TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (verso la terza dose)
Sono alla seconda “esperienza” con questo encomiabile progetto. Un’ iniziativa quasi esclusivamente al femminile, con attrici che portano in scena uno spettacolo pensato per essere seguito anche da persone sorde. Le attrici sono affiancate, durante la loro performance, da traduttrici (e attrici) LIS, il linguaggio dei segni. Lo spettacolo è quindi fruibile per un pubblico eterogeneo. Semplicemente fantastico!
Dunque eccomi qui, stasera si avvicenderanno sul palco numerose artiste: Giuditta Cambieri, Laura De Marchi, Alessandra Merico, Silvia Sciarra, Serafino Iorli, Mally Mieli, Monica Mercanti, Gisella Cesari, Argentina Cirillo ed Elena Mazza.
Tra le attrici LIS: Tiziana De Chiara, Carolina Gigliola, Irina Fartade, Alessia Fuselli Francesca Lalli ed Elda Di Giannatale.
“Lo Spazio” è un gradevole locale adiacente al famoso mercatino di via Sannio. A metà strada tra il teatro ed il pub, stasera questo “spazio” accoglierà una divertente manifestazione.
Alessandra, brava come sempre, stasera è nei panni di un’impacciata tragicomica in un’esilarante ricerca di argomenti da proporre per far ridere il suo pubblico ed interagire con esso.
Silvia è davvero divertente con la divagazione sul fischio d’apprezzamento dell’uomo nei confronti della donna e la sua relazione con l’altro sesso. Vincente la sua interazione con il pubblico.
Monica, affiancata da Giuditta come traduttrice, ci racconta le sue esperienze di vita da sorda con le persone “normali”; grazie alla sua sottile vena umoristica, è in grado di portarci con lei nel mondo dei sordi e di darci una visione di quanto i “normali” possano essere sciocchi nei loro confronti.
Gisella, con il suo umorismo pugliese, ci racconta di una sua singolare amica, ma si scoprirà poi che in realtà parla in terza persona, e con molta simpatia, delle sue fisime.
Elena, invece, non sopporta chi si lamenta, stressata dal rapporto con i suoi amici troppo ansiosi e scontenti che riversano su di lei le loro problematiche. Sempre irresistibile, divertente e molto espressiva.
Argentina, tradotta sempre dalla nostra eccezionale ed onnipresente madrina dell’evento Giuditta, ci racconta anche lei delle esperienze con i “normali” incontrati per strada mentre vengono qui al teatro; un odissea tra gli idioti e al contempo una dimostrazione di quanto le persone normodotate svelino i propri handicap nel relazionarsi con una persona semplicemente sorda. Davvero divertente, oltre che istruttivo.
Laura ci racconta la sua vita al Pigneto, tra le stranezze, le singolarità e le relazioni sociali con i personaggi stravaganti che incontra nell’eccentrico quartiere. Anche lei ha una verve che la mette subito in sintonia con il pubblico divertito.
Serafino divaga in modo divertente sull’omosessualità nel modo umano e in quello animale. Un altro artista che sa come instaurare un rapporto diretto con il pubblico, facendo ridere ma anche riflettere su questo argomento.
Ogni monologo è in realtà presentato in coppia; non tutti gli artisti conoscono il LIS, si avvalgono dunque di un traduttore. L’interazione tra i due è sempre vincente ed efficacemente divertente. A volte sembra una sorta di confronto con il proprio alter ego sordo. Sono contento di partecipare a questa serata tra un pubblico di udenti e sordi che si amalgamano in un’unica platea senza barriere e preconcetti. È un’esperienza singolare, quella di sentirmi io il “diverso” tra loro, e al contempo accettato come tale. Persone di carattere, che hanno sopperito alla propria mancanza sviluppando una sensibilità, una forza ed una schiettezza che spesso le persone cosiddette “normali” non hanno.
Giuditta ed il suo seguito credono molto nel progetto. Tutti sono visibilmente presi ed appassionati nel portare avanti questa fantastica idea, che permette a tutti di passare una serata spensierata e allegra. Ho incontrato Giuditta poco prima di salire sul palco, visibilmente stanca e segnata per i numerosi impegni e responsabilità; entrata in scena, sembrava rifiorita, ritemprata. La sua passione e abnegazione per il progetto è palpabile, visibile, direi contagiosa. Riesce a spargere una pandemia di buon umore e umanità che infetta positivamente tutti i presenti, artisti e non.
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