Teatro Golden
scritto da Fabrizio Colica e Jacopo Sonnino
regia di Fabrizio Colica
con la collaborazione di Riccardo Sinibaldi
una produzione Lea Production
Con Fabrizio Colica, Augusto Fornari, Paola Michelini, Giuseppe Rangone e Riccardo Sinibaldi.
Dopo il grande successo di “Arancione”, che vidi e mi piacque molto, Fabrizio Colica è al Teatro Golden con “Time Lock”, la sua nuova fatica con cui fa un nuovo centro, portando in scena qualcosa di veramente dissacratorio, canzonatorio e pungente nei confronti della politica. Ma soprattutto è un lavoro divertente e coinvolgente, proposto con la comicità molto personale che lo contraddistingue e che, in questo caso, corre sul filo di un immaginario rasoio in bilico tra il realistico e il surreale.
Lo spettacolo sta registrando continui sold out, tanto che il cast ha aggiunto altre date per soddisfare le richieste del pubblico.
Ho avuto il piacere di vedere “Time Lock” in compagnia di Cristina Chinaglia, affabile e preparata attrice, che si è ritagliata del tempo per partecipare a questa serata tra una pausa e l’altra dell’impegnativo tour italiano del toccante e divertente “Lapponia”, che sta riscuotendo grande successo. Così mi sono fatto raccontare dei suoi nuovi progetti in campo artistico e scambiato in seguito pareri sullo spettacolo visto insieme. Un’ artista da tenere sott’occhio e che vi invito a seguire.
Appena entrati in sala ci si trova immediatamente immersi in una scenografia che riproduce uno studio televisivo in modo così efficace da non indurre neppure la sensazione di rottura della quarta parete, che con questa soluzione non ha modo di esistere. Così il pubblico, senza neanche rendersene conto, diventa protagonista e testimone del quello che avverrà in scena.
Il teatro Golden si presta benissimo a questo esperimento: non avendo un palco, gli spettatori sono posizionati a ferro di cavallo intorno al piano dell’esibizione, né più né meno come fosse in un vero studio televisivo.
Entrando in sala per prendere posto, troviamo tecnici (cioè attori) operosi e frenetici, alacremente impegnati a definire gli ultimi accorgimenti per dare il via alla diretta in cui sono stati invitati due politici. Poi cominciano a spostare alcuni spettatori con motivazioni diverse e divertenti, disponendoli in sala a seconda delle esigenze televisive. Il pubblico dimostra di apprezzare questa forma di coinvolgimento, percependo a malapena che lo spettacolo è già iniziato e che ne è diventato parte essenziale. Una bella trovata, quella di Fabrizio e Jacopo, e ben realizzata dagli attori.
Da qui in poi cominciano i primi grattacapi per il conduttore (Fabrizio Colica), il responsabile dello studio (Riccardo Sinibaldi) e i tecnici. L’esponente della Destra (Giuseppe Rangone), apparentemente un uomo tutto d’un pezzo e ligio al dovere, arriva in studio in compagnia di due scagnozzi (una riuscita parodia di due estremisti di destra) che ha portato per supportarlo durante il dibattito. I due, neanche a dirlo, interverranno inopportunamente, divertendo la sala.
Sull’altro versante, il rappresentante della Sinistra (Augusto Fornari) non è invece ancora arrivato, la qual cosa mette in subbuglio il presentatore che insieme al responsabile dello studio corre ai ripari maldestramente producendo gag esilaranti.
Ecco allora arrivare l’assistente del politico ritardatario (Paola Michelini), trascinata nello studio ed obbligata ad andare in diretta al posto del candidato assente (altra scena irresistibile). Per fortuna, una manciata di secondi prima che le telecamere si azionino arriva lo sciatto candidato a prendere il suo posto.
Questi inconvenienti incastrati con cura nella pièce e portati avanti con maestria dal cast, suscitano continue risate del pubblico.
La vicenda si svolge alla vigilia delle elezioni. Massimo D’Ambrogi è uno dei conduttori televisivi di maggior successo del momento. Grazie alle sue capacità, o forse ai suoi agganci e sotterfugi, è riuscito a portare nello studio uno dei dibattiti politici più importanti ed attesi degli ultimi anni, e dunque si pavoneggia per il colpo assestato alla concorrenza.
Cominciamo allora a conoscere meglio i due rivali: l’onorevole Orsini è chiaramente un nostalgico di Destra, solo apparentemente affabile. L’immagine che vuole trasmettere è quella di un tradizionalista radicale, particolarmente provocatorio, scontroso e fomentino. Dall’altra parte l’onorevole Malmusi appare cinico, disilluso, si direbbe rassegnato; il suo aspetto è sciatto, disordinato, scapigliato e goffo e questo cozza fortemente con l’eleganza e la postura del collega.
I due si dimostrano il peggio che la politica, ma anche l’umanità, possano offrire: due veri e propri idioti, egocentrici, ignoranti e inetti. Augusto e Giuseppe scatenano la loro comicità, frutto di talento ed esperienza artistica decennale, dando vita a due formidabili macchiette studiate nei minimi dettagli, con gestualità ed espressività esagerate e spassosissime. Fabrizio, non da meno, si trova al centro della competizione barcamenandosi bene con la sua bravura.
Il clima in studio si fa sempre più teso perché i rivali cercano ogni pretesto per punzecchiarsi reciprocamente e screditarsi, rinfacciandosi colpe o facendo affermazioni spesso fraintese, frutto di esternazioni caotiche e confuse che rivelano la profonda ignoranza e la totale mancanza di idee. Insomma, sembrano far parte della schiera di politici frutto della fantasia come quelli rappresentati da Cetto La Qualunque di Antonio Albanese, o dall’assessore Cangini di Paolo Cevoli, o peggio ispirati a quelli reali come l’ esponente politico Antonio Razzi…
Hanno una manciata di minuti ciascuno per esporre il loro pensiero politico, attinto approssimativamente da quello delle correnti a cui dovrebbero appartenere. Alla fine questo pensiero risulta visionario, confuso, completamente campato in aria ed espresso ancora peggio.
Sono così sempre più invischiati in una gara a chi la spara più grossa, arrampicandosi sugli specchi per rispondere alle domande del presentatore, e sottolineando sempre più la loro profonda mancanza di contatto con la realtà sociale e politica del paese che vorrebbero governare.
Le dinamiche tra i due sono state create con l’intento di renderli sempre più ridicoli, clauneschi, demenziali e farseschi, per evidenziarne la profonda idiozia. La commedia quindi dileggia il mondo della politica con gusto e ilarità per divertire e lasciare spazio a spunti di riflessione, come anche sulla nostra responsabilità di elettori.
Il cast irresistibile ha ritmi serrati, battute al limite dell’accettazione e divertentissime, e dà voce a personaggi irriverenti ed esasperati al limite del possibile. Non c’è un solo argomento affrontato dignitosamente in questa serie infinita di sproloqui, uscite inappropriate, sfondoni e risposte astruse.
Ma non mancano gli altarini e gli scheletri nell’armadio che ognuno dei due nasconde e che balzano fuori inaspettatamente, smorzando con classe l’atmosfera comica. Si aggiunge anche un momento molto toccante e drammatico di cui sarà protagonista assoluta Paola Michelini.
Questi piccoli inaspettati colpi di scena porteranno verso un epilogo imprevedibile in cui si recupererà quella comicità che ha caratterizzato la commedia con l’aggiunta di un tocco d’amarezza.
Che dire ancora? È proprio il caso che non vi perdiate questo spettacolo…
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