TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (calda estate in compagnia di Omicron)
Teatro Tor Bella Monaca
Musiche di Cinzia Gangarella, Marco Zurzolo e Sasà Flauto.
Giuliana vuole raccontarci la nostra Italia attraverso le fiabe, ma anche con i ricordi legati alla sua carriera. Lo fa in maniera divertente, a volte irriverente, attraverso personaggi espliciti ma anche dolci e romantici. Le storie, o meglio le fiabe, appartengono al nostro folklore e sono tratte dal repertorio di Gianbattista Basile, autore del 1600 che le scrisse in dialetto napoletano per il divertimento delle corti europee dell’epoca. Recuperate, anche Giuliana le propone in dialetto partenopeo, anzi, a richiesta di una parte del pubblico, in dialetto stretto. Ma l’attrice, pur accontentando questa fetta di persone, si rende conto che alcuni passaggi risultano ostici e dunque li spiega a chi, come me, fa più difficoltà a seguirli in versione originale.
Un clamoroso sassofonista, una bravissima pianista ed un valido chitarrista impegnato anche con degli effetti sonori accompagnano i racconti e l’inconfondibile voce della De Sio. I quattro creano subito un’atmosfera magica ed accattivante che ammalia il pubblico. Giuliana racconta le “sue” storie, come “La gatta cenerentola” che vede la morale nel suo riscatto sociale. Una brutta cenerentola lasciata sempre in disparte per il suo aspetto, grazie ad una magia diviene bella e trova così la sua felicità. Giuliana ha un modo di raccontare particolarmente simpatico; gioca con il pubblico e con i musicisti, che attraverso alcuni effetti sonori o musichette divertenti rallegrano lo spettacolo. Bello l’intreccio di voci nel brano che accompagna questa favola in chiave piuttosto medievaleggiante, che mi ha riportato alla mente Angelo Branduardi. Tra una storia e l’altra, l’artista si esibisce in brani cantati con il supporto dei validi musicisti.
“La vecchia scorticata” è un’altra fiaba attinta dal repertorio di Giambattista Basile. Narra della singolare infatuazione di un principe per una suddita che non ha mai visto e che poi si rivelerà essere una vecchia. Solo grazie ad un sortilegio, diverrà una giovane bellissima e prenderà definitivamente posto a fianco del principe. La “scorticata” è la sorella che, vedendo ringiovanita l’altra, cerca di emularne la trasformazione ma evidentemente sbaglia qualcosa…
Anche “La femmina e il diavolo” è una storia divertente del Basile. Qui ci si imbatte nel detto “La donna ne sa sempre una più del diavolo”. Infatti ci troviamo davanti ad una moglie che vuole salvare il marito, che ha maldestramente stipulato un patto col demonio, ingannandolo in maniera davvero inaspettata e assai divertente.
È il momento di eseguire un brano di Rosa Balistreri, sfortunata ma brava cantante napoletana a cui Giuliana rende così omaggio. Abbandonando il filone favolistico, è ora l’artista a creare una fiaba, che le serve per introdurci nel racconto delle sue esperienze e ricordi di una vita. Approda allora ad un Sanremo degli anni ’70 per cantarci una canzone di George Moustaki che coinvolge tutta la platea con il suo forsennato sirtaki.
Giuliana ci porta poi, attraverso un revival degli anni ’80, ricorda personaggi e colleghi famosi a cui è legata, come il suo grande amico Massimo Troisi, a cui dedica la canzone “Vento di passione” scritta da Pino Daniele.
Questo serve da trampolino a Marco, il sassofonista, per parlare della bellezza di Napoli, ricordando Eduardo De Filippo, Massimo Troisi e Pino Daniele, con il quale suonava suo fratello, ormai scomparso.
Rientrata, Giuliana ci mostra la sua sensibilità e si sofferma sugli ormai cinque mesi di guerra tra Ucraina e Russia, introducendo una delle canzoni più famose del repertorio musicale russo. Ironia della sorte, si tratta di un brano scritto proprio da un ucraino (e musicato da un italiano). Il testo, paradossalmente, è proprio contro la guerra “Oci ciornie”, “Occhi neri”. Cantata però in francese, credo sia anche un tributo alla versione di Django (Jean) Reinhardt “Les yeux noirs”, lo scomparso chitarrista jazz francese.
Immancabile il bis, con una canzone, “The man in love” di Ella Fitzgerald, dedicata alle donne sole in cerca del loro grande amore.
Toccante il ricordo di Lina Wertmuller e dei suoi tre anni passati insieme in tour per l’Italia, con la sua commedia musicale “Storia d’amore e d’ anarchia” insieme a Elio delle Storie tese nei panni di Giancarlo Giannini e Giuliana in quelli di Mariangela Melato.
Finisce così un’ora e mezzo di spettacolo, tra divertenti battute e un tappeto sonoro di musica jazz. Giuliana non è una cantante, ma riesce a portare avanti la sua proposta con questi validi musicisti. È un’artista amata e seguita e stasera la conferma giunge proprio dagli applausi della platea.
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