“Gabrielle & Louise”

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (in vacanza con Omicron)

Teatro Marconi

di Paolo Fosso

con Giorgia Ferrara (Louise) e Federica Valloni (Gabrielle)

Per la rassegna estiva del Teatro Marconi, stasera sarà di scena uno spettacolo tutto al femminile. Due donne assai diverse riveleranno il loro aspetto più intimo e profondo mentre si relazionano con ciò che le circonda: l’amore, la vita, il fascino da loro esercitato o subito dagli uomini.

Eppure, le due hanno qualcosa in comune: l’illuminista Voltaire, ma anche Francois, intellettuale affermato dall’emotività dicotomia, a volte disponibile ed affettuoso, altre distaccato ed egoista. Le due donne parlano con lui, di lui, del reciproco influsso che le imprigiona a questa figura, ma anche di relazioni con altri uomini soltanto nominati. Cerchiamo di conoscere queste due donne e di capire quali altri legami le accomunano.

Per dare risalto ad ognuna, illuminando a turno la regia le fa esprimere in brevi monologhi in cui evitano interazioni con il pubblico per non alterare quanto hanno da comunicare. Libere e senza costrizioni, possono svelarsi senza freni inibitori e senza incontrare pregiudizi. Il mio parere da spettatore è che, pur trovandomi davanti a due donne ben diverse, le stesse possano essere in realtà la stessa persona, le due facce di una medaglia.

Gabrielle ha un carattere forte, dominante, estroverso. È una scrittrice che promuove la cultura anche a nome di tutte le donne, ma forse in questo modo cerca di sentirsi forte per proteggersi e al contempo affermarsi nel mondo degli uomini. È chiaramente una donna che vuole emergere e che lotta affinché la figura della donna si affermi. Pur sessualmente libera, mostra di provare un qualche affetto che però tende a soffocare, di mettere in secondo piano, forse per paura.

Louise, invece, è più introversa; colpita nell’intimo da un evento doloroso che la segna, è alla ricerca di conferme, nella vita così come nell’amore, cercandolo nel mutevole amante che ha vicino. Anche lei è attratta dalla letteratura, e anche dallo yoga, che porta sul palco accompagnando il suo racconto con posizioni complesse e particolari. Giorgia, infatti, è un’affermata insegnante di yoga, disciplina che nello spettacolo è utilizzata dal suo personaggio Luise come strumento per trasmettere le emozioni proteggendosi e trovando poi la forza per reagire.

I racconti delle due donne sono seri, drammatici, ma fanno emergere anche un filo di comicità che spezza la tensione, senza però perderla. È un viaggio che ci porta a conoscere la loro intimità, la loro crescita e il cambiamento. Nel corso degli avvenimenti assistiamo alla “muta” della loro vecchia pelle e all’assunzione di quella nuova. Siamo di fronte, quindi, ad una rigenerazione (migliore o peggiore, scopritelo voi) sottolineata, a mio avviso, da alcuni cambi di abito che ho trovato allegorici.

L’incontro fondamentale che destabilizzerà entrambe non è solo Francois, ma il sentimento stesso dell’amore, che le spingerà verso nuovi orizzonti ma anche nuovi timori.

Così, Louise si scoprirà meno ingenua di quello che sembrava, pronta ad intraprendere un viaggio nella sua parte più sconosciuta; Gabrielle, al contrario, vacillerà sul suo piedistallo dove si riteneva inattaccabile e anche lei, suo malgrado, si abbandonerà all’amore.

Ad un certo punto le due sembrano quasi scambiarsi i ruoli e adottare l’una il carattere dell’altra.

Ma allora chi sono davvero queste donne? Figure immaginarie e fittizie oppure reali? Scopritelo voi.

Attraverso paure, insicurezze e punti di forza, arriveranno alla loro maturazione che poi sembra che possa rispecchiare quella di ogni donna. Alla fine, solo alla fine, scopriremo il vero ruolo di Voltaire, una sorta di triangolo spirituale, mistico ed emotivo, chissà…

Federica e Giorgia si calano nei loro personaggi sublimandoli a loro modo. Entrambe possono esprimersi come credono. In una scenografia sempre uguale con un tavolo, alcune suppellettili e dei vestiti, nessuna domina la scena, in quello che sembra un eterno rincorrersi per superarsi.

Intorno a loro vengono nominati molti personaggi storici, seguiti però con difficoltà perché sono molti nomi (che poi si svelano essere amche soprannomi) e, spesso sovrapposti, rischiano di essere confusi; ma non aggiungo altro per non svelare troppo, forse è una mia mancanza dovuta all’estrema attenzione che ho riservato alle protagoniste.

Federica, con la sua Gabrielle, parte subito a mille. L’attrice ha ben sviluppato il suo personaggio, con la sua bravura ha sfruttato bene ogni attimo a disposizione nel risicato spazio del monologo, arricchendolo con forti colori e tanta espressività. Ha dato a Gabrielle dei picchi di mutevolezza espressiva continui, talmente veloci che ho fatto fatica ad immortalarli nei miei scatti fotografici come avrebbero meritato. Subito dà fondo alle sue doti e alla preparazione tecnica, facendo spiccare questa figura di donna vissuta che ha in mano il suo destino e quello degli altri, soprattutto degli uomini. Forte, estrosa, determinata, ammaliatrice. Ma come ho detto qualcosa cambierà, c’è una frattura piuttosto evidente nel suo percorso di vita che ne evidenzierà il lato debole che sembrava non avere e che Federica sottolinea egregiamente.

Giorgia, invece, veste i panni di una lolita; all’inizio mi è sembrata un po’ troppo statica, con un’eccessiva dose di tenera infantilità. È graziosa e si presta bene al suo ruolo; dolcissima e tenera, ha anche la giusta fisicità per interpretare Louise. In realtà, proseguendo ci si accorge che la sua recitazione non è affatto monocorde, ma credo sia vincolata ad una scelta registica o della sceneggiatura. Ad un certo momento sembra svincolarsi e sfuggire da quella costrizione e nella terza scena questo è palese. Ci regala un picco inaspettato, fortemente drammatico e destabilizzante per chi assiste. È qui che comincia a mostrare tutta la sua bravura, quando è il momento di piangere il marito morto; si trasforma colpendo nel segno, dimostrando di poter sostenere il confronto con Federica e la sua Gabrielle e appianando quello che sembrava un baratro tra di loro. Verso l’epilogo, poi, si verifica un mutamento ancora più drastico e appassionante, quando i ruoli paiono invertirsi e si verifica quello che definisco il “sorpasso” della sulla rivale vamp… Ma non aggiungo altro, se non che vale la pena venire a vedere queste ragazze in questo spettacolo.

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