TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (autunno con varianti)
Auditorium del Massimo
Un musical con un cast assai numeroso che coinvolge professionisti e dilettanti, ma soprattutto famiglie intere; tutti a prendere parte a questa serata per festeggiare la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini, uomo di chiesa molto attento alle necessità degli emigrati italiani di fine Ottocento.
Il musical, ospitato nel bellissimo Auditorium del Massimo, vuole essere quindi un tributo all’operato di questo uomo ed anche una festa della comunità Scalabriana e di tutti quei gruppi religiosi che orbitano intorno alla figura del vescovo di Piacenza, proclamato santo in questi giorni.
Nello spettacolo sono raccontati i punti salienti della sua vita, ma soprattutto le difficili, a volte disperate condizioni degli italiani emigrati in America. Persone che partivano lasciando tristemente la propria casa con poche cose nella speranza di un futuro migliore, che spesso però si arrestava già a Ellis Island nel momento delle “selezioni” oppure finiva per essere segnato da mille difficoltà, vessazioni e sfruttamento.
Tre repliche in un solo pomeriggio hanno accolto circa mille e cinquecento spettatori che gratuitamente hanno potuto godere di un’ora e mezzo di spettacolo tra canzoni, balletti, recitazione.
Nel cast, tra i tanti, è presente un artista che apprezzo molto. Persona dalle grandi doti, stasera interpreta addirittura l’angelo custode del buon prelato. Un grandissimo, poliedrico, versatile, talentuoso, delizioso Francesco Stella, virtuoso artista in grado di incantare ed intrattenere l’affollata platea. Dotato di grande passione, è in grado di trasmettere il suo entusiasmo al pubblico che lo segue. Insieme ai suoi colleghi ha intrattenuto, divertito, entusiasmato, coinvolto ed emozionato tutti in sala. Tra loro alcune simpatiche suore, evidentemente molto colpite dalla storia e dallo spettacolo, sulla strada antistante il teatro, illuminate da un lampione si sono cimentate in un balletto improvvisato con i visi sorridenti.
Una festa riuscitissima per un grande personaggio che ha saputo essere presente al fianco della povera e bisognosa gente e per questo ancora ricordato ed amato. Oggi, grazie alla sua opera, la congregazione che porta il suo nome è molto cresciuta e continua ad occuparsi di migranti, che stasera hanno reso la sala una comunità multietnica. Non nascondo che la mia partecipazione allo spettacolo è stata dettata dalla presenza di Francesco Stella, che ho imparato ad apprezzare da tempo e che quindi seguo con interesse, ma sono felice di aver conosciuto la storia di Scalabrini, e ho anche potuto apprezzare gli altri artisti che hanno partecipato.
Tra il pubblico la bravissima e dolcissima Beatrice Fazi, nota ed apprezzata attrice che stimo moltissimo sia come artista che come persona, peraltro collega di Francesco. Ho notato con quanta passione e coinvolgimento seguisse lo spettacolo e l’interpretazione di Francesco Stella. Sensibile e spontanea, ha dimostrato con tutta la naturalezza e disinvoltura che la contraddistinguono di apprezzare quanto accadeva sul palco.
Il cast:
Francesco Stella (angelo Raphael), Daniele Guida (vescovo Scalabrini), Anna Olivier (angelo Ariel), Alessandro Nostri (angelo Michael), Andrea Sabbantonio (Don Mangot), Giacomo Cesare Avanzi (Alfredo), Claudia Pierangeli (Mariù), Sandra Ilari (madre di Mariù), Anna Maria Avitabile (la perpetua), Maria Milanese Michael (Maris), Federica Formilli (Teresa). Tra i migranti principali: Mario Macrì, Maria D’Oria.
Nel grande gruppo degli altri migranti: Felice Basile, Domenico Bontempi, Maeva Cottarelli, Alessandro De Simone, Sara fagioli, Matteo Guglielmo, Davide Scafetti, Samuele Scafetti, Cecilia Scrivo, Marta Scrivo, Michele Scrivo, Samuele Selleri, Davide Summa, Rebecca Zen.
Ballerini: Sergio Arcangeli, Ilaria Balla, Francesca Casaretti, Simona Casaretti, Venessa Di Verbo, Sarà Nostri, Alessia Serra
Regia di Enrico Selleri
Coreografie di Daniele Tani e Valentina Febraro
Parole delle canzoni e musiche di Fabio Baggio, Gabriele Beltrami, Daniele Scarpa, Antonio Grasso, Francesco Buttazzo.
Scenografie di Matteo Zingaretti
Il copione, scritto da Daniela Cologgi, risale al 2005 ed è stato riadattato nel 2022 da Daniele Tani.
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