Chiesa di San Tommaso in Formis al Celio

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Situata a margine di Villa Celimontana, presso l’Arco di Dolabella, la chiesa è dedicata a San Tommaso apostolo. Il suo appellativo “in formis”, proviene dal vicino acquedotto Claudio. “Forma claudia” dal latino.

La chiesa risale al X secolo, anche se la prima data certa è quella del 1209. In quell’anno Papa Innocenzo III donò la chiesa con il suo monastero ai Trinitari, il cui fondatore era San Giovanni de Matha, che qui abitò. Ancora oggi è visitabile la piccola stanza ricavata dalle strutture romane e raggiungibile con una stretta scala a chiocciola.

in formis

Il santo usò una parte del monastero come ospedale per assistere poveri, infermi, pellegrini e schiavi riscattati, seguendo così gli scopi del proprio Ordine.

Le spoglie del santo furono portate nella chiesa alla sua morte, avvenuta il 17 dicembre del 1213. In seguito furono traslate e portate in Spagna nel XVII secolo.

Nel 1217 papa Onorio III con la bolla Ordine Sanctissimae Trinitatis, donò alla chiesa di San Tommaso e a quella di San Michele Arcangelo de Formis vari beni siti sia a Roma che nei suoi dintorni.

Nel 1209, quando San Francesco di Assisi si recò a Roma dal papa Innocenzo III per ottenere l’autorizzazione della regola per il suo Ordine, San Giovanni de Matha lo vide mendicare fuori del Laterano in attesa che il papa lo ricevesse.

Lo accolse quindi nella sua chiesa di san Tommaso dove lo rifocillò. I due santi divennero così grandi amici.

in formis

Francesco dimorò più volte nel monastero della chiesa, ospite degli amici Trinitari, così come dimostra il quadro di Siciolante da Sermoneta, posto all’entrata della chiesa sulla sinistra, che raffigura la Vergine, san Bonifacio martire e san Francesco d’Assisi in compagnia di Papa Bonifacio IX.

Intorno al 1380 l’Ordine Trinitario fu costretto ad abbandonare Roma, così gli edifici passarono al Vaticano, l’attività ospedaliera fu dismessa e il complesso venne abbandonato per molti anni.

Nel 1532 si ebbe un primo restauro e nel 1571 Pio V restituì la chiesa, l’ospedale e il convento ai Trinitari, che però perdettero di nuovo queste proprietà alla morte del papa.

in formisNel 1663 la chiesa fu completamente ricostruita con le forme attuali. Mentre nel 1925 la chiesa e una parte del convento furono restituiti definitivamente all’Ordine dei Trinitari.

Ma ormai dell’ospedale non rimaneva più niente, solo il portale duecentesco che si affaccia sul largo della Sanità militare, con il mosaico cosmatesco raffigurante Cristo nell’atto di liberare due schiavi.

L’interno della chiesa si presenta ad un unica navata, piuttosto spoglia rispetto all’antichità. Dietro l’altare maggiore spicca un dipinto moderno di Aronne del Vecchio, raffigurante Gesù che invia san Giovanni de Matha.

Sette vetrate rendono luminosa la piccola chiesa, anche queste sono opere moderne di Samuele Pulcini collocate qui nel 2000, in occasione del Grande Giubileo.
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