“Dobbiamo promuovere l’educazione all’empatia nelle scuole e tra i giovani”
Presso la Libreria Borri Books di Roma, si è tenuta la presentazione di Oltre il masKio, il nuovo libro di Alessandro Cardente edito da Koinè Nuove Edizioni. Un’opera che affronta con profondità e sensibilità uno dei temi più urgenti della nostra società: la violenza di genere e il ruolo decisivo degli uomini nel contrastarla.
L’evento ha visto la partecipazione di Vladimir Luxuria e Francesco Storace, che hanno arricchito il dibattito con riflessioni preziose. Nonostante percorsi e prospettive diverse, entrambi hanno ribadito l’importanza di superare stereotipi di genere e promuovere una cultura di rispetto e inclusione.
A moderare la discussione è stata Lilli Garrone, giornalista del Corriere della Sera. Nadia La Bella, fashion blogger e opinionista del programma Rai “BellaMa”, ha letto alcuni passaggi significativi del testo, mentre la giornalista Melania Petriello ha concluso la presentazione.
Un manifesto per un cambiamento radicale
Durante il suo intervento, Alessandro Cardente ha descritto il libro come un invito concreto ad affrontare il problema della violenza di genere da una nuova prospettiva: “Con Oltre il masKio ho voluto avviare un ribaltamento epocale: le violenze di genere e i femminicidi non possono più essere considerati solo una ‘questione femminile’. È urgente riconoscerli come una responsabilità maschile e costruire un’alleanza sincera con le donne. Serve un’educazione all’empatia che parta dalle scuole e si diffonda nella società. Ringrazio Simona Izzo per aver condiviso questa visione e per aver scritto la prefazione del libro.”
Empatia come strumento educativo
Uno dei temi centrali dell’incontro è stata la proposta di introdurre programmi scolastici dedicati all’educazione emotiva, con l’obiettivo di insegnare ai giovani a riconoscere e rispettare le emozioni proprie e altrui. Questa misura, secondo Cardente e gli ospiti, rappresenterebbe un passo concreto per prevenire la violenza di genere alla radice.
Vladimir Luxuria, infatti, ha sottolineato come un cambiamento culturale sia possibile solo attraverso interventi strutturati: “Ancora oggi, molte donne non denunciano le violenze subite. Dobbiamo incoraggiarle a farlo e, soprattutto, chi raccoglie le denunce deve prenderle seriamente. L’evoluzione deve coinvolgere l’intera società. Trovo assurdo che, dal 1993, la Legge Mancino preveda un’aggravante per chi commette violenza contro una persona in quanto appartenente a una razza o a una minoranza, ma questa stessa tutela non venga applicata alle aggressioni contro le persone omosessuali. È fondamentale lavorare sull’aspetto educativo, più ancora che sulle pene. Se vogliamo meno omofobi, dobbiamo intervenire a livello culturale ed educativo. Le scuole hanno un ruolo cruciale nell’educazione all’affettività. Non c’è nulla di scandaloso se due uomini si tengono per mano, ma se un uomo picchia una donna sì, e dobbiamo indignarci di fronte a questo. È necessario unirci per costruire una società migliore”.
Come Luxuria, anche Francesco Storace ha evidenziato l’urgenza di un’azione condivisa: “Dobbiamo ripartire dall’educazione emotiva e da un cambiamento del linguaggio che usiamo ogni giorno. La violenza che dilaga tra i giovani è un chiaro segnale del deterioramento sociale. Dobbiamo evitare di precipitare in una spirale senza fine. Se consideriamo insieme omofobia, femminicidi e violenza giovanile, diventa evidente quanto il rispetto stia scomparendo. Le parole che ascoltiamo sin dall’infanzia influenzano profondamente la percezione di noi stessi e degli altri. Per costruire una società più evoluta, è necessario rivedere il nostro linguaggio e abbandonare espressioni che trasmettono stereotipi e discriminazioni. Serve un linguaggio più rispettoso. La scuola può fare molto, ma il cambiamento deve coinvolgere tutti. Dobbiamo rimettere in ordine le cose, siamo sulla buona strada. Autori come Alessandro Cardente vanno ringraziati per il loro contributo”.
Un invito all’azione
Oltre il masKio non è solo un libro, ma un appello rivolto a uomini e donne per collaborare verso un futuro libero da prevaricazioni e stereotipi. Un percorso che si nutre di dialogo, educazione e comprensione reciproca.
Attraverso la sua nuova opera, Cardente lancia un messaggio chiaro: la lotta contro la violenza di genere non è solo una battaglia delle donne, ma un impegno collettivo che parte dagli uomini e dalla responsabilità di ciascuno di noi.
Scrivi a: redazione@viviroma.tv