“Rappresaglie”

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Teatro Manzoni
Di Eric Assous
Regia Silvio Giordani
Con Massimo Giuliani e Federica Cifola, Maria Cristina Gionta, Luca Negroni, Camilla Puja

Scene di Mario Amodio, costumi di Lucia Mariani, luci di Marco Macrini, musiche originali di Stefano De Meo. Produzione Centro Teatrale Artigiano.

Allegra e intricata commedia dal gusto retrò molto brillante e vivace, quella che coinvolge Massimo Giuliani (Franco) e Federica Cifola (Rosaria), protagonisti della storia.

Con loro sul palco Camilla Puja (Albachiara), Luca Negroni (Vasco) e Maria Cristina Gionta nei panni di ben tre diversi personaggi femminili.

Federica e Massimo sono i genitori della giovane Camilla, appena sposatasi e di cui è appena finito l’impegnativo ricevimento. Provati dalla giornata, si ritrovano nella costosissima stanza dell’albergo che ha ospitato l’evento.

Si parte dunque subito con un divertente e movimentato battibecco per cose futili tra cui la taccagneria dell’uomo, poi ci si concentra su un aspetto che inviperisce giustamente la donna. Non solo il marito l’ha trascurata durante tutta la serata, ma ha dedicato particolari attenzioni ad una bella ed appariscente donna bionda che nessuno conosce e che nasconde un segreto, anzi, il segreto ormai in dirittura d’arrivo lo nasconde Franco.

Già dalle prime battute si intuisce quanto i due artisti siano spigliati, credibili ed affiatati. In una manciata di secondi riescono subito a creare una situazione realistica di tensione familiare, presentandola in maniera fortemente ironica.

Voci, sguardi, movenze ed espressioni marcano ogni scambio verbale tra i due, che divertono mostrando quale caratura artistica li muova. Con estrema disinvoltura giocano sfiorando continuamente il dramma. Due perfetti funamboli che non perdono mai l’equilibrio in questo percorso in due atti di un’ora e tre quarti che volano via piacevolmente.

Lei, stanca delle mancanze del marito, spogliandosi con eleganza del suo fascino iniziale comincia a far trasparire sempre più il suo animo ferito e rinfacciando le scappatelle del marito, mostra di voler dare vita a delle rappresaglie.

Massimo, di contro, ci appare sornione e dietro le meste apparenze un donnaiolo inveterato; dopo una serie di catastrofici tentativi di nascondere l’evidenza, comincia ad inciampare comicamente su una serie di malefatte che la pièce racconta attraverso una piacevole comicità. Messo alle strette, si trasforma in un cucciolo con la coda tra le gambe. Due belle e chiare trasformazioni che confermano la bravura di questi artisti.

Ecco allora che un matrimonio apparentemente solido si sgretola progressivamente sotto gli occhi dello spettatore, che assiste all’ammissione di infedeltà di lui mentre cerca di smarcarsi tra goffe bugie, ritrattazioni e sotterfugi che finiscono per peggiorare la situazione facendo riemergere sia vecchi che nuovi tradimenti.

Chissà, forse è il matrimonio della figlia che fa riflettere la donna, o forse la femme fatale con cui balla l’uomo rappresenta la fatidica goccia che fa traboccare il vaso e innesca il precipitare degli eventi, che finiranno per coinvolgere anche gli altri personaggi.

Camilla si ritrova spiazzata. Appena sposata, dovrebbe godersi il momento, invece prima entra in crisi perché ha scoperto che l’uomo scelto ha un passato da donnaiolo, poi riceve il colpo di grazia vedendo i genitori in procinto di separarsi.

Ecco che due diverse generazioni si ritrovano alle prese con gli stessi dubbi, timori, incertezze, ma anche tristi certezze. Camilla ha una voce molto caratteristica e personale che associa questa a particolari espressioni di perplessità per quanto le accade intorno e per quello in cui più avanti si troverà coinvolta. Risulta molto divertente questo suo smarrimento.

Più avanti prenderà posizione e cambierà atteggiamento. Vedremo crescere il suo personaggio e adattarsi alle vicende. Nonostante la giovane età, l’attrice ha tutte le doti per interpretare questo ruolo, cambiando progressivamente approccio e trasformandosi da ragazza inesperta e smarrita a donna determinata e smaliziata. Una bella prestazione.

rappresaglieMaria Cristina veste i panni di tre figure completamente diverse, ognuna con un suo dialetto, atteggiamento e carattere, che però hanno in comune la stessa frivolezza e leggerezza. Maria Cristina si trasforma camaleonticamente non solo grazie a parrucche e costumi che rendono irresistibili queste figure, tutte avvenenti e provocanti, ma soprattutto riesce a sottolineare la netta distinzione che le contraddistingue e a caratterizzarle tutte e tre.

Quello che ho apprezzato è stata la sua attenzione nel rimarcare con cura analogie e differenze nelle fugaci ma determinanti apparizioni.

Ultimo ad apparire in scena è Luca, grande amico di Federica, colui che cerca di salvare il matrimonio dei due grazie ad una confidenza.

Quando Massimo e Luca si trovano soli in scena, recitano recuperando quel gusto retrò che contraddistingue la proposta e che con l’ingresso delle figure femminili si era attenuato. La commedia infatti mi ha ricordato quelle sullo schermo con le copie Vianello – Mondaini oppure Rick – Gian, dove l’approccio teatrale dei più maturi artisti cozzava armonicamente con quello dei colleghi più giovani creando un delizioso mix tra vecchia e nuova scuola.

Luca e Massimo, dopo questo scambio, si ritroveranno con le attrici e ci sarà un nuovo cambio di direzione. Questo piacevole altalenare non fa che rinvigorire la commedia, già di per sé ricca di colpi di scena che non rivelerò e che danno pepe alla storia, mai noiosa e sempre briosa dove tutti fanno i conti con i propri scheletri nell’armadio, ritrovandosi sempre più impelagati in situazioni imprevedibili e al limite del dramma.

Vi troverete al cospetto di una lunga serie di battute divertenti intrise di comicità elegante e raffinata, che non disdegna qualche piccola impennata salace, mordace e pungente molto italiana. Così, con una forte ironia si affrontano tematiche come i difficili i rapporti matrimoniali, familiari e sentimentali.

Tra questi spazi di riflessione, il divertimento è sempre assicurato grazie ad un testo brillante, vario e ricco di imprevisti che funziona bene, riadattato da Silvio Giordani che ne ha curato anche la regia. Il cast, molto affiatato e raffinato, ha reso dinamica e coinvolgente la storia, ricca di veloci e continui cambi di scena arricchiti dalla loro capacità ed esperienza.

Deliziosi infine i costumi. Stupendo quello da cerimonia indossato da Federica, sensuali quelli di Maria Cristina, raffinato quello da sposa di Camilla, sobri ed eleganti quelli maschili. Apprezzabile la scenografia e i brillanti colori usati per farla risaltare. Luci e musiche fanno il resto.

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