TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (attraversando la quarta ondata).
Sala Umberto
scritto e diretto da Antonio Grosso, con Maria Bolignano (sostituita da Irene Grasso), Francesco Procopio, Enzo Casertano, Giuseppe Cantore.
Un gruppo comico molto famoso sia in teatro che in televisione degli anni ’90, si è ormai sciolto a causa di una vicenda amorosa che ha rotto gli equilibri tra due componenti. A causa di una serie di circostanze e a grande richiesta del loro pubblico che non li ha dimenticati, devono decidere se tornare o meno in scena. I nostri tra attriti, indecisioni ed irrisolti, decidono seppur tra mille difficoltà di riunirsi per cercare di recuperare il loro posto nel mondo dello spettacolo, ma cosa accadrà?
Dopo alcuni rinvii a causa di imprevisti (la prima data era prevista per l’11 gennaio), finalmente va in scena “Non ci resta che… Ridere”. Bisogna dire che nonostante il periodo non proprio propizio per lo spettacolo, stasera la sala è piuttosto gremita. Sicuramente i nomi in cartellone, ma anche la voglia di distrarsi e divertirsi, hanno avuto la meglio sulla fobia prodotta dalla nuova variante “Omicron”.
Lo spettacolo
Non vedremo mai Daniele, uno dei comici facenti parte del gruppo, perché la sceneggiatura lo propone come personaggio meramente nominale. Sul palco invece Antonio Grosso dà vita a quattro diversi soggetti: Umberto il bonaccione (Enzo Casertano), Federico l’egocentrico e superficiale seduttore (Francesco Procopio), sposato con la più volte tradita e bella Sara (Irene Grasso) e Brando, un eccentrico simpaticone (Giuseppe Cantore).
Il primo atto riproduce, con una efficace scenografia e con un ottimo uso delle luci, l’abitazione del povero e sfruttato Umberto, costretto ad ospitare come nuovo inquilino Federico, il fedifrago ex collega prepotentemente autoinvitatosi. Un opportunista, disordinato ed egoista personaggio piuttosto antipatico, cacciato ancora una volta dalla povera e stanca moglie Sara. Si capisce, dalla rassegnazione di Umberto, che questa non sia la prima volta che il poverino sia costretto ad ospitare il molesto amico. Dopo averci fatto capire come funziona la loro amicizia, subentra Sara, che palesa tutta la sua frustrazione e rabbia nei confronti del marito. Più avanti si aggiungerà al quadretto l’eccentrico e simpatico Brando. Per risollevare le sorti soprattutto economiche di tutti, tra le forti reticenze di Federico (vedendo lo spettacolo capirete perché) urgerebbe una reunion del gruppo.
Divertente il taglio comico intriso di umorismo partenopeo che Antonio sceglie di dare ai suoi personaggi, che colmano di battute divertenti in dialetto napoletano ogni scena, dando il via ad una serie infinita di simpatiche e travolgenti gag.
Enzo dà un taglio di macchietta al suo personaggio, esprimendo tutta la sua simpatia e comicità. Interpreta una persona dal cuore d’oro, buona d’animo, che permette al bravo Francesco, nei panni di un egoista egocentrico perditempo, di approfittarsi di lui e di prevaricarlo. Irene veste i panni di una donna stanca, rassegnata a sopportare un marito dagli atteggiamenti adolescenziali e superficiali, con una schietta e divertente napoletanità. Più avanti svelerà alcuni lati del suo carattere a alcuni retroscena della sua vita, da lasciare amaramente colpito il marito. Giuseppe è un’altra caricatura; anche lui, come Francesco, sfoggia un suo ego, si mostra pieno di sé ma lo fa in maniera plateale, eccessiva, per nascondere le sue debolezze e fallimenti così da risultare divertentemente esagerato. Scaltro lo stratagemma che Brando escogiterà e che costringerà il reticente Federico a salire sul palco. Trovata che però costringerà Federico a mostrare il suo lato più altruistico e a farsi vedere sotto un’altra luce. L’escamotage però coinvolge, suo malgrado, il povero Umberto che si dovrà spacciare per un malato grave, costretto a girare sul set con una sedia a rotelle, in maniera impacciata e assai esilarante.
Il secondo atto invece si svolge nelle quinte, dietro al palco dove i nostri si stanno preparando per il loro nuovo debutto. Molti nodi vengono al pettine, vengono alla luce altre sfumature dei caratteri dei personaggi, e si scoprono gli altarini (che non rivelerò), ma che daranno sapore e sprint all’epilogo.
Daniele pur rimanendo entità eterea, darà il suo contributo determinante. Dopo un piccolo imprevisto che scompaginerà per un momento i piani di tutti, si arriverà verso il lieto fine.
Funestati da diversi imprevisti che li hanno costretti alla posticipazione dello spettacolo e all’improvvisa sostituzione di Maria Bolignano con Irene, i nostri si sono adattati e hanno dimostrato tutta la loro professionalità e bravura, affrontando e superando con destrezza tutte le difficoltà che avrebbero potuto inficiare il risultato dello spettacolo. Sono stati capaci di regalare una serata di alto tenore al loro pubblico che si è divertito a ha partecipato, manifestando con applausi e risate di aver gradito.
Antonio Grosso ha scritto una simpatica e divertente commedia, scegliendo un cast composto da super attori che hanno saputo interpretare egregiamente i personaggi con le loro divertenti e brillanti caratteristiche, grazie a una comicità schietta, spensierata e mai volgare.
Bravi tutti per essere riusciti ad affiatarsi con Irene e a portare a segno il colpo. Un plauso particolare a mio avviso va proprio a lei, che in poco tempo è riuscita a prendere il posto della sfortunata Maria (in sala tra il pubblico e poi sul palco per i saluti finali), e che è stata in grado di offrire insieme agli altri un’ ottima performance.
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