“Piccoli crimini coniugali”

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TEATROVID-19 Il teatro ai tempi del Corona (estate bollente in compagnia di Omicron)

Teatro Tor Bella Monaca
di Eric Emmanuel Schmitt
con Giancarlo Fares e Sara Valerio
regia di Nicola Pistoia

Guido perde la memoria per un incidente, e tornando a casa dall’ospedale non si ricorda più di Lisa, sua moglie, ma neanche di chi sia lui e della sua vita. Eppure, in questa commedia ricca di humor dai risvolti tetri, non è tutto come sembra. Lo spettatore si troverà davanti a ricchi colpi di scena, sballottato fra dialoghi serrati in cui i protagonisti si confrontano attraverso drastici cambi d’umore, alla scoperta dei punti deboli dell’altro. Si troverà quindi a fare una scelta: credere a Guido o a Lisa? La donna sta mentendo? Nasconde qualche verità sulla loro storia? O lo sta semplicemente aiutando a ricordare? Forse vuole fuorviarlo nel tentativo di trasformarlo nel suo uomo ideale?

Sono molto curioso di assistere a questa commedia, perché vidi il film del 2017 con Sergio Castellitto e Margherita Buy e mi piacque molto. Ritenni però il lungometraggio una forzatura, perché portava sullo schermo quello che, secondo me, era nato per essere un dramma teatrale. Il risultato è una pellicola tetra e pesante, bella, ma forse troppo oppressiva per una trasposizione cinematografica.

Altra mia curiosità è quella di vedere Sara Valerio in quella che per me è una nuova veste drammatica, lontana dalla versione comica del divertentissimo “Amore sono un po’ incinta” scritto dal grande Marco Cavallaro. E sono altrettanto desideroso di conoscere Giancarlo Fares.

Dunque, vediamo la coppia Fares/Valerio vs Castellitto/Buy in questo virtuale scontro nell’ “arena” del Teatro Tor Bella Monaca!

Il taglio registico di Nicola Pistoia si fa subito sentire; rispetto al film c’è un abisso. Siamo davanti a una versione più vicina alla scrittura francese, con un particolare approccio umoristico distante dal nostro, dunque è palpabile il lavoro di “italianizzazione” che ha reso efficace e appetibile questa proposta al pubblico nostrano. È una via di mezzo tra commedia e tragedia con una spolverata thriller.

Giancarlo e Sara vestono i panni di una coppia sposata da tempo, distante ed annoiata, e mostrano efficacemente la loro fragilità, le paure e le insicurezze, ma anche i punti di forza, spesso usati come difesa o per prevalere sull’altro.

In una ricostruzione scenografica essenziale, viene proposto un soggiorno dove si riconosce il tocco registico di Nicola Pistoia. Qui si scatenano le emozioni dei protagonisti, sottolineate da marcati cambi di luce e da un sottofondo sonoro d’impatto.

Tra dubbi, provocazioni e sarcasmo; tra momenti paradossali, surreali e di forte cinismo si sviluppa la storia di questa coppia che svela una grande crisi. La sceneggiatura si arricchisce di profondi risvolti psicologici da cui emergono remore, non detti, conflitti interni soprattutto personali, che si ripercuotono sui due. Si palesa così una profonda difficoltà nel rapportarsi l’uno con l’altro, di comunicare, ma anche una radicata difficoltà di vivere il sentimento dell’ amore.

L’amnesia, allora, diviene un mezzo per confrontarsi, per fare un passo indietro e vedersi da un’altra angolazione. È un mezzo per ascoltarsi e sfogarsi, e divenire giudici di se stessi oltre che dell’altro. Ne esce una riuscita analisi del mondo maschile e di quello femminile, da cui emergono differenze e distanze che paiono incolmabili.

Ma ora lui sembra ricordare, anzi, sembra non aver mai perduto la memoria. Forse non ha avuto il coraggio di affrontare la crisi in cui navigavano come su una zattera alla deriva. Entrambi sembrano voler usare quello che sembra uno stratagemma per mettersi a nudo. Solo così trovano il modo di scoprirsi e forse anche di perdonare prima le proprie mancanze, poi quelle dell’altro. Una storia a tratti paradossale, ma che racchiude le profonde verità di ogni coppia.

Giancarlo e Sara (che insieme alla figlia formano una deliziosa famiglia nella vita), mi dicono che ogni coppia che ha assistito a questo spettacolo ha interpretato in maniera diversa il suo messaggio. Quelle più giovani hanno trovato questo intrigo paradossale, mentre quelle più mature hanno colto tutte le diverse sfumature. Le risate del pubblico a macchia di leopardo, a seconda delle diverse fasce d’età e dell’argomento trattato, confermano questa osservazione. Difficilmente, infatti, una battuta trovava un consenso unanime nella platea. Lo spettacolo viene recepito in maniera diversa e più profonda man mano che si va avanti con l’età e con la vita di coppia.

Anche Giancarlo e Sara hanno una loro visione personale, che vorrei approfondire proponendogli presto un’ intervista.

Uno spettacolo diretto, senza troppi fronzoli, che arriva subito al dunque, toccando in maniera efficace tutti quei luoghi comuni della vita matrimoniale come l’abitudine, la gelosia, il possesso, l’abbandono, il tradimento… Tutto espresso con scambi di opinioni veloci, rancorosi o sarcastici, che Sara e Giancarlo hanno saputo ben interpretare ed evidenziare. Complici nella vita come sul palco, i nostri artisti si sono mossi con maestria sottolineando i caratteri controversi e le sfumature sia dei personaggi che della storia senza mai un calo di tono, ma creando una tensione adrenalinica costante che ha intrappolato lo spettatore, facendolo entrare sempre di più nel vivo della vicenda, confuso magistralmente dai loro dubbi e le loro incertezze.

Arena all’aperto piena, tanti i sorrisi di compiacimento e gli applausi dei presenti a fine serata.

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