cui lei è molto legata e che la accompagna fedelmente nel suo lavoro da dieci anni. Il computer, a causa di un incidente, non solo prende vita, ma le fa il dono di poter tornare indietro nel tempo e cambiare il suo recente passato.
Finalmente Clara può tornare “indietro di una mossa” e tentare di riplasmare la sua vita, correggendo i suoi errori per migliorarla.
Ma siamo sicuri che riavvolgere e cancellare un momento critico o spiacevole della nostra vita ci darà l’opportunità poi di migliorarne l’esito? E se invece tutto ci sfuggisse di mano? Se tutto peggiorasse? Bisogna vedere lo spettacolo per saperlo!
Per ciò che concerne la storia, questi continui reset danno l’opportunità ai nostri per arrivare inevitabilmente ad un finale tragicomico ogni volta, come dire “chi lascia la vecchia strada per la nuova…”
I personaggi diventano molto divertenti quando un “brandello” della loro vita viene annullata. La scena viene replicata molto simpaticamente dagli attori, ma all’indietro, riavvolta velocemente e dando l’effetto del riavvolgimento di una videocassetta. Gli attori si muovono come dei buffi pinguini impazziti a ritroso fino all’ attimo prima della scelta “sbagliata” di Clara, dimostrando in questo bravura e sincronia. Ogni volta che Clara cambia scelta, i nostri ripartono da zero e si barcamenano in una nuova esilarante scenetta sempre originale e divertente. Considerato che vidi questo spettacolo circa tre anni fa, bene o male me lo ricordavo, ma questo non mi ha impedito di ridere di gusto nuovamente di fronte alle loro geniali trovate.
Il continuo riavvolgere di ogni momento forse a primo impatto può sembrare prolisso, ma mi ha riportato in mente l’ennesima avventura sportiva del Fantozzi, che si svolge e termina in ogni film allo stesso modo… Tutti se l’ aspettano e, seppur scontata, non può mancare; è come un marchio di fabbrica. Così anche per CTRL Z, alla fine ci si aspetta lo scontato riavvolgimento, per ridere nuovamente di quelle movenze che rendono delle macchiette frenetiche i personaggi, soprattutto Andrea che sembra scivolare sul palco emulando una sorta di pattinata sul ghiaccio in stile break dance.
I nostri, in questa nuova versione, hanno ridotto i rewind e ritoccato qualche scena rispetto a quando la vidi anni fa, rendendo lo spettacolo, se vogliamo, anche più divertente. Diviso in due atti, ha una durata complessiva di circa due ore, che sembrerebbe forse un po’ troppa, ma riesce, grazie a tutte le sue geniali trovate, a divertire il pubblico senza stancarlo. Personalmente, se dovessi fare un taglio non saprei cosa togliere, perché ogni scena ha una sua trovata divertente che sarebbe spiacevole escludere…
Jacopo (Andrea Standardi) è il fidanzato che convive con Clara. Dolce, un po’ imbranato, da anni cerca un produttore per il suo documentario “I sogni degli anziani”. È lui che, suo malgrado, mette in moto tutta questa confusione quando chiede a Clara di sposarlo, facendola scivolare in una profonda crisi per la paura di affrontare questo nuovo percorso di vita. È qui che Pinuccio, il PC di Clara, entra in scena; il “deus ex machina”, colui che darà voce al suo alter ego, alla sua coscienza e che la metterà di fronte alle paure, alle opportunità e alle scelte, ponendola difronte a molteplici scenari alternativi, tutti paradossali e divertenti. Pinuccio, di tanto in tanto, con una voce robotica interagisce con lei, esprimendosi con divertenti ed esilaranti strafalcioni. Jacopo e Clara risultano una coppia realistica, amabile e deliziosa grazie ad Andrea e ad Annabella che ne evidenziano i lati teneri e i timori.
Tra gli altri interpreti c’è l’amica del cuore di Clara, Maria (Giovanna Cappuccio), una divertente ragazza dall’accento partenopeo, con le sue improbabili movenze. Simpatica e trascinante, un po’ fuori le righe, ma a Clara sinceramente affezionata, è purtroppo un po’ sfortunata in amore. Un personaggio reso da Giovanna esuberante ed esplosivo. Un’altra locomotiva umana della comicità è Anna Lisa Amodio, nei panni di una donnona vamp, una manicure romanaccia di Centocelle che ha fatto il salto di qualità riuscendo a sposare un brutto miliardario. Un’ odiosa ma paradossalmente simpatica Signora Schwanstagger che nel profondo, sotto tonnellate di apparenze, è schietta, sensibile e alla fine anche simpatica. Irresistibile quando da un linguaggio snob e forbito precipita inevitabilmente in un romanaccio sfrenato. Una grande interpretazione di Anna Lisa, che infiamma la scena con il suo portamento altezzoso che nasconde la sua vera natura di borgatara goliardica che prepotentemente si affaccia quando provocata, scatenando applausi e risate.
La Schwanstagger vorrebbe che Clara migliorasse con dei ritocchini le foto del suo matrimonio, ma che soprattutto rendesse decente il brutto marito. Una cliente difficile per Clara, che si adatta tristemente a fare la fotografa ai matrimoni per sbarcare il lunario, perché non riesce a fare la fotoreporter, il suo sogno nel cassetto.
Commedia divertente, dove ogni personaggio esprime tutte le sue potenzialità, prendendosi il proprio spazio nella storia; incrociandosi e scontrandosi con gli altri, passa la battuta con la stessa padronanza di come una palla viene passata in una partita giocata da calciatori professionisti, senza mai commettere fallo.
Tenerissima la trovata del PC che ricambia l’affetto della padrona e che, se anche un po’ sgangherato e rottamabile resiste al tempo sperando affettuosamente che Clara trovi la sua strada, quella scelta con il cuore… Ci riuscirà? E se sì, come?
Geniali alcune realtà alternative, una in particolare che non posso rivelare, ma che vi lascerà basiti… Ma i nostri rischiano ancora, si rimettono in gioco e continuano, sembrano non voler finire e giù altre idee divertenti. Quattro personaggi ricchi di simpatia e vincenti, dalle mille sfumature per uno spettacolo brillante, originale e con una morale profonda: l’importanza di poter scegliere di essere sempre se stessi, senza inibire i naturali processi della nostra evoluzione e della nostra maturazione.
Una commedia leggera, che però nasconde un retrogusto di profonda saggezza.
Bello incontrare tra il pubblico la dolcissima Maresa Palmacci dell’Ufficio Stampa del Teatro, insieme ad attori del calibro di Paolo Perinelli, Marco Lupi, Maria Adelaide Terribili e al regista Carlo Picchiotti, presenti per la Prima di stasera.
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