TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona e oltre
Teatro Vittoria
Di Michael Frayn
Con Viviana Toniolo, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Marco Simeoli, Roberto Stocchi, Chiara Bonome, Chiara David, Virginia Bonacini, Simone Balletti.
Regia di Attilio Corsini, musiche di Arturo Annecchino, scene di Bruno Garofalo.
È da prima delle feste natalizie che corro dietro a questo spettacolo e per una miriade di contrattempi riesco a presenziare solo ora per rivederlo, ma anche per scrivere il mio consueto articolo sulla serata, che a questo punto definirei anche superfluo! Mi spiego: sono trentasei anni che si susseguono le repliche: vorrà dire qualcosa! Si tratta, infatti, di un vero e proprio cavallo di battaglia della compagnia “Attori & Tecnici”.
Marco, le due Chiara, Carlo e Stefano, li conosco piuttosto bene, non solo di persona, ma soprattutto artisticamente per averli seguiti più volte in teatro, ma anche Simone, Virginia e Roberto, e vogliamo parlare di Viviana? Una vera e propria icona! Considerate che questa è la terza volta che vedo “Rumori fuori scena”, la seconda qui (prima della pandemia), in questo bel teatro che offre sempre eventi interessanti.
Anche stavolta il Vittoria mette in campo un cast mostruoso (non so se avete letto bene i nomi…). Ben nove artisti con il pedigree, più che navigati e dalla grande esperienza, che fanno brillare lo spettacolo senza far sentire il peso dei tanti anni che si porta dietro.
Gli attori, tranne qualche sostituzione, sono gli stessi che vidi qualche anno fa; sono talmente esperti ed affiatati da risultare sincronizzati come un orologio svizzero che spacca il secondo.
Gran parte dello spettacolo, infatti, si svolge con ritmi serratissimi. Bisognerebbe essere dietro le quinte per capire ciò che accade e apprezzare ancora di più quanto proposto.
Alcuni attori che hanno fatto parte del cast mi hanno raccontato quello che succede lì dietro, nascosto ai nostri occhi, mentre noi ci divertiamo. Tutto funziona e deve funzionare alla perfezione, mentre dietro le quinte c’è un corricorri generale. Paradossalmente, è proprio quello che avremo modo di vedere grazie alla pazzesca sceneggiatura. Lo show, infatti, si articola in tre atti.
Nel primo vi è una sorta di preludio al disastro che verrà; avremo davanti una scenografia molto bella, con una sala arredata e una scala che conduce al piano superiore, con porte che si aprono e chiudono in continuazione.
Un regista disperato si muove rompendo la quarta parete, apparendo proprio nella platea, e cercherà di portare in scena questa commedia muovendosi tra attori smemorati o assenti e continui intoppi, durante quella che dovrebbe essere la prova generale.
Si parte dunque con un humor leggero all’inglese, piuttosto blando, ma si tratta della brezza che precede la tempesta.
I poveri attori si imbatteranno in una serie di imprevisti attraverso esilaranti gag e trovate spassose. Dovranno fare questa prova generale prima di portare in scena un lavoro che si preannuncia tragico.
Nel secondo atto, invece, arriva l’idea geniale. Magicamente, lo spettatore viene trascinato dietro le quinte per vedere il backstage. I nostri attori, nella breve pausa, come laboriose api hanno smontano e rimontano la scenografia per fotografare “sul negativo” tutto quello che succede durante la “prima”.
Nel terzo tempo, finalmente guardiamo la “prima”. Malori, distrazioni, dimenticanze, assenze improvvise; ogni tipo di imprevisto viene inserito in una sceneggiatura vincente e riuscita che diverte il pubblico e lo tiene con il fiato sospeso, con cambi di abiti frequenti e deliziosi ed inserti sporadici di musiche azzeccate.
È davvero complicato portare in scena questa proposta, in cui tutto sembra accadere come fosse un imprevisto, un incidente.
Tutto è stato studiato a tavolino per essere incastrato con una perfezione millimetrica. È un lavoro che metto alla stregua di “Che disastro di commedia”, di “Che disastro di Peter Pan”, o de “I trentanove scalini”.
Un modo alternativo di fare teatro in maniera divertente, funambolica, mozzafiato, in cui la catastrofe è sempre dietro l’angolo e gli attori che si fingono degli incapaci pieni di fisime, sono invece artisti eccezionali. Da non perdere! Ma se proprio non ci riusciste, anche perché molte serate sono andate sold out, annotatevelo sull’agenda!
Perché potete stare certi che sicuramente il Teatro Vittoria, il prossimo anno, proporrà per il trentasettesimo anno questa fantastica commedia!
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