Attraversando la terza fase…
Con Maresa Palmacci ci siamo conosciuti di persona prima dello spettacolo ‘Luci (e ombre) della ribalta’ al teatro dei Servi poco tempo fa.
In realtà ci ‘conoscevamo’ di nome, per esserci sfiorati più volte tra teatri, in rete grazie ai nostri articoli pubblicati sullo spettacolo e su facebook, avendo molti amici in comune.
Laureata in lettere e filosofia, ha presentato una tesi in storia del cinema, è una giornalista pubblicista che collabora con varie testate giornalistiche on line.
Perché ne parlo? Perché anche lei, vivendo di teatro, non è immune dalle conseguenze di questo tragico momento.
Ho letto un suo articolo molto profondo e scambiato con lei due parole quella sera al teatro dei Servi, poco prima della nuova chiusura dei teatri, trovandola una piacevole e gradevole persona innamorata del suo lavoro e di questo ambiente.
‘L’arte come antidoto’:
http://www.inscenaonlineteam.net/2020/11/05/larte-come-antidoto-sulla-chiusura-dei-teatri/
In questo suo articolo Maresa esprime non tanto la rabbia, quanto un dispiacere immenso per la situazione in cui versa il teatro per questo nuovo arresto forzato.
‘Comunicati stampa accantonati, pagine di agenda strappate, incontri annullati, nessuna prima né rassegna stampa a cui presenziare…), ma soprattutto quei palchi vuoti, nudi, muti, che si impolvereranno abbandonati a se stessi.
Una tragedia che con questo nuovo DPCM assesta un nuovo duro colpo a questo ambiente.
Teatri serrati significa attori disoccupati. Una triste compagine affiancata anche da tecnici, staff e personale del settore. Un intero indotto in crisi.
Nonostante l’impegno di chi opera nel teatro, che cercando di raccogliere i brandelli di una stagione ormai mutilata, si è prodigato con fatica per cercare di recuperare il possibile di un palinsesto in pezzi e riorganizzare un rientro sulla scena, tutelando con attenzione sia i suoi lavoratori, che il suo pubblico, il DPCM parla chiaro: si chiude.
Si chiude nonostante le igienizzazioni, l’uso obbligatorio di mascherine in sala anche durante lo spettacolo, ormai simbionti con il nostro volto e che celano tristemente ogni nostra espressione agli artisti, le colonnine con i disinfettanti per le mani, che ormai poste all’entrata ricordano rigide sentinelle che rigorosamente controllano austere l’ingresso e che generosamente forniscono il liquido stermina germi ai convenuti. Nonostante la distanza tra le poltrone occupate dai presenti, che mutano tristemente l’aspetto della platea, portando alla mente il manto di un leopardo, e nonostante non sembri che nei teatri vi siano stati focolai di infezioni, né contagiati, si richiude.
Io, per quel che conta invece, sono convinto che il teatro sia un posto sicuro, lo percepisco, lo avverto. Sicuramente lo è molto più di certi bar o locali che ho visto in questo periodo, gremiti di ‘distratti’ avventori che usano le mascherine cingendo il proprio gomito al richiamo della moda del momento. Per non parlare dei mezzi pubblici super affollati, in cui le cautele che si adattano nei teatri sono mera fantascienza.
Sì, sono sicuro che in teatro posso dire di aver preservato la mia salute, oltre che rinfrancato il mio spirito grazie agli spettacoli che ho potuto vedere in tutta sicurezza e tranquillità.
Nonostante tutto ci risiamo. Nuova serrata.
Ripenso alle parole di Maresa, ai guadagni perduti dai teatri, alla disoccupazione che affliggerà artisti e personale, ai copioni studiati, alle prove, ai provini fatti. Tutto inutilmente. Penso alle programmazioni saltate, a tutti quei teatri che purtroppo chiuderanno definitivamente perché oberati e strangolati dai debiti accumulati.
A parte questa tragedia (non secondaria), penso a quale perdita ci sarà per l’arte e per la cultura e per la nostra società.
Mi trovo dunque d’accordo con il pensiero di Maresa e vorrei condividerlo. Sia con chi ama il teatro, ma soprattutto con chi non lo conosce, nella speranza che possa capire cosa perde e, quando questo virus scomparirà, entrare in un teatro.
Un mondo fatto di emozioni, di riflessioni, ricco di cultura, pregno di arte che inconsapevolmente molti stanno perdendo senza rendersene conto.
Maresa, come molti altri, si sente orfana, privata di questo mondo magico che oltre ad essere un luogo di lavoro è un rifugio, un riparo, una casa, una seconda famiglia.
Mi voglio unire a questo grido di rabbia e di dolore di cui lei si fa portavoce, nella speranza che i teatri riaprano al più presto, perché queste restrizioni uccidono come e più del covid.
Forse qualcuno potrà obiettare, dicendo che il teatro non è poi così fondamentale, allora perché la gente comune si è sentita così colpita dalla morte di Gigi Proietti?
Ho sentito dire: ‘Se n’è andato un grande del teatro’, ‘Il teatro è morto senza di lui…’
No, il teatro vive e vivrà grazie ai suoi insegnamenti e a quello di altri grandi artisti come lui. Vivrà se gliene daranno modo grazie ai loro ‘discepoli,’ quelli che lui e altri grandi hanno istruito e formato. Una nuova generazione di artisti di indubbio valore, degni prosecutori di questi grandi nomi, che però oggi trovano la serranda abbassata di questi templi della cultura.
Non lasciamoli soli.
Maresa Palmacci nasce a Terracina il 29 maggio 1991. Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla Facoltà di lettere e filosofia dell’università degli studi di Roma La Sapienza, dove si laurea con una tesi in storia del cinema. Nel 2015 consegue il Master di primo livello in critica giornalistica per lo spettacolo presso l’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico e si avvicina al mondo teatrale.
Giornalista pubblicista, collabora con testate online ( Recensito, Repubblica.it), e ufficio stampa di teatro ( ha lavorato per Teatro di Roma, Short Theatre, Centro Teatrale Santacristina, Spazio Diamante, Teatro de’ Servi, Spazio 18b Teatro Lo Spazio, Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli…)
Vediamola in alcune interviste video:
https://fb.watch/1B4R-Y26-c/
Alcuni suoi articoli e recensioni:
https://www.recensito.net/rubriche/interviste/quando-la-sensibilit%C3%A0-e-il-talento-di-un-attore-conquistano-il-teatro-e-la-tv-recensito-incontra-lino-guanciale.html
https://cheteatrochefa-roma.blogautore.repubblica.it/2018/10/30/trend-2018-jordan-m-p/
https://cheteatrochefa-roma.blogautore.repubblica.it/2017/01/26/nuovi-critici-due-m-p/
https://www.recensito.net/teatro/la-pazza-della-porta-accanto-alessandro-gassmann-recensione.html
https://www.recensito.net/teatro/animali-da-bar-teatro-recensione.html
animali-da-bar-teatro-recensione.html
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