TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (finalmente con il 100% della capienza della sala).
Sala Umberto.
Tratto da una storia vera, Marco racconta del negozio di musica di suo nonno, ne nasce questo bellissimo e toccante monologo che è chiaramente sentito e vissuto con grande emozione dal nostro artista.
“Musica Simeoli” è il negozio di musica sito proprio davanti al conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, dunque centro nevralgico per tutti quelli che erano e sarebbero diventati nomi noti del panorama napoletano e non. Una storia che viaggia tra vari periodi storici, dall’apertura del negozio negli anni ‘20 in cui l’attività andava bene e permise alla famiglia benestante di nonno Salvatore di crescere otto figli, fondare una casa editrice, una scuola di canto, una squadra di calcio e vivere in una bella villa con tanto di servitù. Divertentissimo il racconto del sarto personale e della moglie, entrambi personaggi singolari, che permettono a Marco di creare una scenetta davvero esilarante. Poi Marco ci racconta i periodi più tristi, quelli del fascismo e del secondo conflitto mondiale, quando tutto ciò che aveva costruito il nonno piano piano sparisce e la famiglia perde tutto il suo benessere, pur rimanendo unita. Questo è il periodo su cui lo spettacolo si ferma di più. Tutto molto toccante e ben raccontato, come ad esempio l’incontro con Donna Rachele, l’affissione del manifesto “negozio ariano”, che riportano a quegli anni bui. Poi si passa al boom economico degli anni ’60, alla speculazione edilizia e al colera, fino alla scomparsa di Salvatore. Quando l’attività passerà ai suoi figli, lui apparirà ancora nel racconto, vedendo come il panorama musicale sia cambiato. Il negozio di famiglia che oggi esiste ancora, sempre davanti al conservatorio, sembra sulla scena essere sospeso in un tempo non definito, complice anche una scenografia molto suggestiva, ed è la base di partenza per questo viaggio malinconico nel tempo dell’ attività, ma anche di Napoli e dell’Italia.
Perché “Manca solo Mozart?” Perché in questo magico negozio, secondo un famoso capo camorrista venuto a chiedere il pizzo manca proprio questo musicista. Molto toccante la parte del figlio di Salvatore che, avendo ereditato la passione dal nonno, spiega al malavitoso cosa per lui rappresenti la musica, lasciandolo senza parole, anzi inducendolo a un profondo rispetto. Il finale è un altro tocco di classe in cui Marco rompe le barriere del tempo e senza indugio si cimenta con tanto di movenze, abbigliamento e canto, in una modernissima rappresentazione musicale lasciando spiazzato e divertito il pubblico. Un’ovazione per questo grande artista napoletano, in cui di tanto in tanto si affaccia l’eco di un Gigi Proietti, suo collega ed amico, che sembra essere sempre al suo fianco come musa ispiratrice.
Raccogliendo ricordi e aneddoti tramandati dalla famiglia, nasce questo fantastico monologo, ricco di vita, esperienze e grandi emozioni, che racconta cose belle ma anche tristi. Una raccolta di ricordi che altrimenti si sarebbero pian piano persi nel tempo. Grosso e Simeoli ne fanno uno spettacolo coinvolgente ed avvolgente, ricco di emozioni e passioni, comico e serioso, che trova la forza nell’amore per la famiglia e per la sua città.
Un plauso per i suggestivi scatti al bravissimo Francesco Nannarelli, in grado sempre di immortalare l’anima di ogni attore al momento giusto.
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