Tor Pignattara
-La storia ha il naso lungo-
Presenta: La Città Ideale
Sì tratta di uno spettacolo itinerante molto coinvolgente che seguo ormai da anni. Ogni edizione si svolge in un quartiere diverso, dove le storie raccontate prendono spunto da fatti accaduti. Le passate edizioni a cui ho presenziato si sono svolte al Quadraro, a Centocelle e a Villa Gordiani, sempre con grande interesse e coinvolgimento da parte del pubblico. L’evento è ben organizzato, gratuito, previa prenotazione. Le strade del quartiere ospitante vengono letteralmente invase da attori e pubblico, che a volte ignaro della manifestazione, si aggrega spontaneamente attratto dalle luci, dai suoni, dalle storie interpretate da un cast che definisco splendido, ben rodato e capace, coadiuvato da un’organizzazione che si dimostra sempre all’altezza.
Le storie riguardano periodi diversi, sono ispirate alla realtà del quartiere ma con personaggi fittizi, che potrebbero essere esistiti per davvero, chissà. Gli attori recitano ad un palmo da voi; li vedrete aggirarsi tra la folla, né conoscerete le storie e sarete coinvolti dalle loro vicissitudini.
Il progetto è stato ideato e scritto da Fabio Morgan che ha voluto attori che spesso hanno partecipato ad altre edizioni: Matteo Cirillo, Ilario Crudetti, Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Emiliano Morana, Giulia Nervi, Sarah Nicolucci, Francesca Pausilli.
Con loro in questa edizione ci sono anche Anita Farina, Camilla Pujia, Alba Tisano, nonché i due figli di Alessandro di Somma e la piccola Arianna.
La regia è di Ariele Vincenti, che partecipa anche come attore.
Le scene e soprattutto i costumi, sempre coevi col periodo storico raccontato, sono curati dall’ attenta e precisa Alessandra Muschella.
La direzione tecnica è di Marco De Angelis e il disegno luci di Martin Emanuel Palma. L’aiuto regia di Emiliano Morana.
Ogni scena si svolge in una location differente ma vicina: una panchina, un “nasone”, un giardino, una piazzetta, tutti raggiungibili facilmente a piedi. Sarete guidati tra una storia e l’altra dallo staff, che vi accompagnerà con luci e musica fino al luogo dove troverete gli attori con le loro vicende.
Stasera sono prenotate più di seicento persone, e probabilmente arriveremo, con i “gregari” che si aggiungono tra curiosi e non prenotati, a circa settecento! Sembra una festa di quartiere. E in realtà è come se lo fosse perché il quartiere viene celebrato con numerosi riferimenti a vie, luoghi e alla sua storia.
Dopo l’accoglienza di un emozionato Fabio Morgan, che saluta il pubblico con un rituale che ripete soddisfatto da sette anni, ha inizio la serata.
La prima scena si svolge a metà degli anni ’50; davanti ad un cesto di panni da piegare ci sono due donne e una bambina. Sono baraccate che parlano prima tra loro e poi con la maestra del quartiere, che stimano molto per il suo impegno educativo e sociale. Arriva quindi una troupe televisiva per intervistare i baraccati e ci si sposta in un’altra zona.
Al passaggio del corteo di spettatori e addetti, gli abitanti del quartiere si affacciano alla finestra incuriositi, mentre qualcuno scende in strada e si aggrega curioso.
Giungiamo sul set delle riprese del documentario, dove un regista con un operatore cercano di intervistare un abitante per conoscerne le condizioni di vita… si uniscono anche la moglie e la sua amica. Le due spiegano di essere scappate dopo il bombardamento di San Lorenzo e di essere arrivate qui, occupando una baracca che adesso il comune vuole abbattere. La tragedia vuole essere sfruttata per fare il servizio, ma la maestra, che è giunta sul set, comincia ad inveire contro la troupe televisiva denunciandone la bieca operazione…
Un’altra scena si svolgerà più avanti e sarà ambientata nella metà degli anni Settanta in un vicolo di Tor Pignattara. Su una panchina, davanti ad un “nasone”, una donna incinta sordomuta è in compagnia del folle marito, che ha ricevuto una sorta di eredità che potrebbe cambiargli la vita. Prima di entrarne in possesso, ricattato dalla polizia dovrà fare la spia su un’azione sovversiva organizzata di suoi amici comunisti, che avverrà a breve.
Nella seconda parte entriamo in contatto con questi sovversivi e con la loro concitata preparazione.
Le scene sono collegate tra loro dal passare dei decenni; in questa, ad esempio, troviamo i discendenti dei personaggi che avevamo conosciuto prima, che qui si ritrovano mentre portano avanti la loro azione politica tra accuse e provocazioni reciproche.
Arriviamo poi alla metà degli anni ’90, dove troviamo delle ragazze che insieme affrontano temi tipici delle conversazioni adolescenziali, parlando anche dei ragazzi più grandi di cui si sono invaghite. Poi improvvisano un balletto sulla musica delle Spice Girls, finche arrivano i ragazzi citati.
Sono i malandrini del quartiere che giungono in scena su un macchinone americano che sorprende non solo il pubblico, ma anche quelle persone che, presenti nelle vicinanze dello spettacolo, erano rimaste completamente assorte in altre occupazioni. Sull’auto ci sono i bulli a cui corrono dietro le ragazze. A rompere l’idillio, uno strano ed impacciato ragioniere, che i due mettono in mezzo coinvolgendolo in una gara alquanto singolare: lo sputo del seme di cocomero…
Arriviamo a metà degli anni 2000, quando due ragazzi stanno distribuendo dei volantini per l’inaugurazione di un loro nuovo ristorante… La simpatica coppia gay è esilarante, anche quando incontra una coppia che si esprime in un grammelot medio orientale con cui cerca di comunicare… L’episodio evoca la convivenza tra etnie e culture dai mille colori che il quartiere di Tor Pignattara oggi vive.
Nell’ ultima scena si torna indietro nel tempo, con chiari riferimenti al Ventennio. Un uomo cieco, che ha militato tra le file della Repubblica Sociale, paga le conseguenze della scelta di abiurare il regime, e ora è odiato sia dai fascisti che dai comunisti.
Il bambino descriverà al cieco un quartiere non realistico, ma come lo avrebbe desiderato, una visione piacevole per il non vedente che di questo luogo ricorda ben altro.
Stanchi ma divertiti e soddisfatti, i partecipanti, dopo i saluti del cast, cominciano a tornare verso casa. Altri si fermano per conoscere e salutare gli attori che li hanno coinvolti, emozionati e divertiti. Come immaginavo, anche questa volta è stato un gran successo.
Diego Migeni e Alessandro Di Somma sono dei veterani; sempre in coppia, sono teatralmente un matrimonio perfetto. Danno sempre vita a personaggi del popolo a tratti paradossali ma divertenti, e affiatatissimi tengono sempre la scena.
Tra loro si inserisce Matteo Cirillo, che spesso ci collabora. Matteo è una scheggia impazzita, un artista travolgente e istrionico, un maestro dell’improvvisazione che riesce sempre a coinvolgere il pubblico interagendo anche con chi si affaccia dalle finestre.
Deliziose Francesca Pausilli e Giulia Nervi; sempre toccanti e profonde, danno vita a ruoli femminili intensi e toccanti, brave e dolcissime. Emiliano Morana e Ilario Crudetti, altra coppia di attori divertenti e simpatici ma anche drammatici, danno vita a personaggi in antitesi tra loro dimostrandosi sempre versatili e capaci. Non conoscevo Sarah Nicolucci, ben inserita con gli altri, che dà vita a ruoli intensi e riusciti. Deliziosi i figli di Di Somma che impersonano, insieme alla piccola Arianna, la gioventù dell’epoca e che chissà, in futuro vedremo crescere con ruoli più importanti nel teatro.
Le ragazze del balletto sono invece Anita Farina, Camilla Pujia e Alba Tisano, che truccate e vestite come adolescenti dell’epoca che rappresentano, ne propongono gli stessi atteggiamenti e movenze.
Nonostante il caldo, la serata è davvero piacevole e conferma la validità di questa proposta.
L’appuntamento è per la prossima edizione!
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