Dado e le Pastine in Brothers in

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“L’amore è…”

Con: Dado voce e chitarra, Mauro Pulvirenti chitarra, Massimo Lella basso, Gianluca Terenzi batteria, Cristiana Polegri sax, Chiara Rossini clarinetto, Loredana Marcone trombone, Fabiana Sardo voce coro, Alice Pellegrini voce coro, Erika Provinzano voce coro
scritto e diretto da Dado.

Sono passati ben trent’ anni! Oggi si riunisce per noi questa storica formazione, quella di “Dado e le Pastine in Brothers“! Li adoravo, ma non avevo mai avuto l’occasione di vederli dal vivo! D’altronde si sono sciolti da trent’anni…

Lo spettacolo è quello a cui ci hanno abituato e che ci mancava: a metà strada tra teatro e concerto a base di musica pop.
Stasera qui al Teatro Golden, tutti per noi, presentano lo spettacolo “L’amore è…”

Un viaggio a ritroso nel tempo pregno di piacevoli ricordi. Serata che raccoglie brani come “Mi son rotto una gamba che ca**o ridi?” fino agli ultimi successi, alcuni dei quali riemergono prepotenti dalla nostra memoria già dopo le prime note eseguite.

La formazione originale è quella dei tempi del liceo. Negli anni ‘90 i nostri raggiungono un bel successo entrando addirittura nel Guinness dei primati con “La canzone più lunga del mondo”: ben venticinque ore di durata! E così tolgono il primato ad un’altra band molto conosciuta ed amata, quella di Elio e le Storie Tese, che detenevano il titolo con il brano “Cara ti amo” lunga “solamente” dodici ore! La prova venne sostenuta nel 1999, al Centralino del Foro italico; sul palco c’era di tutto: frigoriferi, pigiami, deodoranti, televisori, letti. Tutto ciò che poteva servire loro per sostenere la dura prova.

I brani originali, scritti e diretti da Dado, forse lo ricorderete, sono sempre inframmezzati da sketch, gli stessi che tanto ci hanno divertito in passato.
Stasera c’è anche la figlia diciottenne, che interpreterà uno dei brani più amati della formazione: “Mi fa male“. Alcuni dei titoli dell’epoca che saranno riproposti sono “Nano”, “Tette”, “Mi ha lasciato la ragazza” … e tanti altri.
Poi, ogni sera ci sarà uno spazio dedicato ad un ospite a sorpresa. Questa è la Prima e i nostri si dedicano esclusivamente alla loro réunion, direi con ottimi risultati, all’insegna del divertimento e della buona musica.

Dopo un’introduzione esilarante in cui Dado ci racconta le sue passate vicissitudini con i presentatori attraverso terribili ma simpatici aneddoti… stasera fa la scelta del “fai da te”. Gioca con il pubblico come un abile presentatore e front man, quello di sempre, interagendo spesso con i suoi musicisti.

Approfitta per tirare le somme sul suo repertorio totalmente politicamente scorretto, ma senza biasimo. Una volta era così, si poteva scherzare su tutto senza il rischio di essere malvisti e messi alla gogna.

Si parte con “Nano”. Dopo aver sciorinato tutta una serie di nomi improponibili di nani, utilizzando il suffisso “olo”, ne inventa una miriade, uno più divertente dell’altro. Il ghiaccio è rotto, mentre si ride e si canta tutti insieme. Molti lo conoscono e inevitabilmente lo accompagnano cantando.

La band è numerosa, parliamo di dodici elementi: tre coriste, un quartetto di sezione fiati tutta al femminile, chitarra, batteria, basso e tastiera. Il sound risulta omogeneo, si può apprezzare ogni singolo strumento in maniera ben definita. Il buon sound, grazie a validi tecnici del suono, mostra immediatamente i suoi risultati, e l’acustica della sala del Golden fa il resto.

Tanti i temi affrontati in maniera schietta ma sempre soft e ironica: quello delle donne depilate di oggi, ben lontane da quelle degli anni 80, più… diciamo rigogliose!
Parte il brano “L’amore è…”

dadoLo spettacolo è improntato sulla giovinezza dei cinquantenni di oggi. Allora, come non ricordarsi delle prime segreterie telefoniche? Quando non c’erano i social, Dado era costretto a eseguire dei brani non più lunghi dei quindici secondi concessi dalla memoria della segreteria. Lì depositava il brano e poi, grazie al passaparola, ogni telefonata che riceveva per ascoltarlo veniva paragonato ad un like di oggi!

Divertente l’esibizione dei cartelli che i fans utilizzavano al concerto per trasmettere il loro amore al proprio cantante; oggi sono scomparsi e sostituiti con nuovi tecnicismi. Simpatica infatti è la gag in cui utilizza gli emoticon che si usano con whatsapp e si aggiorna così con i tempi, dimostrando il forte distacco tra i due metodi di comunicazione. Assolutamente divertente!

Attraverso i brani si ripercorrono tutte le tappe della storia di Dado e della band, con i dovuti e opportuni cambiamenti e rimodernamenti per renderli più political correct, ma sottolineando sempre con caustica ironia come questa nuova tendenza svilisca la goliardia dei suoi testi e di quelli di altri autori.
Gli sketch proseguono con
le frasi più comuni che le donne usano per lasciare il loro partner, o quelle dei figli che sottolineano lo stato anacronistico del vecchio genitore giudicandolo per come si veste o pensa o si esprime, o per come si relaziona con la musica trap. Analizzando i testi crudi di questo genere, brillantemente Dado li paragona a quelli dei cantanti della nostra infanzia e con la sua genialità e particolare attenzione scova dei passi davvero interessanti! Andatelo a vedere e ve ne accorgerete!dado

Esilarante il momento in cui provocatoriamente trasforma Leopardi in un trapper (ante litteram) utilizzando i suoi testi e le sue poesie!
Poi non può mancare uno dei suoi personaggi più riusciti: è la volta dell’imitazione tanto famosa del cinese, che canta una versione di “Tu voi fa l’americano” in un italiano cinesizzato.

Di nuovo torna il tema del political correct che vorrebbe riscritta tutta la cultura del Novecento, tanto risulta misogina. Così vengono analizzati ancora brani famosi che poi si diverte ad attualizzare con un testo irreprensibile: Raf, Pappalardo, Vasco, Battisti… “Il tempo di morire” è completamente stravolto e fa piegare dalle risate. Un grande davvero. Ride tutta la sala, ma anche i componenti del gruppo. È impossibile resistergli!

“Te ne devi anna’ , altro brano simpatico dedicato agli scocciatori che suonano al citofono. Poi il brano di chiusura cantato dalla figlia, che esce dal trio del coro e si rivela una front man dalla voce potente e dalle movenze da rockstar.

Il bis è un accenno della “Canzone più lunga del mondo”, quella eseguita dal vivo anni addietro ed inserita nel Guinnes dei primati. Abbiamo tremato pensando di rimanere tutta la notte!

dado

Quando sostennero la prova, i testi erano forniti direttamente dal pubblico: liste della spesa, testi inventati sul momento, libretti di circolazione delle automobili…
Provocatoriamente ci spinge ad andare via mentre lui continua a suonare; ha intenzione di non smettere! E succede proprio questo! Il pubblico contento comincia a defluire, mentre altri rimangono a cantare con lui! Anche io, che mi avvicino per salutarlo, vengo messo davanti al microfono e abbiamo proseguito ancora un po’ tra le risate di tutti.

Finisce così questa originale e simpatica serata, con il marchio DOC di Dado e le sue incredibili Pastine in Brothers. Se volete rivivere le stesse emozioni provate con lui in passato, le troverete sul palco del Golden e non sentirete il lunghissimo stacco; anzi, i brani risultano ancora freschi, spontanei e attuali.
Alla fine, più che a uno spettacolo sembra di essere ad una vera e propria festa che ci restituisce Dado e le Pastine in Brothers in piena forma.

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