Teatro Roma
Scritto da Alexandra Filotei e Sergio Viglianese
Con Alexandra Filotei
Mimmo Strati e Micol Malizia
Era nel lontano 1976 quando per la prima volta feci l’esperienza di sentire il terremoto, quello del Friuli. Avevo solo nove anni, dunque non realizzai subito quanto l’evento fosse sconvolgente.
Scendemmo tutti sotto casa per timore di nuove scosse e conobbi la paura attraverso gli altri in strada, alcuni avevano addirittura deciso di dormire in macchina. Poi sentii quello dell’Irpinia e ancora quello terribile (perché più vicino a me e meglio avvertito) de L’Aquila, infine quello delle Marche…
Dopo dieci anni esatti dal sisma, mi sono recato a L’Aquila per un fine settimana. A distanza di tutto quel tempo ancora c’erano tante case lesionate.
Sono entrato in una di esse e mi sembrava di essere in una fotografia. Tutto era rimasto immobile, fermo a quel drammatico istante: giornali di qualche giorno prima rimasti “congelati” in terra, mobili aperti con vestiti ancora appesi sulle grucce, piatti della cena ancora sul tavolo o sul lavabo, fotografie forse di chi non c’è più… Sono uscito segnato da quell’esperienza.
Ma cosa si prova a veder crollare la propria casa? O peggio, a rimanere sotto le sue macerie per ore non sapendo quale sarà il proprio destino, se qualcuno ci sentirà e ci verrà a salvare…
Questo spettacolo, attraverso la brillante ed estrosa esibizione di Alexandra, risponde ad alcuni di questi quesiti e lo fa con garbo, rispetto ma anche leggerezza, simpatia e una travolgente comicità. Alexandra non vuole piangersi addosso, sottolinea più volte che non si sente una vittima.
Questa sua proposta è invece un inno alla vita e alla rinascita. Contiene un messaggio decisamente positivo che nonostante il drammatico tema, riesce a divertire il pubblico facendolo al contempo riflettere.
Alexandra ha saputo rialzarsi dopo un lungo periodo di ricoveri e trattamenti ospedalieri per sanare le gravi ferite riportate dallo schiacciamento sotto le macerie. Come una fenice è letteralmente rinata, conservando la sua allegria e la positività che la connotano e che spiccano immediatamente quando la si conosce o la si vede in azione sul palco.
Ha esorcizzando i fantasmi di quell’esperienza con impegno ed aiuto, forse anche grazie alla realizzazione di questo stupendo spettacolo.
La bellezza di questo testo è che arriva al cuore dello spettatore, accarezzando la drammaticità di quell’evento con classe per poi addolcirla con una forte dose di sana comicità, lasciandoci anche il momento per far uscire qualche lacrima.
Un’ora e quarantacinque minuti di spettacolo in cui l’artista è accompagnata da Mimmo Strati nelle vesti del fratello, con il quale mette in scena simpatiche gag, mentre il racconto prosegue con narrazioni ed aneddoti riguardanti la sua famiglia e la normalissima vita prima di quel fatidico 24 agosto del 2016 alle 3:36, a Pescara del Tronto, oggi letteralmente cancellata dalle carte geografiche…
Aneddoti buffi e divertenti sono raccontati con la carica e l’energia che farebbe invidia ad un adolescente. Alexandra sprizza vitalità da ogni poro, ha sempre un bel sorriso disegnato sul volto; un sorriso potente che riesce ad andare oltre, a vincere paure e timori, a sconfiggerli e relegarli in un angoletto.
Il suo sorriso e le sue battute sono il faticato risultato di un’esperienza che l’ha temprata come l’acciaio.
Non deve essere stato facile scrivere prima e portarlo in scena poi, perché dentro ci sono i fatti più buoi della sua vita: la perdita dei familiari, le nove ore nel limbo sotto la sua casa crollatale addosso che l’ha imprigionata in una posizione scomoda, bloccata e senza poter aprire gli occhi né chiedere aiuto a causa della polvere nella bocca e negli occhi, e soprattutto senza sapere quale sarebbe stata la sorte sua e dei suoi cari…
Salire sul palco rinnova i suoi traumi e i ricordi, che rivivono attraverso le parole e l’amore che trasuda per chi non c’è più. Lo spettatore con lei si commuove e si diverte.
È brava, molto brava, divertente ed elegante con la sua spiccata gestualità, espressività e spontaneità molto romana. La sua voce graffiata riporta alla mente quella di Monica Vitti, sa come tenere il palco e coinvolgere il pubblico. Una vera artista.
Lo spettacolo è ben costruito anche nei dettagli, ha un perfetto avvicendarsi di momenti tragicomici, toccanti e improvvisati e tiene il pubblico incollato alla poltrona.
Suddiviso in scene sottolineate da un buon gioco di luci e musiche con azzeccati effetti sonori, il monologo viene inframmezzato da divertenti tratti in compagnia di Mimmo e da una bellissimo ed elegante quanto inaspettato momento di danza eseguita dalla giovanissima e dotata Micol Malizia. Il suo balletto, che occupa il momento del sisma in atto, racchiude in sé forza e disperazione, paura e speranza. Incantevole ed intenso.
L’aspetto vincente dello spettacolo sta nell’impronta comica del testo che ha un grande impatto emotivo e un evidente valore artistico.
Dopo la fine, il pubblico ed alcuni colleghi di Alexandra si sono intrattenuti nel foyer con lei per dei selfie, altre battute e soprattutto qualche ricordo condiviso insieme, visto che in platea c’era una piccola delegazione di amici provenienti dai luoghi del sisma, che quindi hanno vissuto con lei parte di questa esperienza. Alexandra è sembrata molto contenta e soddisfatta, si è dimostrata espansiva e disponibile nei confronti di tutti i presenti, soddisfatta del risultato ed emozionata per l’affetto ricevuto.
Il 13 dicembre sarà al Teatro Ghione. Non perdetevi questa perla.
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