TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del corona
Teatro Manzoni
Ovviamente la sfiga ci mette sempre lo zampino… Stasera era previsto lo spettacolo all’aperto, ma le previsioni meteo che già da ieri erano proibitive, hanno costretto il direttore e lo staff (sempre funzionanti ed efficienti) a correre ai ripari e ad organizzare lo spettacolo all’interno del teatro. Questo purtroppo ha creato una discreta confusione, perché ovviamente i posti esterni, rispetto a quelli interni, hanno una diversa ubicazione e le distanze anti covid non hanno facilitato la cosa. Invece stasera neanche una goccia! E pensare che il povero Felice Della Corte, il direttore, ha fatto i salti mortali per disporre il pubblico, facendo del suo meglio per snellire la fila!
Coadiuvato, per fortuna, dal resto dello staff che si è dato da fare mentre alla reception le immancabili Maria e Manuela, sempre presenti e disponibili, distribuivano sorrisi facendo sentire tutti benvenuti.
Bene, allora! Lo sforzo ha dato i suoi risultati: i posti sono stati occupati, si avvicina finalmente l’inizio. Il pubblico già sorride e qualcuno addirittura in coro pronuncia la fatidica frase che dà il titolo allo spettacolo: “Me vie’ un po’ da piagne”… Ma no! Stasera, al contrario, ci verrà un po’ da ridere! Anzi, un bel po’!
Infatti, già si ride prima della sua entrata, eh sì perché per proiettare l’introduzione (in seguito alcuni stacchi durante la performance) con una clip in cui appaiono i tre personaggi che il nostro artista ha creato e che lo stanno rendendo sempre più famoso, Emiliano ha bisogno del suo PC, che ovviamente decide di fare l’aggiornamento proprio ora! Felice allora intrattiene il pubblico tra le risate generali… Insomma, anche un imprevisto, se ben gestito, può dare vita al buon umore.
Eccolo, arriva…
Una tempesta, un uragano, un ciclone, un terremoto, un vulcano… Posso continuare con altre parole, ma credo di aver reso l’idea.
Emiliano è una diga che crolla ed investe come uno tsunami il suo pubblico, tempestandolo di battute.
A volte non si finisce di ridere per una battuta, che si comincia già a ridere per un’altra. Lui è così, per nostra fortuna.
Emiliano si muove sul palco, con la sua espressione quasi seria, indifferente, come se quello che dicesse fosse nella norma, e ci fa ridere, affrontando temi che toccano la vita di tutti i giorni con prorompente ironia. Stasera più sobriamente ha deciso di costruire il suo spettacolo, toccando argomenti che coinvolgono tutti e questa è una bella scelta, un’ ottima strategia per coinvolgere il pubblico che si sente coinvolto da esperienze che ha sperimentato personalmente, così chiunque può trovarne il lato buffo.
La cosa più bella nel tornare in teatro è quella di sentire in un unico scroscio il proprio applauso perdersi tra gli altri, il fragore della propria risata unirsi al coro della platea. Era tanto che non ridevo provocato dalla risata buffa di qualcuno disperso tra il pubblico che, involontariamente, amplifica il mio senso di euforia prodotto da Luccisano. Nasce così dalla platea una melodia pregna di festosità, naturale, spontanea. È un modo genuino di ringraziare, dal profondo del nostro animo, l’attore per il suo impegno nel rendere memorabile la serata e per tutti i video che ha partorito finora con cadenza fissa, appuntamenti che ci hanno tenuto compagnia per tutto questo triste periodo. Le ovazioni sono il giusto compenso, la dovuta riconoscenza per il lavoro svolto da questo grande comico.
Come dicevo, stasera Emiliano porta in scena un lungo monologo. In agguato, alle sue spalle, ci sono sempre i tre personaggi nati dalla sua fantasia e partoriti (non tutti i mali vengono per nuocere), proprio durante il lockdown. Questi sketch sono diventati un trend, un tormentone, un appuntamento fisso, sia con i suoi vecchi fans che con i nuovi, che lo hanno conosciuto grazie al web e grazie al passaparola.
I tre personaggi intanto sono cresciuti, hanno sviluppato un loro carattere, impossibile non affezionarcisi. Emiliano presenta questo nuovo spettacolo qui al Marconi, dove lo avevo visto l’anno scorso come ospite al “Festival dei Nuovi tragici” organizzato dal geniale Pietro De Silva. Fu grandioso! Come dissi allora, Emiliano andrebbe prescritto dal medico con ricette mutuabili e somministrato in pillole come antidepressivo!
L’argomento iniziale sono le riaperture post covid, per passare a parlare del già cominciato periodo delle ferie. Si tocca dunque un tasto dolente, il mare di Ostia con tutti i suoi “particolari” frequentatori. Dunque l’attore sfoga tutta la sua ironia su ciò che avviene in spiaggia. Ad esempio parla dell’affollamento, ovvero di quanto l’espressione “spiaggia libera” sia fuorviante, perché dopo che milioni di romani vi si sono riversati… di “libero” rimane davvero poco. Non rimane che cambiare opzione, recarsi allo stabilimento più vicino, dove pagare cifre assurde per un lettino ed un ombrellone, per ritrovarsi anche lì uno sopra all’altro, senza neanche poter usufruire di quanto pagato.
Intanto, dietro a un bagnino “color castagna” si crea un serpentone di bagnanti che seguono il soggetto, pensando che li stia conducendo verso l’agognato posto, per scoprire che in realtà si sta dirigendo semplicemente verso la toilette…
Poteva Emiliano esimersi dal tirare in ballo la categoria delle donne con il seno rifatto? E giù battute sul petto enorme che rimane incollato come il marmo al corpo qualsiasi movimento si faccia!
Ma ce n’è pure per gli uomini: la categoria dei palestrati, esseri mitologici che si aggirano tra gli ombrelloni assumendo pose statuarie con l’intento di mostrare il loro successi maturati tra sollevamento pesi e pasti proteici, suscitando tenerezza ed ilarità in chi li guarda.
Poi si passa ai grattacheccari, individui che insieme al ghiaccio sciroppato per alleviare la calura estiva dei bagnanti, propongono un cocktail di ghiaccio misto al loro sudore e alla ruggine del loro tritaghiaccio.
E i bambini che una volta cercavano invano di affogarsi mentre le loro mamme li controllavano dal bagnasciuga? Ormai quei bambini sono assorti sotto l’ombrellone a guardare dal telefonino i video su Tik Tok, mentre le loro mamme si fotografano le tette e i loro mariti su Instagram contemplano quelle rifatte di altre mamme…
E ancora ci sono quei ragazzi costretti a fotografare le loro fidanzate, ragazze non sempre bellissime, che pretendono di essere immortalate in pose assurde, inveendo verso i loro poveri compagni costretti a passare tutto il giorno a fare le veci di un fotografo professionista. Poi, giunta la sera, verranno snobbati dalla loro partner, intenta a selezionare gli scatti migliori.
Esilarante quando Emiliano affronta la drammatica scelta del bagnante che decide di fare una doccia calda, che comincia come un’ odissea, prima alla ricerca dell’esoso gettone, pagato al prezzo di un dazio doganale, poi alla ricerca di una doccia funzionante, per ritrovarsi alla fine insaponato perché il tempo per l’acqua a disposizione è terminato.
Tra uno sketch e l’altro Emiliano, con il PC che si era impallato prima, ci propone brevi stacchetti esilaranti in cui fanno capolino i suoi tre memorabili personaggi, che riprendono ovviamente i temi affrontati.
Altro sketch divertente è quello che narra del primo appuntamento tra due individui che si sono conosciuti sui social e che, se pure hanno maturato una discreta conoscenza ed intimità tra loro, non si sono mai ancora visti di persona! Allora Emiliano ci descrive l’ansia dei due durante la preparazione del fatidico incontro: l’uomo, quello che trova, indossa, ma la donna… e via giù battute sulla tempistica biblica della scelta dell’abito e sulle fisime sul proprio aspetto di una donna al primo incontro. Emiliano gioca sulla poca onestà dei due già prima dell’incontro, quando entrambi hanno postato foto che li ritraggono in un aspetto che non gli corrisponde… Si arriva poi alla cena insieme e poi finalmente all’approccio. Neanche a dirlo quanto questa storia rispecchi la realtà! Ma l’attore ci mette del suo e ne tira fuori malignamente le sfaccettature più divertenti, mentre il pubblico si diverte, e tanto. Tutto ruota ormai sul sesso virtuale nato sui social, e allora via, tutta una cascata di battute sull’assurdità di questi rapporti, intimi e spinti sul web, ma catastrofici ed imbarazzanti di persona.
Nel finale un crescendo che tira in ballo i cartoni animati della Walt Disney e che palesano alle donne la vera essenza del principe azzurro. Emiliano sottolinea argutamente il suo discutibile atteggiamento che ne evidenzia il carattere egoistico. Basta vedere Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, la Sirenetta e La bella e la bestia… In questo ultimo atto c’è l’apoteosi comica della scuola Luccisanesca.
Tutti contenti, tutti divertiti in questa serata che è un successo. Emiliano, oltre che un bravo comico ed intrattenitore, è anche una persona molto disponibile. Finito lo spettacolo, si è dedicato al suo pubblico, intrattenendosi con tutti quelli che lo hanno aspettato all’esterno e ha continuato a fare battute e a rendersi disponibile per scatti fotografici fino a che l’ultimo spettatore non si è ritirato. Alcuni suoi fans sono giunti da lontano per venire a vederlo, qualcuno per l’occasione ha prenotato una stanza in albergo… L’attore sa intrattenere il suo pubblico, lo coccola, ci gioca, ci scherza e lo coinvolge emotivamente, per quello è contraccambiato con molto affetto. Questo, credo sia un obiettivo fondamentale per un artista: essere amato dal proprio pubblico.
Emiliano è seguito dal preparato Gianluca Cassandra, il suo agente, che si occupa anche del suo marketing e di quello di diversi altri artisti, e che è anche il direttore del Teatro Moderno di Latina, dunque un esperto del settore.
Con loro anche Monia Schietroma, che lo ha seguito per tutta la serata, facendo riprese al pubblico e registrando tutto lo spettacolo. Lei è una filmaker, quella che per altro lo assiste e lo riprende negli sketch a tre che gira in macchina.
Anche io non potevo esimermi come gli altri dallo scherzare un po’ con lui e farmi un selfie insieme. Ho imparato da subito ad apprezzarlo come comico ed adesso lo stimo anche come persona.
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