TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona (aspettando di arrivare all’80% di capienza delle sale)
Con Enzo Casertano e Alessandra Merico
Credo che Enzo meriti un introduzione, se non un vero e proprio panegirico. Oltre ad essere un valido attore comico e drammatico, è una persona schietta, sincera, sensibile, profonda e dal cuore grande. Non so se chi leggerà questo articolo si è reso conto di questo durante il lockdown.
Enzo in quel difficile momento è rimasto disoccupato insieme a tutti gli altri attori e a coloro che orbitavano nell’indotto dello spettacolo. Abbandonati, dimenticati, se non quando completamente ignorati dalle istituzioni. Lui però, come alcuni altri suoi colleghi (tra cui anche Alessandra Merico), si sono impegnati a farci trascorrere con un pizzico di allegria questo triste periodo pandemico, facendoci compagnia sul web con le loro trovate divertenti, le loro storie e i racconti. Enzo è stato il re di questo mondo parallelo. Immancabilmente sfornava come un panettiere nuovi video divertenti a cadenza regolare per farci ridere, tenerci compagnia, distrarci. Tutto senza chiedere nulla in cambio. Durante il lockdown scrissi di lui e dei suoi colleghi che si stavano prodigando in questa “missione”, sollecitando il pubblico a non lasciarli soli, a non dimenticarli quando la pandemia sarebbe finita, perché loro non lo avevano fatto con noi. Sollecitai i lettori a ricordarsi, una volta riaperti i teatri, di partecipare ai loro spettacoli per sostenerli. Un modo di contraccambiare l’affetto che lui e tutti loro ci avevano dimostrato. Caro Enzo, io non l’ho dimenticato e sono qui con la mia presenza e la mia penna a sostenerti con lo stesso affetto ed impegno che ci hai dimostrato. Grazie, Enzo, a te e a tutti quelli come te.
Sono subito accolto da Valter, Marco e Alessia del Teatro Testaccio, così come farebbero dei buoni padroni di casa. Il teatro è accogliente, l’ambiente è molto famigliare e ospitale. Adoro i piccoli teatri dove artisti e pubblico sono praticamente a contatto. Lo scambio è più diretto e la vicinanza permette di cogliere ogni piccola sfumatura espressiva del volto di chi recita.
Con qualche vaga reminiscenza di “Io e Caterina”, famoso film di Alberto Sordi, Enzo e Alessandra portano in scena questo esilarante spettacolo.
Lui è un architetto preso da mille progetti, che decide di ordinare un elettrodomestico per fargli svolgere i lavori di casa, gli arriva però una cameriera robot… Enzo, napoletanissimo, con la sua comicità partenopea ci fa subito divertire con una serie di telefonate/monologo dove dà sfogo a tutte le sue capacità comiche. Enzo è un una sorta di pozzo di San Patrizio, colmo di inesauribile ilarità e simpatia.
Arriva Kate. Già dall’apertura della scatola con cui è stata spedita, si intuisce che stasera si riderà molto. Alessandra, con le sue espressioni robotiche, fa la parodia all’aspetto dei Kraftwerk (gruppo inquietante di musica elettronica degli anni ‘70), interagendo spiritosamente con i goffi sforzi di Enzo che cerca maldestramente di attivarla. Bravissima Alessandra nell’inscenare i vari tentativi di programmazione, quando sciorina tutta una serie di possibili modalità caratteriali femminili; esilarante quella ammiccante riservata ai soli adulti… Irresistibile anche quando usa le varie lingue a disposizione del suo menù, facendo impazzire Enzo, davvero imbattibile. Alessandra si presenta con un grembiulino da cameriera/lolita e sceglie, per dare vita al personaggio, atteggiamenti ricchi di smorfie e goffaggini che nascondono a stento il suo velato fascino. Uno charme che pian piano, nel corso dello spettacolo, verrà sapientemente diluito e inoculato a dosi crescenti al suo androide.
Enzo, invece, cercherà di insegnarle come comportarsi in pubblico, ma anche lui è piuttosto inesperto in materia di relazioni sociali e viste le magre frequentazioni del nostro architetto, per prepararla alla vita sociale la infarcirà con le sue nozioni stereotipate e political correct per potersi relazionare con gli altri. Avventatamente, la indurrà a farsi una cultura attraverso la televisione e ad assorbire nozioni ed esperienze attraverso film romantici, che ovviamente lei interpreterà distorcendole attraverso le sue percezioni artificiali. Tutto ovviamente a guadagno dell’andamento della brillante commedia che diviene sempre più trascinante.
Scritta da Alessandra, la drammaturgia e l’ interpretazione centrano appieno quel modello di donna vivo nel pensiero e nel desiderio dell’uomo medio. Una sottile, sarcastica provocazione al mondo maschile, si affaccia così nella commedia che non vuole essere una critica, bensì farci sorridere spensieratamente.
In realtà il personaggio di Enzo rappresenta un uomo solo, anche lui come il droide ha serie difficoltà di relazione, che ormai affronta con dei cliché stereotipati. I due non sono poi così diversi. Enzo (Alberto) si affeziona sempre di più al droide, manifestandogli velatamente il suo affetto crescente, che Kate ricambia all’apparenza “artificialmente”, cercando di fare felice il suo padrone e contemporaneamente costruendo la sua dimensione di felicità e la sua personalità.
Del film di Sordi, sia ben inteso, non c’è nulla se non una vaga ispirazione. Una scena richiama una sequenza della pellicola, ma di fondo è solo un tributo; si tratta del momento quando Caterina, in preda alla gelosia, vuole accoltellare Sordi; ma nella nostra commedia è usato solo come un pretesto per omaggiare l’attore scomparso. Il proposito e l’esito sono completamente diversi.
Enzo e Alessandra sono così divertenti e la storia è così frizzante, che Alessandra, nelle scene dove deve rimanere seria, vacilla di fronte alle prorompenti battute di lui. Un attore che possiede un tipico approccio partenopeo, ricco di battute e gag che riportano alla mente quella comicità immortale del nostro cinema italiano post guerra. Mai volgare, dall’andamento dinamico e costante lo spettacolo scritto da Alessandra è un crescendo continuo fino al raggiungimento del suo divertente epilogo. Alessandra è in continua trasformazione. Con gli occhi pallati e vuoti e la sua inespressività iniziale, esce dal suo scatolone per maturare man mano una prorompente umana femminilità, con un approccio sempre divertente e coinvolgente. Come una moderna Pinocchio, cerca di migliorarsi per lei e per l’uomo che ha capito essere un buono.
Credo che Alberto Sordi si sentirebbe lusingato di questo intelligente e divertente omaggio. I due divertono e si divertono, serpeggiano nella loro proposta un forte romanticismo, tenerezza, dolcezza, che danno quell’ accento di umanità all’architetto, ma soprattutto al droide. Una commedia divertente che i nostri portano a termine soddisfacendo il pubblico di questo caratteristico e amabile teatro.
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