Teatro de Servi
-Bugie e stravaganti verità –
di K. Waterhouse e W. Hall
con Marco Cavallaro, Maddalena Emanuela Rizzi, Bruno Governale, Alessandra Cavallari
Regia di Filippo D’Alessio
Una movimentata ed ironica commedia che parla di tradimenti coniugali perpetrati al fine di mascherare una profonda e viscerale paura di amare, ma anche di affrontare la solitudine che inevitabilmente colpisce chi è travolto dalla fine di un rapporto.
Così i protagonisti si nascondono dietro a piccole bugie e mezze verità per continuare una vita di coppia che finirà per non soddisfarli più e li farà entrare in conflitto sia con se stessi che con gli altri. Tutto questo avviene attraverso dinamiche divertenti e caotiche che regalano al pubblico tanto divertimento.
Il cast è lo stesso valido e rodato che ho visto lo scorso anno impegnato nella commedia molto esilarante “Come ammazzare la moglie o il marito” di Antonio Amurri, una proposta condita con una comicità dal gusto fortemente retrò, ma molto divertente, rinvigorita dall’ispirata comicità di Marco Cavallaro e il suo cast.
Quest’anno i nostri scelgono un testo che originariamente era strutturato sul tiepido umorismo albionico, ma che il gruppo, con la sua verve e bravura, stravolge trasformandolo in un’autentica commedia italiana.
Il gruppo è capitanato dal folle e simpaticissimo Marco Cavallaro, un fertile ideatore di commedie molto divertenti che non solo interpreta, ma riesce ad esportare anche all’estero con successo. Marco e soci fanno un altro centro con questa deliziosa proposta rivista e corretta con l’aggiunta di esilaranti e riuscitissime trovate, neanche lontanamente immaginabili dallo spirito inglese.
Quattro personaggi incroceranno i loro destini. Bruno, sposato, intreccia una relazione con Alessandra che dice di essere sposata con Marco, che però è il marito dell’amica Maddalena. Questo perché preferisce il ruolo dell’amante a quello di moglie con una tediosa ed impegnativa relazione stabile.
Per incontrarsi con il suo amante, si fa prestare casa da Maddalena e si fa passare per lei. Intanto, Maddalena si compiace di questo scambio di ruolo e costringe il pigro marito Marco ad uscire ogni venerdì della settimana per lasciare libera l’alcova ai due amanti.
Marco, anche se non di buon grado, accontenta sempre la moglie, perché avendo avuto una relazione con una ragazza più giovane è soggiogato dai sensi di colpa che la moglie usa per condizionarlo, divertendosi ad umiliarlo a suo piacimento come piccola rivalsa personale.
Insomma, avrete capito che i personaggi come gli intrighi sono divertentissimi. Le donne sono l’incarnazione di due pungenti viperette, mentre gli uomini si presentano fondamentalmente come due imbranati bambacioni soggiogati dai capricci femminili.
Bruno e Marco rendono i loro personaggi spassosissimi grazie al loro approccio molto personale composto di comicità che pur strizzando l’occhio a quella passata della commedia italiana, non disdegna di inserire una buona dose di freschezza e modernità.
Bruno ha un tipo comicità tutta sua: compita, morigerata, molto signorile ed educata, volutamente trattenuta ed impacciata, che serve anche a controbilanciare quella follemente smoderata e priva di freni inibitori dell’istrionico Marco, che nel personaggio di stasera inserisce volutamente alcuni richiami a Lino Banfi, Antonio Albanese, Aldo Baglio del trio Aldo Giovanni e Giacomo e paradossalmente a Renato Pozzetto.
Alessandra e Maddalena hanno la responsabilità di impersonare due ruoli “seri” e trattenuti rispetto a quelli maschili. Portano avanti la commedia senza dimenticare di condirla con una buona dose di comicità. Le espressività e le gestualità di questi attori sono incredibili, come le continue battute che riempiono lo spettacolo.
Insomma, una commedia che di inglese conserva ormai ben poco, detronizzata dalla prepotenza comica di Cavallaro e company che ne conservano solo la struttura di base.
Ricca di fraintendimenti, equivoci, gaffe ed altarini che si scoprono man mano e che servono a dar pepe e vitalità ed allegria, ne esce una storia molto movimentata che intrattiene e diverte il pubblico senza scadere mai nello scontato o nella banalità.
Stasera, poi, abbiamo assistito a una serie di piccoli imprevisti in scena, che sono sfociati nell’improvvisazione più genuina e divertente, e che oltre alla platea, ha divertito anche gli artisti sul palco. Si tratta di momenti irripetibili, trasformati in perle di comicità da gustare fino in fondo.
Molto bella e curata è la scenografia. Su un piano rialzato è riprodotto un salotto di un appartamento, con tanto di ingresso e pianerottolo con annessi ascensore e scale per scendere al piano inferiore, dove invece c’è l’ingresso di un delizioso pub.
I nostri si muovono freneticamente, entrano ed escono di continuo in scena, donando molto dinamismo senza dimenticare spontaneità e naturalezza. Vengono accompagnati da musiche molto simpatiche ed in tema con la storia e da un buon uso delle luci.
Divertentissime sono le scenette con delle lunghe pause riflessive dei maschietti, che sembrano più svenimenti o attimi di catalessi, e che suscitano forte ilarità nel pubblico ed esplosioni di risate, o quelle dove attraverso espressioni assurde danno ad intendere di non riuscire a stare dietro alle furbe spiegazioni femminili…
Sono davvero tante le scenette e le gag riuscite che strappano risate ed applausi e che si avvicendano senza lasciare un attimo di respiro per tutta la durata dello spettacolo.
Chi conosce Marco Cavallaro non rimarrà assolutamente deluso da questa nuova proposta, chi non lo conosce avrà modo di apprezzarlo insieme al suo cast e sicuramente vorrà seguirlo in futuro.
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