Cometa off
Di Eric Assous
Traduzione Giorgia Serafini
Con Antonia Di Francesco e Alessandro Moser
Regia di Antonia Di Francesco e Alessandro Moser
Aiuto regia Rossella Nardini e Cristiana Stazzonelli
Scene Guido Ghelardini
Luci e fonica Elisa Martini
Il titolo prende spunto da una promessa, quella che si fa ogni amante preso dal turbine della passione. Promessa che spesso viene dimenticata, o coperta da un velo di ipocrisia.
Tutto scaturisce da un piccolo ed insignificante incidente automobilistico che diviene la causa scatenante per far riemergere dei non detti nella coppia, ammantati da piccoli rancori.
Piccoli segreti spesso innocenti, almeno per chi li cela, lasciati volutamente nel dimenticatoio in uno spazio recondito della mente, del cuore o dell’animo. Segreti però indelebili, che sopiti in qualche angolo nascosto, aspettano il momento giusto per riemergere e poi esplodere mettendo a dura prova l’unione di una coppia.
È giusto tacere e obliare alcuni passaggi della nostra vita? O bisogna optare per la sincerità e scacciare così ogni ombra del nostro passato?
La pièce ci propone proprio questo dilemma che vede protagonisti due personaggi, Serge e Marianne. Una storia coinvolgente, dai ritmi serrati che non disdegna di inserire stoccate continue nei dialoghi e piccoli colpi di scena che trasformano la vicenda di in un piccolo giallo hitchcockiano.
Un testo, questo, che ha colpito molto Alessandro, che ha voluto portarlo in teatro insieme alla sua immancabile compagna di scena, Antonia.
Loro sono una coppia rodata che spesso propone spettacoli insieme; complici ed affiatati, non temono di mettersi in gioco con un testo difficile ed intricato, ricco di risvolti e che scava nell’emotività e negli affetti di una coppia mettendone in discussione la stabilità.
Le dinamiche e le situazioni proposte sono piuttosto realistiche e non nascondono una leggera provocazione pungente nei riguardi della coppia. Ognuno di noi può rivedersi riflesso in quelle discussioni, negli atteggiamenti, ricchi di incertezze, dubbi, segreti, gelosie, sospetti, provocazioni…
Marianne ci appare come una donna petulante, apparentemente insicura e dubbiosa.
Con i suoi atteggiamenti soffocanti e provocatori, punzecchia il marito per scoprire il suo lato oscuro, dove nasconde il suo passato sentimentale. Ma il consorte è un bonaccione, un sempliciotto, che almeno all’apparenza l’unica cosa che può nascondere è una piccola marachella infantile.
Ma tutto non è come sembra. Le dinamiche tra i due gradualmente ed efficacemente si invertono, mutano. Un testo profondo ed intelligente che mette a nudo i lati caratteriali di entrambi che non sembravano possibili.
Marianne si direbbe essere una donna insicura, gelosa e possessiva, e invece man mano si rivela sempre più acuta e scaltra, fino a riuscire mettere con le spalle al muro il marito. Lui sembra sempre più in difficoltà ed impacciato, intrappolato in una ragnatela invisibile in cui ogni movimento, o meglio ogni tentativo di giustificarsi, finisce per intrappolarlo sempre di più. Le sue discutibili giustificazioni, nel confronto con l’arguta e sospettosa moglie, finiscono per farlo disprezzare dal pubblico. Più scivola nella rete della donna, più il pubblico finisce per rimane affascinato da lei.
Ecco allora emergere una realtà inaspettata da un uomo così, che vacilla, si smarrisce, inciampa, si smentisce, ritratta e perde ogni certezza. Viene però il sospetto che Marianne abbia voluto chiudere gli occhi fino a questo momento. Come fanno molte donne, che non vogliono, o non se la sentono, di indagare nell’intimo della proprio compagno per paura di scoprire amare verità e vedere la propria vita sentimentale sgretolarsi sprofondando nel fallimento e nella conseguente solitudine.
In questa dinamica mi sembra di scorgere un atteggiamento tutto femminile, quello della donna che tende ad idealizzare il proprio uomo, vivendo questa illusione lontana dall’ obiettività.
La scarna, essenziale, vuota scenografia esalta ogni movimento degli attori che con la loro attenta e coinvolgente recitazione sottolineano l’insofferenza e la mancanza di comunicazione tra i due personaggi.
Due sedie trasparenti sembrano voler trasmettere la purezza delle coscienze e gli animi dei due innamorati, come erano o come dovrebbero essere. Loro si siedono e si alzano in continuazione, come se le sedie scottassero, sottolineando la loro profonda instabilità.
Davanti a loro c’è un muro che viene spostato con insistenza ed in continuazione da entrambi. Sembra separarli e allo stesso tempo proteggerli l’uno dall’altro e da loro stessi, soprattutto ne nasconde le reazioni reciprocamente. Un chiaro riferimento registico all’incomunicabilità di cui parlavo prima. Poi avviene un cambiamento: il muro si trasforma in un tavolo grande, immenso. Questa scelta registica sembra voler rappresentare una distanza incolmabile che separa i due a capotavola, ma che li mette così anche uno di fronte all’altro. Ora, senza il muro, non possono sfuggire ai loro sguardi indagatori, non possono nascondere gli imbarazzi e i momenti di difficoltà. Sono indifesi davanti a loro stessi, ma lontani.
La terza fase ci porta ad una nuova trasformazione. Quando tutto sembra risolto e superato, quando la serenità sembra rifiorire nella coppia, quel tavolo si trasforma di nuovo, stavolta in un talamo dove i due dovrebbero raggiungere la loro meritata tranquillità e felicità, ma dove invece trovano il punto di rottura.
I due personaggi in un’ora e mezza di spettacolo cambiano, si trasformano attraverso un passaggio lento e graduale. In modo molto efficace i due attori ci fanno assaporare con gusto questo lento ed inesorabile passaggio.
Lei diviene sempre più sicura di sé, impassibile e distaccata, sottile ed acuta, mentre lui si scopre sempre più remissivo, balbettante, incerto, colpevole. Ecco apparire i suoi ingombranti scheletri dall’armadio.
Serge e Marianne prendono vita grazie a due artisti che hanno grande capacità e sensibilità, due attori affiatati assolutamente complici, più della stessa coppia che rappresentano.
Proposta assolutamente interessante, in linea con quanto viene sempre proposto dal Cometa off.
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