‘Scalaccí corpobbi’ con Manuela Bisanti e Elena Mazza

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Il teatro ai tempi del corona
Attraversando la terza fase

Spettacolo teatrale
RE.TE. Resistenza Teatro
Barnum Seminteatro
Via Poggio Fiorito 10b Roma

Dopo il ‘Letto ovale’ esilarante e spumeggiante commedia in programmazione poco prima che i teatri chiudessero a causa del corona virus, a malincuore non ho più potuto più seguire Manuela.
Il folletto rosso, come simpaticamente l’ho definita dopo aver visto la sua ecletticità sul palco.

Espressiva, divertente, effervescente ed esageratamente… naturale.
Durante la quarantena prima da sola, poi in coppia col marito Andrea Zanacchi ha e hanno dato vita a numerosi video poi pubblicati sui social talmente esilaranti e divertenti da darne dipendenza.
Non sono stato l’unico a detta dei commenti pubblicati sui social ad attendere con trepidazione i loro nuovi episodi…
Oggi finalmente la rivedo qui al Barnum Seminteatro in compagnia di Elena Mazza in questa divertente commedia dal titolo sciogli-lingua: “Scalacci’ corpobbi’ “.

Entro per primo, quasi furtivamente in questo invitante giardino adibito a teatro all’aperto dove RE.TE. ha organizzato la sua stagione estiva.

Scorgo Manuela ed Elena che si preparano e rubo qualche scatto di nascosto, neanche fossi Barillari…
Il palco è pronto: deliziosamente arredato ricostruisce l’interno di un appartamento assai sfizioso con delle tappezzerie che ricordano la pezzatura del manto di una mucca…
Sparsi tutti intorno dei pacchi regalo che fanno pensare a dei doni per un imminente matrimonio…

Il titolo insolito può far capire che i personaggi sono romani, infatti: Scalacci’ Corpobbi’ non è altro che: la ‘scala C del corpo B’ del fantomatico condominio dove è sito l’appartamento di Rossella (Manuela Bisanti) in cui dovrà andare a vivere dopo sposata.
Qui arriverà Lucrezia (Elena Mazza) in fretta e furia non prima di essersi inevitabilmente persa con le indicazioni fuorvianti e complicate date da Rossella.

Lucrezia è la sua amica del cuore chiamata urgentemente da Rossella la sorellastra che si è qui rifugiata mentre è in piena crisi di nervi.
Dico sorellastra perché i loro genitori, il padre di una e la madre dell’altra, si sono sposati ‘imparentandole’.
Sono assai diverse tra loro: Lucrezia è una single ‘sicura’ di sé: spigliata, affascinante, dallo spiccato accento romano, assai schietta e diretta, con il suo lessico dialettale riccamente infarcito di divertenti strafalcioni.

Rossella è il suo opposto: piccolina graziosa, assai deliziosa, una donna insicura, fragile, a tratti ipocondriaca piena di dubbi, incertezze e con qualche fissazione, che ha paura di rimanere sola, in preda ad una forte crisi conflittuale ed esistenziale.
Vuole infatti sposarsi perché crede che in un prossimo futuro non potrà più avere figli e sceglie come uomo un tipo un po’ gretto, figlio di un ricco grossista, un magnate della carne fresca (ecco il perché dell’insolita tappezzeria stile bovino).
Un uomo che evidentemente non ama e ora, a poco tempo dal matrimonio, è nel panico più totale perché si sente prigioniera della sua scelta sbagliata.

Tutta la storia verte su questa crisi, un altalenante e continuo ripensamento che sapientemente l’autrice Paola Tiziana Cruciani riesce a trasformare in un esilarante ma soprattutto realistica commedia.
Non sono tanto le battute e gli strafalcioni di Lucrezia con quelle tipiche e inverosimili storpiature con cui il dialetto romanesco conia una nuova e improbabile lingua italiana a far ridere, ma la naturalezza e il realismo con cui queste brave attrici portano in scena atteggiamenti ed espressioni tipiche delle ragazze della periferia romana.
Lucrezia a suo modo cerca di aiutare la sorellastra e amica Rossella a uscire fuori dal pasticcio in cui si è cacciata. Entrambe si confrontano così maldestramente e paradossalmente così conformemente alla realtà, da divertire continuamente il pubblico che è assorbito dalle loro vicissitudini .

Credo sia proprio questo a decretare il successo della commedia.
Emanuela è come al suo solito molto espressiva e naturale come del resto anche Elena.
Anche quando una delle due è al centro dell’attenzione durante una scena, l’altra rimane egregiamente vincolata con naturalezza al suo personaggio. Pur rimanendo in secondo piano non abbassa la guardia e anche se l’attenzione generale è distolta da lei non c’è calo di tensione né distrazione alcuna. Imperturbabili entrambe sono sempre inequivocabilmente il personaggio principale. Ho notato e fatto estrema attenzione a questa cosa e l’ho trovata molto professionale.
La commedia nonostante la situazione sia ormai conclamata, è un continuo e repentino susseguirsi di smorfie, battute e gag.

Mai statica e senza mai un calo di tono, parte e arriva come un treno puntuale alla stazione, travolgendo con il suo pubblico con il suo carico di comicità per tutto il viaggio.
Questo non fa’ che sottolineare la bravura di Manuela ed Elena e la solida struttura della sceneggiatura, che ha il potere di far affezionare i presenti sia alla storia che ai suoi personaggi.
Due donne così diverse tra loro, ma proprio per questo grazie alle loro caratteristiche così ben incastrate ed essenziali per la riuscita della storia.
Brava Paola Tiziana Cruciani per la sceneggiatura, superlative Manuela ed Elena che dimostrano un affiatamento e una coordinazione chirurgica tra di loro.
Non si accavallano mai, né hanno mai un incertezza. Creano l’illusione di portarci davanti ad una storia vera, quello che sottolineo e ripeto è il vero punto di forza della storia e dei personaggi: la loro veridicità.
Si sposerà Rossella o grazie a Lucrezia troverà il coraggio di svincolarsi dall’impegno?

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