TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (verso Natale e verso nuove varianti)
Teatro Lo Spazio
Da un’idea di Giuditta Cambieri
Con Giuditta Cambieri, Laura De Marchi, Argentina Cirillo, Daniela Cirone, Mally Mieli, Silvia Sciarra, Ricco Ciarmoli, Serafino Iorli
e con attrici LIS Carolina Cigliola, Alessia Fuselli, Francesca Lalli, Irina Fartade, Elda Di Giannatale
e con Lorella Pieralli alla chitarra e voce.
Sono particolarmente affezionato a questo progetto, non a caso è già la terza volta che presenzio e non sarà l’ultima. Ritengo Giuditta una persona speciale, che sta portando avanti un’ interessante idea: proporre uno spettacolo che sia fruibile per i sordi, ma adatto anche ad un pubblico di udenti.
Sul palco affiancato all’artista c’è sempre un traduttore LIS, che traduce simultaneamente quanto avviene, interagendo spesso con l’artista, il ché rende tutto più divertente e coinvolgente. Quando non è lo stesso attore ad essere sordo! Davvero una bella idea mettere insieme due tipologie di pubblico contemporaneamente. Mi guardo intorno, vedo persone che parlano tra loro con la lingua dei segni e mi trovo immerso in una realtà che per me sta diventando normale, piacevole. Anzi, sono io a dovermi adattare e lo sto facendo con naturalezza. Invito chi leggerà queste righe ad immergersi con me in questa realtà, perché non solo lo spettacolo è sempre divertente, ma tutto quello che orbita intorno è interessante, bello e pulsa di vita; una vita che non conoscevo, quella che appartiene al mondo dei sordi, ma che grazie al progetto di Giuditta e a tutti gli artisti, agli interpreti ed ai sordi sta crescendo ed inglobando un pubblico sempre più interessato. Seguitelo, non ve ne pentirete.
Giuditta, aiutata da Giorgia, introduce la serata, piuttosto affollata stasera, considerato che siamo di lunedì! Giuditta è la madrina, la regina della serata, bisogna riconoscerglielo. Attrice, presentatrice, organizzatrice traduttrice…
Inscena un divertente carosello in cui litiga e si interfaccia con ogni interprete, non adatta per lei alla serata. Un simpatico escamotage per strappare sorrisi, ma anche per far conoscere al pubblico queste insostituibili e preziose ragazze.
Arriva Daniela con Irina, che traduce. Daniela è una docente precaria che ci parla della sua visione della Dad, ormai ben conosciuta da insegnanti, studenti e genitori. Ci fa sorridere parlando della confusione adolescenziale in cui vivono i suoi alunni e racconta di come la psicologa del suo istituto abbia bisogno lei di una psicologa!
Mally è un’artista sorda; accompagnata da Giuditta, ci racconta del suo “punto G”e dei suoi pensieri erotici piuttosto singolari e ovviamente divertenti. Spigliata, simpatica, vulcanica, va diretta come un treno intrattenendo la platea.
Rocco, chi non lo ha visto a Zelig nelle sue esilaranti performance? Mi fa piacere, ovviamente, incontrarlo di persona. Lui esordisce parlando della sua altezza e dei suoi capelli rossi (?!)… chi non lo conosce? Diversamente alto e piuttosto glabro, comincia a raccontarci delle dicerie sui “rosci” e sulle loro sfighe… Davvero esilarante.
Silvia ci racconta di non essere un’ attrice, bensì una manager appassionata di poesia, dunque si infiltra in questa serata per poterci allietare come poetessa. Simpatica la sua digressione sui poeti famosi e i loro versi. Recita poi le sue “poesie”.
Argentina, insieme a Giuditta, canta alcune canzoni senza base per… sordi! Poi continua raccontando delle sue esperienze erotiche aggiungendo i soliti divertenti luoghi comuni sugli uomini.
Laura parla dei suoi conflitti con la madre, riesce ad ironizzare sull’ Alzheimer, per poi finire con un finale davvero toccante.
È la volta di Serafino con i suoi problemi di prostata, sciatica, amnesie, violente crisi verbali a causa della sindrome di Tourette. Insomma, un personaggio pieno di fisime divertentissime.
Giuditta, accompagnata dalla chitarra di Lorella, ci racconta invece delle sue vicissitudini dovute alla menopausa. La famosa canzone “Depende” di Jarabe de Palo, diventa… “Ti pende”. Una descrizione del corpo femminile che comincia a perdere il suo tono muscolare, diventa modo di esternare la propria autoironia per chiudere in allegria la serata.
Finito lo spettacolo, mi sono intrattenuto con alcuni artisti tra cui Laura, Rocco, Giuditta, Silvia, per i miei consueti selfie insieme e per scambiare due chiacchiere. Silvia a breve porterà il suo spettacolo al Teatro Dei Servi, mentre Giuditta lo farà qui, al Teatro lo Spazio, in compagnia di Lorella. Teatro e locale accogliente, dallo stile moderno, che propone sempre serate interessanti come quella di stasera.
Parlando con gli artisti, non si poteva non toccare il tema della serata, ovvero lo spettacolo accessibile anche ai sordi. È importante ricordare che la LIS non si scrive con le lettere puntate e che non si tratta di “linguaggio” dei segni, ma di una vera e propria lingua. La LIS è la lingua dei segni italiana, ma esistono lingue dei segni diverse per ogni nazione. È anche importante sapere che non si parla di “non udenti” (che a noi udenti sembra più rispettoso), ma di persone “sorde”. Inoltre i sordi non sono, come molti di noi credono, “sordo muti”, perché la loro capacità di parlare è legata a quanto hanno potuto beneficiare dell’ausilio di un logopedista. Questo per imparare ad usare le loro corde vocali, non avendo mai sentito la propria voce, che deve essere dunque educata. Insomma, questi sono i luoghi comuni di noi “normali”, lontani da questa effervescente minoranza fatta di persone autonome, ricche di vita, di passioni, di pulsioni e assolutamente orgogliosi della loro condizione che non gli ha tolto l’allegria e la voglia di vivere bene! Ringrazio Giuditta Cambieri per avermi seguito, istruito, corretto ed aiutato a comprendere e dunque a scrivere in maniera corretta di questa speciale realtà.
Laura invece mi spiega che il suo monologo nel quale parla della madre è una sua esperienza. Seppur si tratti di una storia tragica, Laura riesce a parlare di questa tremenda malattia, l’ Alzhaimer con una forte ironia; soprattutto senza ipocrisia e falso buonismo. Questo mi ha colpito molto. In pochi minuti è a mio avviso riuscita ad inviarci un messaggio, come convivere con i sensi di colpa scaturiti dai cattivi pensieri nei confronti di una madre, che a causa di questa malattia diventa insopportabile. Chi è rimasto vicino ad un malato di questo genere, sa di aver sviluppato una forma di cinismo, una corazza che si è stati costretti a crearsi per avere la forza di convivere, di accudire una persona che ogni giorno diviene sempre più distante, più lontana da noi. Per proteggerci siamo dunque costretti a reagire in un modo che può lasciare il segno e generare frustrazione e sensi di colpa. In questo Laura è stata delicata, toccante e profonda.
Penso che parlare con un’ artista del suo lavoro dopo uno spettacolo, rimanere per conoscerlo, per capire chi c’è dietro, come ho fatto qualche minuto prima anche con Serafino, Argentina, Daniela e Silvia, serve a scoprire la persona che c’è dietro ad ognuno di questi artisti. Mi interessa parlare dello spettacolo si, ma anche del loro lato umano, della persona. Poter entrare in empatia con l’ essere umano dell’artista relazionandosi con esso, per meglio comprendere la sua esibizione, per poter scrivere di loro e sul loro lavoro nella maniera più onesta e corretta.
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