Il Tempietto di San Pietro in Montorio, o Tempietto del Bramante Roma

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Si tratta di una piccola costruzione a pianta circolare realizzata in uno dei cortili del convento di San Pietro in Montorio sul colle Gianicolo a Roma in piazza San Pietro in Montorio.

La costruzione fu commissionata al Bramante tra il 1502 e il 1509 dai re cattolici di Spagna Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona come scioglimento di un voto: quello della nascita di un primo genito maschio (Giovanni Trastàmara), che sarebbe stato l’erede al trono se non fosse scomparso prematuramente nel 1497.

Il complesso conventuale annesso ospitò una congregazione spagnola. Oggi, una parte degli edifici, ospita la sede dell’Accademia di Spagna. Progettato probabilmente nel 1502, più probabilmente nel 1510, l’ edificio celebrava il martirio di san Pietro.

L’opera all’epoca piacque molto al Serlio e al Palladio (due famosi e rinomati architetti dell’epoca ), che la reputarono degna e all’altezza delle opere degli antichi. Fu tanto apprezzata che influenzò artisticamente anche molte opere successive. Il Vasari la raffigurerà in un affresco della Sala Regia del Palazzo Apostolico del Vaticano.

Nel XVII secolo la costruzione subì alcune modifiche: un leggero rialzamento della cupola, la modifica della lanterna e l’aggiunta di scale per accedere alla cripta.

Secondo i progetti iniziali, il tempietto avrebbe dovuto inserirsi al centro di un cortile circolare, proiettando le 16 colonne in altre 16 a formare un portico circolare. L’idea serviva per evidenziare la simmetria dell’impianto, la centralità del tempio, ma anche del divino al centro di ogni cosa. Fu realizzato invece in forma quadrangolare.

Bramante si ispirò alla forma classica del tholos, il tempio circolare periptero come il Tempio di Vesta di Tivoli, il Tempio di Vesta nel Foro, il Tempio di Ercole Vincitore, ma anche il Pantheon.

L’edificio presenta una cupola circolare, circondata dalle citate 16 colonne in granito. Questo numero viene riconosciuto come perfetto da Vitruvio (altro famoso architetto, ma di epoca romana).

Concepito come Martyrium, l’ edificio celebrava il martirio di San Pietro che secondo una delle tante tradizioni, era avvenuto proprio qui sul Gianicolo. All’interno della cripta sarebbe infatti conservata una porzione della croce, la parte piantata nel terreno su cui venne crocifisso il santo.

La costruzione sovrasta una cripta circolare, sfruttando probabilmente il resto di un edificio preesistente. Il suo centro indica il luogo dove sarebbe stata piantata la croce del martirio e ne conserva i frammenti proteggendoli con una lapide.

La cripta era ritenuta ai tempi di Bramante il Tropeion Petri, ovvero il sacello e monumento alla memoria della sepoltura e del martirio di San Pietro.

Alla cripta si accede con delle scale esterne realizzate nel XVII secolo. Originariamente c’era solo una piccola scala per accedervi, che era posta proprio dietro all’altare.

All’esterno il colonnato, poggia su una gradinata circolare sovrastata da una balaustra, sulla quale è posta una cupola emisferica con lanternino, in parte modificata da interventi Seicenteschi. Questo è l’elemento architettonico più complesso e straordinario dell’edificio.

L’interno è a pianta rotonda, presenta nicchie alte e profonde poste sulle pareti, quattro delle quali ospitano delle piccole statue che raffigurano gli Evangelisti. Sull’altare c’è invece la statua di San Pietro, opera di un ignoto artista di scuola lombarda del Cinquecento.

Il pavimento è realizzato con tessere marmoree policrome in stile cosmatesco.

Accanto al tempietto c’è la possibilità di visitare una bellissima chiesa, quella di San Pietro in Montorio che conserva opere di Vasari, Bernini, Peruzzi e Del Piombo.

All’intero dell’ Accademia (da dove accederete per visitare il Tempietto), c’è una vasta terrazza che si affaccia su uno stupendo panorama di Roma. All’ interno dell’edificio invece si intravede un chiostro (non accessibile), dipinto con scene della vita di San Francesco. Lo staff vi accoglierà con molta disponibilità e gentilezza. Una curiosità: sappiate che all’interno dell’ Accademia siete all’estero! Sotto la giurisdizione dello Stato spagnolo.

Vale la pena visitare questo tempietto seminascosto e poco conosciuto, riscoperto e immortalato anni fa nella pellicola di Sorrentino “La Grande bellezza”.

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