Teatro Marconi
di Donatella Diamanti
con Mariano Gallo e Tiziana Sensi
Scene Alessandro Chiti
Regia Luca Gaeta
Aiuto Regia Caterina Gramaglia
Costumi Ilaria Ceccotti
Disegno Luci Francesco Bàrbera
“Se mi innamoro di te … mi innamoro di un uomo o di una donna?”
“Ti innamori di me”…
La frase emblematica racchiude in sé il corpo dello spettacolo. L’amore qui non segue un cliché, rompe gli schemi e si libera. È semplicemente un amore che infrange ogni barriera, non vincolato alla coppia eterosessuale, che non ha obblighi. È un sentimento travolgente che arriva inaspettato.
Il testo sottolinea come l’amore non abbia sesso, come entri di prepotenza nella vita delle persone, cambiandole.
Pina è una prostituta che vive in uno squallido seminterrato da cui vede “la strada all’altezza degli occhi”, scorgendo il mondo indifferente che le passa accanto. La visione che ha di questo mondo è come quella di una lumaca o di un verme che per sopravvivere deve schivare quei passi distratti, che già l’hanno ampiamente calpestata.
Vive dunque ai piedi della società, non parla mai di volti scorti dalla sua finestra, ma solo di scarpe che le sfiorano il volto mentre passano indifferenti. Sono le orme di una società che vogliono nasconderla perché di lei si vergognano e solo dopo averla sfruttata di notte, preferiscono dimenticarla di giorno.
Pina ha un figlio che non può crescere perché è sola e forse anche a causa del suo mestiere e della sua situazione psichica.
Infelice, si appresta a scrivere una lettera, l’ultima.
Quest’azione però sembra essere l’inizio di una nuova vita. Forse la lettera ha inaspettatamente aperto la porta di un’altra dimensione, è stata ascoltata in forma di preghiera da qualche entità sovrumana.
Così, inaspettatamente nella sua vita appare l’unica persona che finora sia stata in grado di ascoltarla e capirla andando oltre i pregiudizi e le apparenze, ed è riuscita con delicatezza e discrezione a penetrare la sua intimità.
È Principessa, un uomo che probabilmente condivide, come lei, un marciapiede. Nella sua borsa ha una parrucca bionda e delle scarpe con i tacchi alti.
Tra i due nasce qualcosa di speciale, si capiscono, si sentono e cominciano a condividere una passione comune fatta di un sentimento vero e profondo privo di secondi fini.
A dare vita a questa particolare storia, scritta da Donatella Diamanti, sono due artisti d’eccezione: Tiziana Sensi e Mariano Gallo, in arte Priscilla.
La vicenda è raccontata con particolare delicatezza, sfruttando un’atmosfera onirica, eterea, fantastica.
Quando i due si incontrano, si specchiano in loro stessi, vedendo il loro riflesso. Seppur appaiano completamente diversi, si completano. Lei è frenetica, logorroica, infantile; lui posato, riflessivo e schivo.
Credo che una persona che arrivi a pensare al suicidio debba essere oltremodo disperata o coraggiosa.
Pensare di affrontare l’ultimo viaggio con un biglietto di sola andata vuol dire aver superato abbondantemente il proprio punto di rottura, aver oltrepassato il proprio limite di resistenza al dolore.
Significa essere arrivati ad uno stato di assuefazione che porta a convivere con quel dolore e cercare con questo gesto la pace.
Oppure, come sembra essere Pina, bisogna essere degli sconsiderati, dei folli, degli irresponsabili incoscienti ed immaturi. Effettivamente a primo impatto Pina può sembrare così.
Con il suo atteggiamento fanciullesco e superficiale nasconde però ben altro.
Pina è egregiamente interpretata da una mirabile Tiziana Sensi, che ci restituisce un personaggio candido, dolcissimo, estremamente delicato ed indifeso. Si aggira saltellando come la vispa Teresa per questo orrendo sottoscala ricreato da una scenografia che lascia a bocca aperta, impreziosita da effetti luce e sonori molto suggestivi.
Pina è molto particolare: loquace, logorroica ed infantile, probabilmente a seguito di diversi traumi si è chiusa in questo stato di perenne fanciullezza, in cui è regredita.
Satura di un’esistenza fatta di stenti e di infelicità, ha deciso di farla finita, ma lo fa in maniera impacciata e goffa. Finché nella sua vita entra “casualmente” questo singolare personaggio magico e misterioso interpretato da Mariano.
L’artista, come sempre, si muove delicatamente e fascinosamente, animato dalla sua essenza in cui due forze, quella maschile e quella femminile, si fondono e si compenetrano per dare forma ad un unico ed irripetibile essere dai tratti angelici ma anche profondamenti umani.
I due sembrano condividere un futuro simile, parallelo. Sembra che il destino li abbia voluti far incontrare, incrociandone le strade.
Dopo un iniziale impatto traumatico, almeno per Principessa, travolta dall’irruenza di Pina, trovano una sintonia.
Ho notato che mentre Pina rivela il suo vero nome, l’altro si nasconde dietro uno pseudonimo. Che celi la sua vera identità di essere celeste o immaginario?
La vita sembra non aver dato molto ai due, ma almeno ora si riscatta facendoli incontrare e rompendo la loro profonda solitudine. In meno di un’ora, la pièce con profondità ed intensità ci trasporta in questa romantica e drammatica vicenda rendendoci testimoni di un particolare rapporto che vediamo crescere piano piano, delicatamente, in punta di piedi.
Mariano è un artista fuori le righe, si muove con la sua forte e affascinante personalità. Quasi non sembra umano; è una specie di angelo caduto dal cielo ma per sua scelta e non per punizione divina. Sembra aver scelto scientemente il suo destino, quello di salvatore. Con il suo fascino maschile e femminile ammalia e seduce non solo il pubblico, ma anche questa dolce e amorevole donna.
Tiziana interpreta magistralmente questa creatura, restituendoci una donna svuotata della sua essenza ma bella e amabile che per proteggersi vive in un mondo tutto suo.
Nell’interpretazione di Tiziana vedo la quintessenza della donna abusata e sfruttata, mentre in Mariano l’ Angelo della morte che con estrema bontà, inviato chissà dal destino, dalla sorte o dal padreterno, viene in soccorso di questa fragile creatura.
Mariano è un personaggio iconico, surreale, onirico, che si muove sfiorando il palco in questa realtà che sembra immaginaria.
Poi, abbandona per un momento quei tratti divini e magici di cui è dotato per tramutarsi in un uomo che vuole proteggere e poi accompagnare questa donna verso l’ultimo passo.
Due personaggi suggestivi interpretati divinamente, toccanti, emozionanti, a tratti divertenti e sempre dolcissimi, che affrontano insieme un dramma che si tramuta in una storia di amore romantica che sembra volerli unire per l’eternità.
Tiziana e Mariano riescono a toccare l’intimo dello spettatore e ad emozionarlo, come la stessa creatrice del testo, che a fine spettacolo ci ha rivelato di essersi profondamente commossa.
L’amore che va oltre la distinzione dei sessi e si rivela senza confini, incanta e suggestiona.