Vivi Roma, a passeggio per la città
Seconda ed ultima parte
Il concorso “Premio Roma per le nuove Varietà di Rose, 80° Edizione 2022”
Ogni anno vengo qui, in questo periodo, per visitare il parco. Per caso oggi, senza saperlo, mi sono imbattuto nel giorno della premiazione delle rose più belle. Molte le personalità presenti, tra cui il sindaco di Roma. La manifestazione è stata accompagnata dalla banda musicale dei Vigili Urbani di Roma che ha dato vita ad una piacevole colonna sonora per l’evento allietando tutti i presenti. Arrivo proprio mentre i giudici di gara stanno proclamando i premi. Assisto così alla premiazione delle rose più belle, che vengono poi delicatamente portate in passerella da alcune graziose ragazze dello staff. Poi vengono poste su un grande tavolo per essere ancora ammirate dal pubblico. Tutte in fila, una accanto all’altra, sono accompagnate da un foglio che ne riporta il nome, la provenienza e il premio ricevuto.
Qui ho conosciuto Antonello Santelli, Ispettore dell’Ambiente e Responsabile Tecnico del Roseto, peraltro grande appassionato di rose, raggiunto poi da Barbara Invernizzi, membro della Giuria Permanente del concorso. Durante una deliziosa chiacchierata con loro, mi è stato spiegato che nella parte destra di questo giardino (quello più piccolo) vengono piantate le rose che parteciperanno al prossimo concorso (quello del 2023), mentre il terreno sulla parte sinistra è già pronto per le piante che arriveranno verso la fine dell’anno per partecipare a quello del 2024.
Mentre il giardino grande è sempre aperto al pubblico in questo periodo, il secondo viene aperto esclusivamente il giorno dopo la gara. Quest’anno, per la prima volta, i responsabili hanno deciso di aprirlo in concomitanza con la premiazione, permettendo così al folto pubblico di accedervi.
La premiazione di questa edizione ha visto vincere quasi esclusivamente rose di provenienza francese. Quest’anno però è giusto dire che più dei due terzi degli esemplari iscritti provengono proprio dalla Francia.
La giuria sceglie in base a diversi parametri: il profumo, la resistenza alle malattie, l’equilibrio dell’insieme, il fogliame, il colore, l’eleganza, il portamento, la rifiorenza…
La gara, che ha ormai ottant’anni, è dedicata alle nuove varietà non ancora in commercio. Dal 1933 al 1954 le categorie partecipanti erano suddivise in italiane e straniere, ma dal 1955 la distinzione è stata abolita per dare spazio a quella tra rose ibride Tea e Floribunde ed assimilate. Dal 2000, invece, sono stati introdotti altri riconoscimenti per altre categorie: Miniature/Patio, Coprisuolo, Arbustive, Sarmentose.
Un’altra giuria viene scelta tra gli alunni delle scuole elementari per il concorso “La Rosa dei bambini”, Premio FAO. Un ulteriore premio viene poi dato ogni anno ad una colorazione diversa per questo bellissimo fiore.
Le prime piante ad arrivare sono le sarmentose (rampicanti), perché hanno bisogno di tempo per abituarsi al clima e sviluppare nel miglior modo possibile. Sono curate dai tecnici del Roseto e visitate periodicamente dalla Giuria Permanente, composta da esperti.
I giudici non conoscono la provenienza delle rose, che sono identificate esclusivamente da un numero. Verranno giudicate durante il giorno del concorso, con una valutazione che va da 0 a 70. La media dei voti della Giuria Permanente si somma a quella della Giuria Internazionale, che invece attribuisce numeri da 0 a 30, basati su criteri estetici come il colore, la forma del fiore, il portamento, e su criteri olfattivi come l’intensità e la qualità del profumo.
La Giuria Internazionale è composta solitamente da appassionati, esperti del settore, ma anche da direttori di parchi e orti botanici; altri sono personaggi del mondo della cultura o dell’impegno sociale.
Dietro ogni ibrido presentato c’è un lavoro che dura da almeno dieci anni, quando non quindici o venti; dunque le piante hanno già subito un rigido e rigoroso esame da parte dei loro stessi creatori.
L’area della collezione è composta da circa 1.100 esemplari di rose botaniche, sia antiche che moderne. La rosa più antica ritrovata al mondo risale a 40 milioni di anni fa. È stata rinvenuta in Oregon, negli Stati Uniti, una foglia fossile appartenente a questa pianta; ma se ne conoscono almeno altri 200 tipi circa. Sono le rose spontanee o selvatiche già presenti prima dell’uomo e diffuse in ogni parte del pianeta.
Tra quelle ritenute “antiche”, ci sono anche quelle create involontariamente dall’uomo, grazie ad incroci spontanei tra specie geograficamente lontane tra loro, o create da esperimenti con ibridazioni molto in voga agli inizi dell’ ‘800.
Quelle ritenute “moderne”, invece, vanno dalla fine dell’ ‘800 ad oggi. Gli inglesi importarono questi fiori dall’Oriente, soprattutto dalla Cina, fino in Europa, con le navi usate per il trasporto del the (da qui risalirebbe il nome Tea), per poi incrociarle. La progenitrice delle rose moderne è dunque la Rosa Tea (Odorata), incrociata con la Rosa Gigantea e la Rosa Chinensis.
Incrociate a sua volta con le Borboniane e le Ibridi Perenni, queste piante hanno dato origine alle rose attuali. Ottocento di queste sono qui curate ed esposte.
Ringrazio Antonello Santelli che mi ha permesso di conoscere ed approfondire, attraverso la sua viva voce e i suoi scritti, questo fantastico, colorato e profumato mondo.
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